Con un’accattivante campagna promozionale che in queste settimane sta toccando il suo apice, Mortal Kombat si sta ponendo a buon diritto tra i film maggiormente attesi di questa prima metà di 2021. Senza dubbio il trailer della nuova pellicola tratta dal leggendario videogame ideato da Ed Boon e sviluppato da Midway Games è riuscito a fare centro su due fronti spesso distanti tra loro. Se da un lato ha infatti smosso l’amore e la nostalgia dei fan vecchi e nuovi cresciuti a joypad distrutti e Fatality, dall’altro ha suscitato una certa curiosità in quella parte di pubblico che conosce poco o nulla della serie. Grazie a queste premesse ed al materiale finora mostrato, il nuovo Mortal Kombat sembra avere tutto il potenziale per rendere finalmente giustizia ad un intero sottogenere di film tratti da videogiochi: quello spesso bistrattato dei tie-in tratti da videogiochi di combattimento, meglio conosciuti come “picchiaduro“.

Come sappiamo, ancora oggi ogni picchiaduro che si rispetti deve presentare un ampio roster di personaggi diversi tra loro ed un gameplay che esalti le peculiarità di ognuno di essi. Tuttavia in un prodotto che pone il focus su clamorose combo di arti marziali e sulla velocità d’esecuzione, spesso e volentieri la trama è stata relegata a mero elemento accessorio. È quindi possibile trarre un buon film da un classico picchiaduro? La strada da percorrere per trovare una risposta, come vedremo, si è rivelata parecchio tortuosa. Ma facciamo un passo indietro.

Mortal Kombat

Sin dai primi fallimentari tentativi, l’espressione “film tratto da un videogioco” è stata spesso sinonimo di prodotti raffazzonati e superficiali, se non disastrosi, creati con il solo scopo di estorcere la sacra pecunia dalle tasche degli appassionati. Il peccato originale di questa pratica nasce all’alba dei grungissimi anni 90, quando l’industria cinematografica prese coscienza del considerevole afflusso di appassionati nelle sale giochi e del crescente mercato delle console da gioco casalinghe dominato all’epoca da SEGA e Nintendo. In un contesto simile lo sguardo degli studios volse ai brand di videogiochi “picchiaduro” più in voga del momento, in particolare a due che avrebbero fatto la storia del genere come Double Dragon e soprattutto Street Fighter. Quest’ultimo dopo il grande successo del primo storico capitolo raggiunse la consacrazione definitiva nel 1991 con il seguito intitolato Street Fighter II: The World Warrior. Riconosciuto come uno dei migliori videogiochi di sempre, rese la serie un vero e proprio fenomeno mondiale diventando in breve tempo un’icona immortale del mondo videoludico.

Questo fu quindi considerato come il candidato ideale per tentare la strada della trasposizione sul grande schermo, ed il 1994 vide approdare nei cinema Street Fighter – Sfida finale, primo tentativo di blockbuster a tema picchiaduro costruito quasi completamente intorno ad un Jean-Claude Van Damme all’apice della popolarità. Nello stesso anno arrivò anche l’adattamento di Double Dragon, film tratto dall’omonimo beat’em up a scorrimento che passò piuttosto in sordina, mentre nel 1995 fu la volta del primo film tratto da Mortal Kombat. Questo riuscì a portare sullo schermo lo spirito del videogame omonimo ed è ricordato con molto affetto ancora oggi, cosa che non possiamo dire del dimenticabile sequel Mortal Kombat: Distruzione totale del 1997, il quale fu un notevole salto indietro di qualità rispetto al primo episodio. La tendenza è poi proseguita nei primi anni 2000, con tentativi di portare al cinema altri brand di grande successo come Dead or Alive e soprattutto Tekken il cui materiale di partenza, a differenza dei diretti concorrenti, poteva vantare una struttura narrativa solida ed avvincente.

Tutti questi adattamenti sono risultati in qualche modo controversi, andando ad alimentare nel tempo il pregiudizio secondo il quale non è possibile adattare un buon film da un videogioco. Se ad oggi questo è stato smentito più volte grazie alla qualità sempre maggiore di alcune opere, il sottogenere dei picchiaduro al cinema rimane ancora in cerca di riscatto, e questa ad oggi rappresenta una delle sfide maggiori a cui è chiamato il nuovo Mortal Kombat in uscita oggi negli Stati Uniti. In questo speciale ripercorreremo muovendoci tra fallimenti annunciati, eroi improbabili e piacevoli guilty pleasure, le più significative trasposizioni del genere picchiaduro al cinema.

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