[Recensione] Speciale Le Storie #4 – Lavennder di Giacomo Bevilacqua

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E’ arrivato Caronte, il caldo asfissiante, il telegiornale alterna incendi dolosi e non dolosi alle fondamentali notizie di calciomercato, c’è bisogno di un ventilatore, anzi c’è bisogno di una vacanza meglio ancora su un luogo dove sei interdetto dal mondo dei social e dalle tecnologie con la possibilità di girare al massimo in costume (o anche senza). L’arrivo dell’estate con la tipica sensazione di sonnolenza data dalle nottate insonni, dona alla psiche umana un preciso desiderio riassunto nella frase: “quanto vorrei stare su un’isola deserta”.

Questa sensazione probabilmente è balenata più e più volte nella mente dell’autore Giacomo Bevilacqua che si cimenta nella sua prima storia edita da Sergio Bonelli Editore. Si tratta del quarto speciale della collana “Le Storie” dal titolo Lavennder, 128 pagine scritte, ideate, disegnate e colorate tutte dall’estro di Bevilacqua (in edicola dal 12 luglio e in fumetteria dal 19). Non è un caso se la storia è stata totalmente partorita da un unico autore, già nella graphic novel ambientata nella Grande Mela, Il suono del mondo a memoria, Bevilacqua è un tutt’uno con la struttura che si va a sfogliare, dalle colorazioni, alla storia fino ai particolari tratti della sua matita; ma se ne Il suono del mondo a memoria ci si stupiva della perfezione di alcuni scorci della metropoli newyorkese con Lavennder parliamo di natura, colori e sfumature totalmente differenti dall’ambito cittadino, un turbinio di sensazioni con un altissimo tono di realismo. Ciò che salta all’occhio è la fusione di tutti questi elementi a favore della storia, di per sé “semplice” ma con la capacità di non farti soffermare alle notifiche che ti arrivano di whatsapp e una voglia irrefrenabile di girare pagina su pagina con la sensazione che qualcosa stia per accadere.

Durante l’intervista che abbiamo realizzato con l’autore lo scorso febbraio, Bevilacqua ci aveva rivelato alcune anticipazioni su questa storia che sin da subito ci era sembrata molto interessante, ci aspettavamo molto ed il risultato finale non ci ha delusi affatto. La sinossi (senza spoilerare nulla) di Lavennder è l’avventura di una giovane coppia di fidanzati, Gwen e Aaron, che sceglie di passare qualche giorno su un’isola deserta in pieno oceano, lontano da tutto e da tutti, un’isola a quanto detto da Aaron introvabile e fuori dalle classiche rotte turistiche. L’isola viene raccontata perfettamente dai colori saturi di Bevilacqua, dai dettagli di ogni zona e piano piano inizia ad essere la protagonista rispetto alla coppia perché l’atmosfera paradisiaca di quello spicchio di terra viene rotta dalla classica frase: “forse non siamo soli”.

Da lì un crescendo di emozioni, da storia con le atmosfere di “The Beach” passiamo a un claustrofobico thriller, dove il recinto diviene il limbo di terra e l’ignoto è proprio dietro l’angolo. L’autore romano gioca moltissimo sulle sensazioni di ansia, senso d’impotenza e spaesamento fino ad arrivare al classico colpo di coda che non ti aspetti e che ribalta l’intera storia (non si può andare oltre per non causare spoiler). Lavennder è senza dubbio un’opera in pieno stile editoriale Le Storie capace di far sognare, riflettere e perché no immedesimarsi nei protagonisti in maniera molto diretta senza tanti passaggi, ma è il tratto e la colorazione di Bevilacqua che rende questo fumetto un qualcosa di particolarmente fresco, leggero e senza dubbio evocativo. La potenza delle immagini è sempre di più crescente nel momento che ci si avvicina alla fine dove solo con le espressioni dei personaggi e dai cambi di tonalità di sfumature si arriva alla tremenda verità. Ci sono paesaggi e tavole silenziose che vanno di per sé ammirate e scrutate, le inquadrature non sono banali ma con un taglio molto originale, quasi fotografico reportagistico in alcuni casi.

In conclusione storia da portare con sé in una bella passeggiata in montagna o al mare, storia che evoca mondi sconosciuti e sogni reconditi di noi ragazzi amanti dell’avventura con un finale assolutamente da gustarsi fino all’ultima tavola.

Di seguito il video della colorazione di Lavennder