Tekken (2009)
Tekken, l’amatissima saga sviluppata da Namco, nasce nel 1994 come coin-op da sala giochi per poi diventare un vero e proprio fenomeno globale con l’avvento della prima PlayStation. Le vicende della famiglia Mishima hanno attraversato quasi due generazioni di videogiocatori grazie alla fluidità del combattimento ed alla fedeltà delle arti marziali riprodotte. A fronte di una consolidata affermazione nella pop culture e di quanto avvenuto in precedenza con i vari Street Fighter e Mortal Kombat, era solo questione di tempo prima che anche il marchio del Torneo del Pugno di Ferro approdasse sul grande schermo.
L’idea, vista come la classica ricetta per un incasso facile assicurato, si concretizza nel 2009 grazie alla Crystal Sky Productions. Ma è chiaro fin da subito che si tratta di un progetto al ribasso con intenzioni, per usare un eufemismo, non eccessivamente ambiziose. La casa di produzione infatti infarcisce il film di volti poco conosciuti ed affida il tutto alla regia di Dwight H. Little, regista televisivo con all’attivo qualche B-movie di stampo action. Come se non bastasse, le già poco esaltanti premesse vengono stroncate da un impianto narrativo a dir poco lacunoso, che imbastisce una trama simil-Hunger Games che fa letteralmente a pugni (!) con il materiale originale.
A differenza degli altri brand concorrenti, Tekken ha sempre fatto dell’elemento narrativo un punto di forza, impostandolo fin dal primo episodio come un dramma familiare. Il tema viene qui ripreso ma è inserito come puro pretesto per aggiungere l’elemento drammatico, altrimenti del tutto assente, in una trama che si stacca notevolmente dalle vicende della saga originale. Questa si svolge infatti in un ipotetico 2039 dopo che delle non meglio specificate guerre hanno annientato i governi favorendo l’ascesa di otto grandi corporazioni che controllano i vari territori. La più potente di esse è la Tekken con a capo Heihachi Mishima, il quale istituisce un torneo di arti marziali chiamato Iron Fist con lo scopo di distrarre la popolazione dalle miserie della vita di tutti i giorni e poterne quindi controllare il consenso. Il protagonista è, nemmeno a dirlo, Jin Kazama che finirà per partecipare al prestigioso torneo, e al quale faranno compagnia altri noti personaggi della saga come il sopracitato Heihachi, Kazuya, Marshall Law, Bryan Fury, Eddy Gordo, Raven, Yoshimitsu e Christie Monteiro. Se la trama rimane il massimo della prevedibilità, non va meglio con la caratterizzazione dei personaggi, molti dei quali sono inseriti per fare presenza senza avere un reale coinvolgimento nella storia.
Senza contare che molti di essi risultano totalmente diversi dalla loro controparte videoludica, mentre altri sembrano più la loro versione cosplay. Emblematico rimane il caso di Heihachi Mishima, reso in questo caso talmente uguale al personaggio originale che è quasi impossibile da prendere sul serio in versione live-action. Anche sul fronte dello spettacolo si naviga letteralmente a vista. I combattimenti in alcuni momenti riescono ad essere anche ben coreografati, ma vengono fortemente penalizzati da un montaggio frenetico che si preoccupa più del dovuto di mostrare cosa accade fuori dal ring, andando così a rendere i combattimenti spezzettati e poco organici.
Oltre alla delusione dei fan ed agli scarsissimi risultati al box-office, il film di Tekken ricevette anche un disconoscimento totale da parte di Katsuhiro Harada, uno degli sviluppatori originali del videogioco, che arrivò a definirlo orrendo e orribile, lamentando inoltre di aver avuto negata ogni tipo di supervisione sull’opera. Difficilmente però un suo intervento avrebbe potuto salvare un progetto nato male già in partenza.
Vi ricordiamo che Tekken è disponibile su Amazon Prime Video.