[Recensione] Ozark Stagione 2 – Droga, Denaro e Politica

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OZARK

Il 31 Agosto ha debuttato su Netflix l’attesa seconda stagione di Ozark con protagonista Jason Bateman, la serie crime che nello scorso anno ci ha piacevolmente sorpreso tanto da considerarla tra i prodotti più interessanti dell’anno, sarà questa stagione riuscita a confermare le positive impressioni?
La prima stagione principalmente ci ha introdotto alla famiglia Byrde, ma sopratutto a Marty Byrde (Jason Bateman), un consulente finanziario che oltre a quello si è salvato dalla bancarotta iniziando a riciclare denaro per un cartello Messicano della Droga. Le vicende della prima stagione prendono il via quando Bruce Liddell (Josh Randall) viene scoperto essere un informatore per l’FBI e così si ritrova a dover convincere Camino Del Rio (Esai Morales) che lasciandolo in vita sarebbe riuscito a fagli riciclare quantità di denaro immense negli Ozark, una zona turistica del Missouri. Così con Wendy (Laura Linney), la moglie e i figli, Charlotte (Sofia Hublitz) e Jonah (Skylar Gaertner), si trasferisce negli Ozark. Arrivati negli Ozark, la famiglia si troverà ad avere a che fare con la famiglia Langmore, un gruppo di Redneck della zona e gli Snell, questi ultimi sono dei contrabbandieri di droga che usano il lago dove predica Mason Young (Michael Mosley) come copertura. La situazione degenererà a tal punto che si formeranno delle improbabili alleanze e che movimenteranno l’attività di Marty.
La seconda stagione riprende da dove era finita l’anno scorso la serie con gli Snell che avevano eliminato Camino Del Rio per avergli mancato di rispetto e così Marty Byrde e la sua famiglia si trova a dover escogitare dei modi per salvarsi dalle ire del cartello. Nel frattempo, Ruth Langmore (Julia Garner) sta discutendo con i giudici per far prendere la condizionale al padre, Cade Langmore (Trevor Long), ma come se non bastasse l’agente dell’FBI, Roy Petty (Jason Butler Harner) continua a stare sulle tracce delle finanze del cartello e tenta di tutto per arrestare Marty sopratutto dopo il coinvolgimento emotivo che ha avuto con Russ Langmore (Marc Menchaca) nella stagione precedente.
Bill Dubuque e Mark Williams riescono in questa seconda stagione a correggere quelli che erano i problemi principali della prima, che sopratutto consistevano in una trama così tanto simile a Breaking Bad da scoraggiare buona parte del pubblico dall’approcciarsi alla serie, inserendo nuovi antagonisti ed allontanando sempre di più la famiglia da quei topos tipici di BrBa e portandola in nuovi territori. I Byrde nella seconda stagione, abbandonano l’area grigia con un comportamento sempre più criminale e creando una sorta di figura distorta della tipica famiglia Americana. Non risulterà inusuale ed accadrà spesso trovare Marty e Wendy Byrde prendere delle decisioni che li pongono non molto al di sotto dei loro capi del cartello. Dubuque e Williams non si concentrano solo sul riciclaggio di denaro in questa stagione, coinvolgendo i Byrde nella politica mentre tentano di far approvare il loro Casinò. Il tramite della famiglia di impreditori con la politica sarà Charles Wilkes (Darren Goldstein), che farà assaggiare a Wendy Byrde le sue prime libbre di carne. La famiglia Byrde si troverà più volte durante la stagione a discutere di denaro, riciclaggio e affari loschi al tavolo, con una naturalezza così surreale da essere quasi fuori da ogni possibile paragone. I Rapporti che si instaurano tra i personaggi in questa seconda stagione sono incredibilmente solidi e non vanno in contrasto con quelli che sono i caratteri dei personaggi che abbiamo conosciuto nella prima stagione, anzi tutti quelli che erano abbozzati ne escono rafforzati, specialmente i personaggi femminili, sopratutto Wendy Byrde, che nel momento in cui ha guardato nell’abisso ha ammiccato e Ruth Langmore che diventa sempre di più un personaggio fondamentale per far districare la trama ed aiutare Marty, diventando un vero e proprio aiuto per lui e anche una sorta di “figlioccia” possiamo dire, con tutto quello che comporta tale rapporto.
Dal punto di vista tecnico anche questa seconda stagione è su un buon livello, come ci aveva abituato la prima stagione, la regia segue i personaggi senza indugiare nemmeno su scene più pesanti a livello visivo e dense mentre per il resto è una regia standard per molte serie crime, infatti quello che risalta di più è la fotografia: grigia e che rispecchia l’area in cui si muovono protagonisti. La musica accentua l’impossibilità della famiglia di riuscire a salvarsi da una situazione in cui loro stessi si sono invischiati, ormai fanno parte di una spirale discendente e quando abbandoneranno l’ultima opzione di salvezza solo il male potrà tenerli a galla. Spesso assistiamo a delle scene non musicate e che fanno insorgere una consapevolezza nello spettatore quella di non star assistendo ad una storia di eroi, anti-eroi o di qualche famiglia della media borghesia tirata in mezzo a questioni più grandi di loro, ma bensì con dei veri e propri criminali, che hanno perso la capacità di poter pensare a qualcosa senza un guadagno personale.
Detto così la serie sembra non possedere difetti eppure come la sceneggiatura ed una chiarezza nello svolgimento delle vicende su schermo sono il suo più grande pregio, sono anche il più grande difetto della serie che in alcuni punti risulta prevedibile perché è stata costruita così attentamente da lasciare pochi dubbi sui personaggi e su quelle che potrebbero essere e che poi saranno le effettive mosse della famiglia, del cartello o degli Snells. Un’altro punto debole di questa stagione, è rappresentato dall’assenza quasi totale di un nemico, sopperiscono tutti gli intrighi dentro e fuori la comunità di Ozark County e che speriamo possa risolversi con la stagione prossima.
Ozark con questa seconda stagione fa un bel salto di qualità rispetto alla prima stagione, aggiungendo sempre più personaggi come ricambio per quelli che già nella stagione uno ci avevano lasciato e così facendo si aprono nuove strade per la serie che quando tornerà dovrà districarsi non solo tra il riciclo di denaro ma anche tra la politica e la mafia di Kansas City, nuova minaccia che potrebbe e dovrebbe sostituire quella degli Snell e dell’FBI che effettivamente in questa stagione era già di troppo.