In quest’ultima settimana vari importanti membri del comicdom Statunitense si sono espressi sul cosiddetto “Comicsgate”, un movimento non recente quanto si penserebbe, ma che già da alcuni anni è una macchia nera nel mondo del fumetto a stelle e strisce. Una macchia che ritiene inutile e dannosa la diversificazione nei fumetti, e che si scaglia vigliaccamente contro autori emergenti membri della comunità LGBTQI e di minoranze etniche, in un momento in cui tutte le case editrici, dalla Image alle big two, Marvel Comics e DC Comics, stanno cercando voci nuove e di raggiungere un pubblico più inclusivo possibile.
Marsha Cooke, la vedova del noto fumettista Darwyn Cooke (The New Frontier, Batman: Ego) ha visto il nome del marito venire affiancato al movimento “Comicsgate”, la donna ha così riattivato il proprio profilo twitter per rispondere.
We don’t deserve Marsha Cooke ❤️ pic.twitter.com/bMq2SGUJtq
— rosie knight @ home ✨ (@RosieMarx) 21 agosto 2018
La risposta degli aderenti al movimento furono tweet pieni di rabbia e minacce dirette a lei personalmente.
Can’t hear you, too busy weaponizing my Twitter account. pic.twitter.com/SiXxq4iier
— Nicest Girl Evr (@Nicest_Girl_Evr) 22 agosto 2018
We can all report this right? pic.twitter.com/e4Fc8jL5Wr
— Nicest Girl Evr (@Nicest_Girl_Evr) 23 agosto 2018
I think I’m finished on this topic but @EthanVanSciver this is the kind of friend you have. pic.twitter.com/IgI8WuyEvA
— Nicest Girl Evr (@Nicest_Girl_Evr) 23 agosto 2018
Tale situazione era diventata troppo grande per far finta di niente e così ha portato un sacco di creatori e altri addetti ai lavori, finalmente a distanziarsi pubblicamente dal “Comicsgate”. Tra i primi ci furono autori come Jeff Lemire (Essex County, Sweet Tooth) e Bill Sienkiewicz (Devil: Amore e Guerra).
Comicsgate is based on fear, intolerance, bigotry and anger. The comics creators emerging today are too talented, too smart and too loud to be beaten by these weak people. It’s time we all started standing up for one another.
— Jeff Lemire (@JeffLemire) 23 agosto 2018
“Il Comicsgate è basato sulla paura, l’intolleranza, il bigottismo e la rabbia. I creatori di fumetti oggi sono troppo talentuosi, intelligenti e si fanno sentire, non potranno essere battuti da queste persone deboli. E’ tempo che ci sosteniamo l’un l’altro.” ha scritto Lemire sul suo twitter.
Anche Bill Sienkiewicz ha poi scritto una lunga lettera ai suoi fan e amici di facebook dove finalmente metteva in luce il movimento noto come il Comicsgate.
Come fu anche il Gamergate, anche il Comicsgate ha tra le sue fila prominenti membri dell’industria, in particolare l’artista Ethan Van Sciver, che ha lavorato spesso con molti autori della DC Comics, tra l’altro proprio questi era noto da anni per il suo atteggiamento da bullo verso altri creatori di fumetti su internet, tale comportamento non più sostenuto dagli editori ha portato dunque al non rinnovo del suo contratto con DC Comics. Proprio questo ha spesso promosso i suoi pensieri tramite varie interviste con figure controverse del mondo dei fumetti USA, come youtuber come Vox Day e anche Richard C. Meyer, conosciuto ai più per il canale you tube Diverisity & Comics. Proprio Meyer aveva già avuto modo di dare contro ed insultare autori come Ta-Nehisi Coates (Pantera Nera, Capitan America) e Magdalene Visaggio (Eternity Girl).
Vari siti Americani hanno avuto modo di approfondire il comicsgate in questi giorni, tra cui Polygon; proprio questo articolo ad opera del collaboratore Kieran Shiach, ha portato alla luce anche altri avvenimenti che non sono stati discussi ma che vanno avanti inevitabilmente dal 2014.
Ovviamente Ethan Van Sciver non è stato zitto e invece di prendere di petto l’accusa della Cooke e degli altri autori di fumetti, ha invece deciso di dare la colpa ai Social Justice Warrior di Twitter che l’avrebbero usata come scudo per attaccare il “Comicsgate”.
Yes, SJWs in comics, apologize to Marsha Cooke for cynically using her as a shield to attack Comicsgate, and for lying to her. It was Darwyn’s dear friend Billy who claimed him for Comicsgate, and I am disgusted by this whole affair.
This wasn’t fair to you or Darwyn, Marsha. https://t.co/a4htal2tZH
— ComicArtistPro Secrets (@EthanVanSciver) 23 agosto 2018
E’ stato proprio in definitiva questo tweet a far “svegliare” gli altri autori (di cui sopra abbiamo riportato alcuni tweet) e denunciare il movimento al pubblico Internazionale. Nei giorni successivi si sono aggiunti vari nomi del settore come Tom Taylor, scrittore di Injustice e X-Men: Red.
I believe comics are for everyone.
There is no excuse for harassment.
There is no place for homophobia, transphobia, racism or misogyny in comics criticism.— Tom Taylor (@TomTaylorMade) 26 agosto 2018
“Io credo che i fumetti siano per tutti. Non ci sono scuse per le molestie. Non c’è posto per l’omofobia, la transfobia, razzismo o la misoginia nella critica ai fumetti.”
Dopo molti altri autori hanno copincollato il messaggio di Taylor, modificandolo leggermente ma sempre mantenendo l’attacco al movimento: Fabian Nicieza (co-creatore di Deadpool), Gail Simone (Birds of Prey), Nicola Scott (Wonder Woman), Jordan D. White (editor degli X-Men in Marvel), Cullen Bunn (X-Men Blue) e Jamal Igle (Firestorm), tra i tanti. Altri, come Gerry Duggan (Infinity Wars), Jody Houser (Amazing Spider-Man: Renew Your Vows) e Michael Lark (Lazarus), hanno deciso di rimuovere la parola “critica.”
Altri come Ales Kot e Ramon Villalobos, hanno invece usato le loro stesse parole per denunciare il movimento.
Yeah, #comicsgate is a white supremacist patriarchal hate group developed and maintained to further those designs by the means of organized harassment and abuse. It capitalized on mainstream comics creators largely ignoring queer voices speaking up about being targeted for years.
— Aleš Kot (@ales_kot) 26 agosto 2018
now that the light is on and we’re all kind of publicly talking about comicsgate and how trash it is to be a white supremacist hate group, i have a few thoughts.
— Mr. Vertigo Comics ??? (@RamonVillalobos) 26 agosto 2018
Prima di questo momento il Comicsgate è sempre passato sotto i radar, nonostante già nel 2014 aveva avuto un ruolo nella vicenda che vedeva la cover variant di Spider-Woman #1 realizzata dalla leggenda dei fumetti, Milo Manara.
Rob Salkowitz già nel 2014 aveva previsto un possibile esito del “Comicsgate” aveva infatti detto.
“Se un Comicsgate dovesse mai avvenire, sarebbe catastrofico.”
Effettivamente un momento meno sospetto di ora, ma che già poteva far capire cosa sarebbe potuto succedere nei 4 anni successivi, con una sempre maggiore diversificazione dei fumetti e del loro mercato.
Tra i più importanti membri del settore che hanno poi fatto riferimento al comicsgate abbiamo anche Tom King (Batman, Mister Miracle).
Comics aren’t for everyone.
Created by the children of immigrants, it is the medium of the outsider and the outcast, the nerd who won’t fit in.
We exist, we thrive because we recognize and amplify the voices of those who must struggle mightily to be heard.
We say, I’m here. pic.twitter.com/kn4IVeKxqH
— Tom King (@TomKingTK) 27 agosto 2018
Tweet che ha tuttavia causato qualche perplessità tra i colleghi, come Jen Bartel ha fatto notare all’autore.
Tom, this reads like one of those doormats that says “welcome” no matter what side you’re standing on ?
— Jen Bartel (@heyjenbartel) 27 agosto 2018
Nei giorni successivi si è unito alle voci Cullen Bunn (Magneto), che ha attirato delle critiche proprio per la sua presa sul movimento, che puntava sull’assolvere chi non fosse stato associato a molestie online o di altro genere, ma che era legato al movimento.
Now, is everyone in this movement a bad person? No. I’m not going to say that. Misguided? Yeah. Bad? No. In fact, I *might* go so far as to say most of the people associated with the group aren’t bad people.
— Cullen Bunn (@cullenbunn) 26 agosto 2018
This is a very bad take. Every motivation to be part of the movement connects to some kind of bigotry or harassment. There are many people who are vocal about disliking plenty of comics without needing to hashtag themselves into a targeted hate campaign to express their dislike.
— Peter AKA @krisis@social.mastodon (@krisis) 27 agosto 2018
Marsha Cooke ha poi concluso con uno degli ultimi tweet che vedevano una critica all’industria generale, che ha ignorato il movimento fino a quando una donna bianca e vedova di un uomo amato nell’industria sia stata attaccata e non prima quando erano invece elementi più fragili della comunità a fumetti di creatori e non solo.
Hopefully this is my last comment on the subject but I agree with everyone saying it is annoying that people didn’t get on board the reality of what these idiots are doing until it was a white wife attacked.
— Nicest Girl Evr (@Nicest_Girl_Evr) 26 agosto 2018
Spesso in questi tweet il movimento è stato indirizzato come un qualcosa che avesse nella “critica” il suo perno, ma come è stato fatto notare esso non è composto da critici, bensì da altri creatori e quindi non nasce per essere critico, ma bensì ha altre ragioni dietro, come è stato fatto notare da Tom Taylor, infatti, usare quella parola “critico” in un certo senso potrebbe dare legittimità al “Comicsgate” cosa che non si vuole e non si deve permettere di fare.
I wanted to quickly update this.
I’ve spoken to friends and seen others I respect who felt the word “criticism” legitimized a group of harassers.
I apologize for this. It was certainly not my intention. There were air quotes around the word in my head when I wrote it. https://t.co/XDta9URxVs— Tom Taylor (@TomTaylorMade) 27 agosto 2018
Sicuramente l’esplosione del caso giunge in un momento dove si tenta di diversificare e in cui molte serie, anche storiche, faticano e può rivelarsi un boomerang per il mercato, ma è giusto che il problema sia emerso e che venga finalmente affrontato, e non più preso sottogamba.