Il talento di Donny Cates ormai è un dato di fatto. Piombato sulla scena come un fulmine a ciel sereno, con God Country l’autore texano si è guadagnato la fiducia della Casa delle Idee che gli affida prima Dottor Strange e poi Thanos, come banco di prova. Il successo, con Dannazione e soprattutto Thanos: Vince, vale al giovane talento un contratto di esclusiva e la realizzazione del sogno di una vita: scrivere la testata di Venom. Ottenuta la consacrazione con Eddie Brock, Cates ha cominciato a costruire la sua fortuna, diventando in breve tempo l’astro nascente dell’industria. L’aspetto più strabiliante e affascinante dei suoi lavori è come tutti facciano parte di un grande mosaico. Partendo da Thanos: Vince, tassello dopo tassello, con molta calma e lungimiranza, Cates è riuscito a collegare tra loro tutte le serie su cui ha lavorato, anche quelle più impensabili e, seppur non sia ancora chiaro dove voglia arrivare, siamo sicuri che il piano architettato dalla rockstar del fumetto americano sarà ambizioso e capace di sconvolgere il Marvel Universe per i prossimi anni e, perchè no, magari anche riscriverlo per le generazioni future.

Silver Surfer: Nero è la nuova tessera (cosmica) aggiunta da Cates al suo intricato progetto. Illustrato dal virtuoso Tradd Moore, talento famoso per la trilogia di Luther Strode e per aver plasmato il look  del nuovo Ghost Rider durante il periodo “All New Marvel Now!”, Silver Surfer: Nero è edito da Panini Comics in un unico volume cartonato, dove sono racchiusi tutti i cinque numeri della psichedelica miniserie sulla Sentinella degli spazi siderali realizzata dai due ex studenti del Savannah College of Art and Design.

La nuova parabola del Surfista Argentato, frutto della sconfinata creatività di Stan Lee e Jack Kirby, prende il via dalle pagine dei Guardiani della Galassia, anch’essa scritta dal golden boy Marvel. Nel primo numero dei Guardiani di Cates, dopo la lettura del testamento del Titano Folle davanti ad alcune delle figure più potenti dell’universo Marvel, siamo testimoni dell’imboscata dell’Ordine Nero  per recuperare le spoglie della loro giuda. L’attacco a sorpresa degli adepti di Thanos causa l’apertura di un wormhole al cui interno vengono risucchiati Norrin Radd, Beta Ray Bill e altri personaggi del cosmo Marvel. Nelle primissime tavole di Nero, Cates ci mostra come l’Araldo di Galactus faccia ricorso a tutto il suo potere cosmico per riuscire a far evadere dal buco spazio-temporale gli altri eroi risucchiati, salvando le loro vite, ma rimanendo intrappolato al suo interno. Nella solitudine dell’oblio infinito il Surfista esausto cade, sprofondando sempre più a fondo nel buio freddo e profondo. Dopo anni di solitudine, disperso nell’oscurità, una luce improvvisa cattura lo sguardo di Norrin Radd, svanendo però in pochi istanti, inglobata da una forza oscura, prima che l’eroe  possa raggiungerla. Attingendo al poco potere cosmico rimasto, Silver Surfer in sella alla sua tavola si dirige verso il punto dove fino a pochi istanti prima era apparsa la luce per far chiarezza sull’accaduto e trovare un modo per evadere dal vuoto in cui è sprofondato. Inizia così un nuovo viaggio del malinconico Surfista, un viaggio di speranza e redenzione fino ai confini della galassia, che spingerà l’eroe cosmico a riflettere sulla sua storia, sul suo operato e, ancor prima, sulla natura del suo essere.

Silver Surfer: Nero si presenta come uno dei lavori più intimi e riflessivi di Donny Cates. Abbandonata l’epica di Thanos e accantonata l’esuberante comicità di Ghost Rider Cosmico, la nuova odissea del Surfista galattico mette in luce, come mai prima, il lato più malinconico dello scrittore texano. Titoli autoriali come God Country o Babyteeth, hanno avuto il merito di mostrare l’aspetto più empatico e umano del giovane autore attraverso temi a lui cari come il dolore, la malattia e la famiglia. Ma è sulle pagine di Silver Surfer che Cates porta in scena la tristezza della solitudine e ci mostra come questa possa mettere in dubbio la stessa natura del proprio io, dove l’iniziale stantia immutabilità dell’io lascia progressivamente spazio all’accettazione e al cambiamento. Pensato come lettera d’amore e omaggio al suo creatore Stan Lee a ridosso della sua improvvisa scomparsa nell’autunno 2018, il viaggio affrontato dall’eroe argentato per sfuggire all’oscurità che lo divora diviene allegoria dell’intimo viaggio alla ricerca di sé. Sullo sfondo di una delirante odissea cosmica, all’enfant prodige della Casa delle Idee va il plauso di essere riuscito ancora una volta ad incastrare sapientemente un’altra tessera nel mosaico da lui costruito, ampliando la cosmografia da lui delineata e aggiungendo elementi alla sua mitologia.

Il comparto grafico della miniserie è affidato a Tradd Moore, amico ed ex compagno di classe di Donny Cates. Figlio degli anni’80, amatissimo dai fan per il suo inconfondibile tratto fluido e dalle anatomie impossibili, la prova dell’artista su Silver Surfer: Nero non delude le aspettative. Rielaborando la classica iconografia cosmica kirbyana in chiave allucinogena, le tavole di Moore sono un tripudio di dinamismo, dove la rigida griglia di divisione si piega all’estro creativo di Moore in un turbine di splash page dal forte impatto visivo e dall’utilizzo di doppie pagine per narrare gli eventi in maniera più fluida e cinematica. Impreziosite dagli stroboscopici colori di Dave Stewart, le pagine del giovanissimo artista denotano quindi una chiara influenza dell’arte orientale, con cui stravolge i canoni del genere, adottando alcune soluzioni stilistiche estreme e innovative che purtroppo potrebbero non piacere all’occhio dei puristi, risultando forse caotiche e dispersive. Indipendentemente dal gusto personale però, è innegabile, secondo chi scrive, il talento di Tradd Moore, che con Silver Surfer: Nero firma una delle sue migliori prove dopo Luther Strode, fornendo un’ulteriore esempio di padronanza di tecnica e di personalità.

Silver Surfer: Nero, ultima fatica di Donny Cates e Tradd Moore, è un sentito omaggio alla creazione preferita di Stan Lee. Sotto la patina psichedelica della nuova odissea cosmica di Norrin Radd, si nasconde un viaggio intimo e malinconico alla ricerca di sé stessi capace di mettere in luce una sfaccettatura inedita del Surfista d’Argento, ma anche dell’autore che lo scrive.

RASSEGNA PANORAMICA
Silver Surfer: Nero
7.5
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Per gli amici Tollo, ha un debole per gli eroi in tutina Marvel e DC dal luglio del'92. Crescendo scopre Frank Miller e Grant Morrison che gli cambiano il modo di intendere il fumetto e da allora professa instancabilmente la loro parola. Districandosi tra una recensione e un'intervista, sperperà metà del suo stipendio per seguire ogni singola serie di Rick Remender.
silver-surfer-nero-di-donny-cates-e-tradd-moore-recensioneL'ultima fatica di Donny Cates e Tradd Moore, è un sentito omaggio alla creazione preferita di Stan Lee. Sotto la patina psichedelica della nuova odissea cosmica di Norrin Radd, si nasconde un viaggio intimo e malinconico alla ricerca di sé stessi capace di mettere in luce una sfaccettatura inedita del Surfista d’Argento, ma anche dell’autore che lo scrive. Artisticamente il tutto è impreziosito dagli splendidi disegni di Tradd Moore, un artista poliedrico e virtuoso, che dimostra ancora una volta il suo infinito talento.

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