Durante la giornata di Giovedì 29 Ottobre, presso il Teatro del Giglio, si è tenuto un incontro con il Maestro Frank Miller durante il quale ha parlato della sua carriera e della sua visione del mondo del fumetto.
Avendo avuto, noi di Redcapes, la possibilità di assistere a tale incontro, riportiamo in questo articolo l’intera conversazione che ha avuto sul palco.
Con alle spalle una carriera costellata di successi, Miller ha segnato l’evoluzione del fumetto americano con i suoi Batman e Daredevil cambiando radicalmente la concezione del media approfittando dei popolari personaggi per scavare all’interno della natura umana e, conseguentemente, fornire una forma di critica al mondo reale e ai mass media.
La prima domanda è d’obbligo: che impressioni ha di Lucca, dell’Italia e del pubblico che ha trovato?
Questa è la mia seconda volta a Lucca, sono venuto qui tanto tempo fa e come la prima volta la città è una gioia assoluta da ammirare e l’esperienza è molto bella, il cibo è meraviglioso e tutti sono fantastici.
Si parlerà della carriera, dei fumetti ed io comincerei da quel Dark Knight III ora in uscita, frutto di una collaborazione tra autori con Brian Azzarello. Abbiamo il primo Dark Knight III che è una storia Noir, il secondo è invece qualcosa di completamente diverso e vorrei sapere cosa è per lei questo nuovo capitolo del Cavaliere Oscuro.
Per The Dark Knight III quello che Brian ha pensato quando abbiamo iniziato a lavorare sulla storia era quello di prendere ciò che era successo in Il Cavaliere Oscuro Colpisce Ancora e spingerla molto più avanti. Visto e considerando che ormai il mondo di Batman era tanto espanso potevamo fare veramente tantissime cose. I due personaggi femminili principali che sono Wonder Woman e Lana, la figlia di Superman, sono ormai centrali ed hanno cambiato l’equilibrio nel mondo dei supereroi che normalmente è popolato principalmente da eroi maschi e come succede sempre la politica entra nella storia… Basta che pensiate a cosa sta succedendo nel mondo delle elezioni americane. Potete immaginare
Nei primi due Dark Knight le ideologie di Batman e Superman si sono scontrate pesantemente, ora le protagoniste sono due donne differenti per cui è una scelta consapevole quella di passare il testimone ad una nuova generazione di eroine?
Assolutamente si, questa è una continuazione di tutto quello che abbiamo già fatto prima e che già era iniziato con la conversione del personaggio di Robin in una ragazza sino ad arrivare alla nuova Supergirl, la figlia di Superman, che è un personaggio formidabile ma anche estremamente più spaventoso di suo padre. Ed in effetti questa è tutta una continuazione dove si prendono molto di più il centro della scena.
Non pensa di essere stato troppo severo con Superman? Alla fine lo tratta malissimo nei suoi libri
Oh si! Dark Knight è una serie di Batman, quando farò la mia serie di Superman vedrete un personaggio totalmente diverso
Che personaggio è Batman per lei?
Per prima cosa Batman è un bambino di cinque anni che ha visto morire i suoi genitori di fronte a lui e questa è la prima parte, nella seconda parte Batman è un genio e ha una quantità mostruosa di soldi. È riuscito a nascondere la sua identità, è riuscito a trovare una caverna nella quale ha costruito un quartier generale gigantesco ed è riuscito a costruirsi da solo la più bella macchina che si sia mai vista al mondo e combatte il crimine utilizzando tutti questi suoi giocattoli. La terza invece è che batman è una figura mitologica, un personaggio spaventoso, una specie di misto fra Zorro e Dracula che riesce a far cagare sotto i cattivi.
Ma Batman non è solo questo, nei suoi libri è anche un agitatore sociale e una figura politica.
Il giuramento iniziale di Batman quando ha visto per la prima volta il pipistrello scontrarsi contro la finestra ed uscire dal caminetto di villa Wayne, è stato quello di incutere il terrore nel cuore dei criminali e questo lo rende un personaggio strano, stranamente possiamo dire che Batman è un terrorista solo che è dalla nostra parte.
Un’affermazione abbastanza forte, ma farei un passo indietro chiedendo: quanto è stato difficile convincere la DC portare Batman su questi territori?
Sono stato molto fortunato. Quando Dick Giordano della DC Comics è venuto da me e mi ha detto che la DC aveva il personaggio più popolare e famoso di tutto il panorama fumettistico americano eppure non riusciva a vendere, ha deciso di affidarmelo e metterlo nelle mie mani. Questo mi ha dato una straordinaria latitudine, una grandissima capacità ed ampiezza di vedute e di possibilità di fare diverse cose e mi ha portato in nuove direzioni che nessuno aveva mai considerato prima. Ero piuttosto libero e quindi quando la serie ha iniziato ad uscire tutte le resistenze che c’erano in DC Comics son diventate sempre di meno col crescere delle vendite e quindi io ho iniziato ad espandere questo mondo e mi sono accorto che potevo utilizzare questo mondo e portarlo sempre più avanti.
Avendo già portato notevoli lavori, al tempo del primo Cavaliere Oscuro, aveva già tutta la libertà di agire sui suoi lavori? Quale era, o come percepiva, il suo potere contrattuale nei confronti della DC?
Ancora una volta la situazione per me era abbastanza comoda perchè nessuno comprava la testata di Batman e quindi semplicemente in DC hanno alzato le mani, mi hanno dato il personaggio e mi hanno detto “vai, provaci, fai il meglio che puoi fare” quindi mi son ritrovato ad avere una libertà formidabile e mi son ritrovato questa serie di bellissimi giocattoli con cui lavorare. Inoltre ho sfruttato un’altra situazione che nessun altro aveva sfruttato fino a quel momento cioè il fatto che il pubblico, i lettori, fossero diventati più grandi e che comunque continuavano a farlo leggere ai figli. Col crescere dell’età dei lettori ho pensato di poter far avanzare anche Batman con l’età, Batman ha avuto 29 anni per sempre ed ora mi sono spinto a fargliene avere 50 in modo che i lettori potessero leggere qualche cosa che fosse diverso ed insomma, sono riuscito a creare un Batman che soffriva di artrosi.
Ha definito Batman un set di giocattoli con cui divertirsi ed appunto la domanda è: quanto ti diverti a giocare con questi giocattoli?
Mi ci diverto il più che posso
Ti diverti anche a sfidare le convinzioni dei personaggi, immagino che non sia sempre semplice nell’industria dei fumetti riuscire a sfidare le convinzioni e a portare avanti un personaggio, cosa che avevi già fatto con Devil in Marvel, come è stato fare delle cose del genere?
Devil è un personaggio molto molto diverso, ho avuto un’esperienza totalmente diversa, perchè Batman è un personaggio molto ben concepito e quello che dovevo fare era solo riportarlo alle sue intenzioni originali mentre Devil… bé diciamocelo, è sempre stato una versione di serie B di Spider-Man. Per esempio il fatto che lui fosse cieco era qualcosa che non era mai stata sfruttata davvero, il fatto che lui avesse questo magico senso Radar che permette lo stesso di vedere il mondo non era davvero utilizzato. Io ho pensato di utilizzare la cecità come vero argomento di tutta la serie e in questo modo potevo far si che tutto il mondo in cui si svolgeva la serie avesse qualcosa da fare. A vederlo da un certo punto di vista, Devil è stato il mio primo fumetto di genere Crime Hard Boiled che mi ha poi portato a Sin City e quindi possiamo dire che Devil è una Crime-Series senza supereroi.
Il genere Crime Hard Boiled è il genere in cui Frank Miller ama più muoversi, possiamo quindi dire che sei un’autore di questo genere?
Assolutamente si. Questi sono i fumetti e i libri che più preferisco scrivere e leggere ed è questo il motivo per cui Sin City è il nome di una città e non quello di una ragazza. Volevo far in modo di far vedere che ogni cosa potesse cambiare, che i personaggi potessero morire. L’intenzione della prima serie era quella di far innamorare tutti i lettori del protagonista… per poi ucciderlo! In modo da far capire che nessuno fosse al sicuro in una testata del genere.
Come hanno reagito i fan a questa che è stata una vera e propria provocazione?
[Guarda il pubblico] Erano davvero davvero arrabbiati
Seguo la suggestione di Sin-City che ha la città come protagonista, la città è proprio il fulcro chiave del genere Hard Boiled e questa è un misto un po’ tra New York e Los Angeles, come la vede?
Questa è una domanda davvero bellissima. Quando ho iniziato Sin City io vivevo a New York e quindi Sin City era New York, poi mi sono trasferito a Los Angeles e tutto intorno a me c’erano palme, tetti di mattonelle e c’erano queste macchine bellissime che mi giravano intorno. Quindi tutto ciò che io prendo è ciò che mi sta intorno e per questo Sin City è una città mistica influenzata da tutto quello che vedo attorno a me.
Quali tipo di storia potrebbe essere ambientata in una città Italiana, come per esempio Lucca dove ci troviamo adesso, in un paese che ha dalla sua delle ambientazioni che potrebbero essere noir?
Mi sa che mi trasferirò qui per qualche anno giusto per scoprirlo [Ride]
Sempre parlando di città, una volta tutta l’editoria del fumetto era incentrata a New York mentre ora sembra essersi spostata a Los Angeles dando così l’impressione di seguire Hollywood. Come vive questo momento?
Che bella domanda. Io vivo ancora a New York e quando vivevo a Los Angeles facevo più o meno le stesse cose, diciamo che il rapporto che c’è tra il cinema ed i fumetti è inevitabile, straordinario e porta a grandi risultati perché per decenni e decenni i fumetti hanno rubato tanto materiale dal cinema mentre poi c’è stata una tendenza inversa dal mondo del cinema di prendere alcuni dei personaggi dei fumetti come è successo a Superman, a Batman o a Sin City ed adesso c’è questo filone dei Cinecomic. Tutto questo non può che far bene ad entrambi i settori, adesso ci si può spostare dove si vuole ma è importante mantenere questi collegamenti.
Pensa che questa situazione abbia contribuito a cambiare la percezione che l’autore dei fumetti a di se? La situazione è migliorata rispetto a 10-15 anni fa?
Si bé, ho speso pensato che l’errore più grave degli editori sia stato quello di accreditarci come autori [Ride]. La situazione è sempre migliore e meglio diventa per gli autori, gli sceneggiatori ed i disegnatori, meglio diventa per i lettori perché i fumetti stessi diventano migliori. Dovete ricordare che quando sono entrato a lavorare nel mondo dei fumetti gli unici soldi che gli autori riuscivano a ricavare erano quelli ottenuti dalle pubblicità…. e non è una barzelletta, è così che andavano le cose.
Le sono piaciuti gli ultimi film di Batman?
Me li sono goduti tutti per motivi differenti e l’ultimo film, Batman v Superman, è stato particolarmente divertente perché Wonder Woman si è rubata la scena in ogni singolo istante [Ride]
[Dal Pubblico] Pensava che il personaggio di Elektra potesse avere questa escalation di popolarità tra il pubblico?
Quando ho creato Elektra, io volevo solo cavarmela e riuscire a fare un personaggio che fosse interessante e pensate che il è il primo incarico che ho avuto come sceneggiatore di una serie e sono stato colpito dal fatto che quel personaggio fosse diventato addirittura più famoso del protagonista della serie, di Devil. La storia stessa che stavo raccontando chiedeva che questo personaggio venisse ucciso ad un certo punto perché non c’era altro modo sincero ed onesto per portare avanti la storia senza ucciderla, nonostante le resistenze e le opposizioni dell’editor sono però riuscito a fare la cosa che pensavo fosse più giusta. Poi c’è stato naturalmente questo clamore da parte dei lettori dove tutti chiedevano che lei fosse riportata in vita ed allora l’ho fatta tornare in vita. Quando però ho lavorato su Elektra Vive Ancora ho fatto apposta quella storia perché lei morisse di nuovo, perché fosse uccisa di nuovo e rimanesse morta. E COSA FA LA MARVEL? È ANCORA QUI!
Ma in realtà quella non è Elektra è semplicemente qualcuno che le ha rubato il costume! Dovete sapere assolutamente che quella non è lei, è un altro personaggio ma non è lei.
É particolarmente interessante notare cone tuttw le risposte di Miller siano generalmente contro tendenza rispetto all’immaginario collettivo della situazione fumettistica e cinematografica che stiamo vivendo in questi ultimi tempi.
Al termine dell’intervista Frank Miller ha lasciato le sue impronte su blocco di cemento che verrà utilizzato nella Walk of Fame di Lucca, un nuovo progetto che immortalerà i più grandi artisti passati per la città toscana durante l’evento fieristico lasciando così una traccia del loro passaggio.