Con qualche anno di distanza dall’uscita Americana arriva anche in Italia grazie a Edizioni Star Comics il rilancio di Ninja-K, come parte dell’operazione che nel 2017 ha portato Bloodshot Salvation e X-O Manowar di Matt Kindt sulle nostre scrivanie.
Per anni abbiamo conosciuto Colin King come un importante membro super addestrato dal servizio d’intelligence Britannico per delle importanti e delicate missioni, ma ora quello che credeva della sua identità e dei suoi capi viene completamente sgretolato quando scopre molto di più su quello che era il Programma Ninja di cui lui è l’ultimo esponente. Proprio come se non bastasse un’assassino sta iniziando ad eliminare tutti i vecchi agenti che prima di King hanno servito l’MI6 in tale ruolo e quindi la nuova missione di Ninjak diventa personale.
Tocca a Christos Gage rilanciare Ninjak, un compito non facile con un personaggio così classico da quasi non rappresentare nulla di estremamente interessante su cui lavorare, quindi l’autore, decisamente più libero di lavorare qui che nei suoi precedenti lavori in forza alla Marvel si concentra sul background di Colin e sul programma Ninja che finalmente riceve la giusta attenzione. Gage alterna momenti della ricerca dell’assassino dei vari Ninja con racconti della storia del Programma Ninja, dal primo Ninja-A, un letale agente incaricato di assestare grossi colpi ai Tedeschi nella Prima Guerra Mondiale, il suo pupillo Ninja-B, e persino il misterioso Jonin, insegnante di tutti i Ninja successivi ai primi tre che si ritenevano troppo importanti per essere impiegati come maestri nel programma segretissimo dell’MI6. Lo scrittore riesce a bilanciare tutto quello che riguarda il personaggio di Ninjak e la vita di coloro che vennero prima di lui. La vita di Colin King è sempre stato divisa tra piaceri fugaci e le missioni per cui è pagato profumatamente ma in questo primo volume mentre viene rimesso a conoscenza delle vite di coloro che sono venuti prima di lui e con una minaccia altrettanto pericolosa quanto familiare, i rimorsi di una vita, le decisioni giuste e sbagliate diventano tutte una, mentre l’agente migliore del servizio segreto Britannico deve lottare per la sua vita e per le sue scelte di vita che potrebbero portarlo ben lontano dalla via di James Bond in versione Ninja che si è scelto, tutto per una donna o forse per qualcosa di più profondo che non gli è permesso.
I disegni sono affidati ad un gruppo di artisti che non fanno per nulla rimpiangere di aver deciso di scorrere le pagine, parliamo di Tomas Giorello, Juan José Ryp, Roberto de la Torre e Ariel Olivetti. Il primo che abbiamo potuto vedere anche a che fare con Harbinger Wars II riesce a bilanciare perfettamente i vari generi a cui i flashback con i vari agenti segreti Ninja fanno riferimento ed è aiutato dagli splendidi colori di Diego Rodriguez. Non è un caso che la componente artistica migliore, senza nulla togliere al buon lavoro di Ryp e de la Torre sia riservato ai flashback sia perché sono l’elemento di cui il lettore ha più curiosità dato che ben poco gli è stato dato in passato sul programma di cui Ninjak è l’ultimo esponente sia perché racconta del delicato equilibrio mondiale non di superumani e alieni ma di esseri umani spietati e di coloro che tentavano di fermarli. L’azione sia che sia gestita da Giorello, Ryp o da un’altro degli altri due disegnatori è chiara e cristallina, la struttura della tavola non è innovativa ma funziona tanto bene che si è portati a non perdersi un colpo sferrato, una spada sguainata o un proiettile esploso. I personaggi sono un’altro dei motivi per cui artisticamente questa serie è così interessante, i volti di tutti recitano effettivamente emozioni e trasmettono quel senso di tristezza dietro ad una vita che probabilmente non avrebbero scelto in circostanze diverse e proprio questo fatto è presente sui loro volti, anzi è scolpito nel fuoco degli occhi e nelle rughe attorno ad essi che sono l’unica cosa che traspare dalle loro maschere.
Ninja-K diviene così un fumetto che si inserisce in un affresco molto più ampio quello dell’universo Valiant riuscendo anche ad ampliare lo stesso mondo di Colin King, rendendo anche questa serie un piccolo franchise che può vivere separatamente dagli altri come Harbinger, Bloodshot o persino X-O Manowar. Se cercavate un buon momento per approfondire Colin King e il suo mondo, questo primo volume fa per voi e se amate i film action questa è una lettura d’obbligo.