[Speciale Lucca]: L'incontro con Skottie Young

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Durante la giornata di domenica 30 ottobre, presso la sala Tobino del Palazzo Ducale di Lucca, si è tenuto lo Showcase organizzato da Bao Publishing con protagonista lo scrittore e disegnatore Skottie Young.
Young è particolarmente famoso nel panorama fumettistico americano per aver realizzato un enorme quantitativo di Variant Cover raffiguranti i baby-personaggi di casa Marvel ma soprattutto per aver disegnato la saga di Oz, scritta da Eric Shanower, pubblicata da Panini Comics e per aver esordito in modo più completo con Io Odio Favolandiapubblicato da Bao Publishing, del quale ne è anche lo sceneggiatore. La variant cover Fanculo Favolandia è andata in Sold Out nei primi due giorni di fiera.
Vista la figura carismatica di Young abbiamo deciso di riportare qui di seguito lo showcase, per intero e senza tagli, in cui il fondatore di Bao Michele Foschini ha tenuto e moderato il Q&A.
Foschini: Grazie a tutti, grazie di esserci. Quest’uomo è qualcosa che non ci aspettavamo, nel senso che qua ci dovrebbe esserci una copia del suo libro per fare pubblicità ma non abbiamo una copia del libro da mettere qua davanti. Ne abbiamo finiti un migliaio in due giorni e una mattina, infatti questa mattina abbiamo rischiato il linciaggio. Ed è un bellissimo segno per una persona che per moltissimo tempo si è domandata se il suo stile avrebbe trovato una collocazione nel mercato americano. Come hai accettato di raccontare gli adattamenti del Mago di Oz per Marvel?

Skottie: Quando stavo lavorando sugli X-Men il mio editor in Marvel mi ha detto che avevano una proposta per il mio prossimo incarico e quell’incarico era l’adattamento dei romanzi della serie di Oz. Era una cosa molto strana perchè ero stato chiamato dalla più grande multinazionale di supereroi del mondo per adattare delle classiche storie di inizio ventesimo secolo, era qualcosa di inconsueto. E poi avevo il timore che non venisse accettato bene perché sentivo che il mio stile così cartonesco poteva contrastare con quel tipo di incarico.

Foschini: Quanto ci è voluto prima che tu e Baum vi accorgeste di avere tra le mani qualcosa di speciale?

Skottie: Ho passato circa tre mesi a lavorare sugli studi dei personaggi e ho cominciato a dirmi “non cercare di fare l’artista figo, cerca di raccontare quello che Frank Baum voleva raccontare nei romanzi” perché francamente anche nelle illustrazioni delle edizioni originali non mi sembravano raccontare i personaggi della storia ma più quello che l’illustratore voleva disegnare in quel momento. Quindi quando più o meno ho iniziato a disegnare le mie prime pagine, che avevo distillato il mio stile in quello che volevo, mi sono detto “mi sa che farò qualcosa veramente diverso dal solito” ma non ero ancora completamente convinto del successo.

Skottie Young Oz
Il Mago di Oz – Skottie Young
Foschini: Mi sembra di ricordare che alcuni dei tuoi colleghi abbiano detto che loro stavano lavorando sulle testate best seller mentre tu li stavi lasciando nella polvere

Skottie: ai tempi delle prime uscite c’è stato uno dei grandi meeting sulle vendite ed alcuni dei miei colleghi che al tempo scrivevano cose molto famose, come per esempio Ed Brubaker scriveva Capitan America o Bendis scriveva Secret Invasion e i grossi crossover, insomma sono stati invitati in quanto autori di questi grandi best seller e hanno cominciato a dirmi “ci hai rovinato la festa ora che in cima c’è il Mago di Oz”.

Foschini:  Quanti numeri, quanti archi hai fatto?

Skottie: Ho fatto sei archi narrativi con Shanower, in tutto 43-45 numeri singoli. Devi sapere che Baum aveva scritto il primo romanzo senza grosse aspettative, ma poi il romanzo è stato trasformato in un’opera teatrale che lo ha reso ricco. Allora ha scritto il secondo libro in modo tale che fosse più facile riadattarlo per il teatro. La cosa però non ha funzionato, è stato un flop colossale, allora ha ricominciato a scrivere libri con il semplice scopo di scrivere libri e comunque la sua progressione doveva finire con il sesto. Siccome questa cosa del successo inaspettato, della cosa che va male e poi rimetterti a fare qualcosa di simile all’originale ecco, somiglia molto a quello che ci capita spesso nei fumetti. Era una progressione naturale anche per noi terminare con il sesto numero.

Foschini:  Con questi volumi oltre ad aver venduto molto bene ed essere piaciuti alla critica, che era più o meno attorno il periodo in cui ti abbiamo conosciuto noi, hai vinto un certo numero di premi Eisner.

Skottie: Nell’anno in cui ci siamo incontrati, che se non sbaglio era il 2009, ne ho vinti due. E poi l’anno dopo ci siamo rivisti, ci siam detti che non sarebbe mai successo di nuovo ed invece ne ho vinti altri due e poi ho avuto altre 4 o 6 nomination che insomma, la cosa non è che mi dispiaccia particolarmente.

Gertrude I Hate Fairyland
Gertrude – Protagonista di Odio Favolandia
Pubblico: Ci sono diversi autori che quando arrivano a lavorare per grandi case, che possono essere Marvel o DC, adattano il loro stile in maniera commerciale. Tu invece sei sempre rimasto coerente, cosa ti ha spinto a non adattarti? Come hai fatto ad affermarti e quale consiglio daresti ad un giovane disegnatore?

Skottie: Grazie, è una domanda molto interessante. Io faccio questo lavoro da circa 15 anni e per circa 7 od 8 ho vissuto un periodo in cui tutti mi dicevano che il mio stile era troppo cartonesco ed irrealistico. Ad alcuni dei miei colleghi, anche della mia stessa generazione e del mio stesso gruppo, è stato offerto e chiesto di conformarsi ad uno stile differente ed alcuno lo hanno fatto ma io credo sia perché hanno più talento di me, nel senso che sono riusciti a trovare una maniera per adattarsi. Nel mio caso era impossibile perché io continuavo a dire “guarda, questo è quello che so fare, spero che possa andare bene”, per fortuna ho sempre avuto un paio di paladini della mia causa presso le aziende per cui lavoravo e che mi hanno assicurato che avessi sempre un po’ di lavoro ma probabilmente giusto prima che la mia esistenza in quella realtà cominciasse a diventare critica internet si è diffuso a livello globale ed ho così coltivato un seguito di appassionati online. Ed è qualcosa di cui probabilmente all’inizio le case editrici erano inconsapevoli. Mi ci è voluto un po’ di tempo ma ad un certo punto le esigenze editoriali e il gusto della base dei lettori si sono incontrati nel mezzo e ho avuto subito vita più facile e subito più lettori di quello che avevo prima.
D’altra parte, ora che tutto trasborda verso altri mercati molti titoli europei, che tendono ad essere più cartoneschi nei disegni anche mantenendosi seri nella narrazione, si vedono adesso in america ed influenzano le scelte. Questa cosa fa si che la ora sia più plausibile la presenza di uno come me in un mercato come quello.

Foschini: In che anno hai fatto la prima copertina? Quante ne sono passate da allora ma soprattutto ti stai ancora divertendo a farle?

Skottie: La mia prima risale al 2012 quando Midtown Comics mi  ha commissionato una variant specifica solo per loro, una copertina di AvX rappresentante una battaglia tra 35 baby personaggi che ha venduto così bene che la Marvel ha pensato bene di farmene fare delle altre. Stavano per rilanciare il Marvel Now in quel momento e quindi c’erano un sacco di numeri in uscita e me ne hanno chieste 10. Dopo aver fatto quelle 10 mi hanno una mail chiedendomene altre 5 alché ho pensato “sul serio? ne vogliono altre 5?” e poi appena prima della fine di quelle richieste mi arrivava un’altra mail chiedendomene altre 5. Per un anno siamo andati avanti così fino a quando poi si sono stufati e mi hanno mandato un foglio excel con tutte le mie deadline di copertine per 6 o 9 mesi. Una copertina a settimana per quasi 5 anni quindi non so se ho superato le 200 ma ci stiamo per arrivare.
La domanda che mi viene rivolta spesso è se questo trucchetto prima o poi stancherà, però non è un trucchetto perché è un’interpretazione dei personaggi, e molto spesso quando il disegno è molto semplice è perché faccio un messaggio narrativo sotto in queste copertine che sono quasi una vignetta umoristica a se stante. Non so quante persone possa dire di aver disegnato quasi tutti i personaggi del Marvel Universe, mi posso divertire a disegnarle senza dover fare le 20 pagine che ci sono dopo [ride] il che è fantastico. In più queste copertine mi hanno veramente portato in tutto il mondo, sono così popolare in posti come l’Italia, la Francia, la Germania che vengo invitato sulla forza del fatto che le persone hanno visto queste cose quindi si, sono passati degli anni, la cosa continua ma faccio fatica a non dire che la cosa sia straordinaria e bellissima.

skottie young punisher
La Cover Modificata di The Punisher

Pubblico: Come nasce l’idea di una copertina, quanto te la studi e visto il messaggio satirico come si sviluppa? Mi viene in mente la cover di Moon Knight per esempio alla falce di luna. Inoltre: Marvel approva sempre le copertine o c’è qualche restrizione?

Skottie: Non c’è un processo di approvazione editoriale. Un po’ perchè sono alla Marvel da così tanto tempo che so più o meno cosa possiamo o non possiamo fare come autori però sono arrivato al punto che da anni mando copertine finite. Ci sarà stato, su 200, 2 o 3 volte che qualcosa è stato cambiato, per esempio quando ho disegnato il baby punitore con dei grossi uzi ed i bossoli per terra, mi han detto che magari era un problema anche perché era un periodo in cui si parlava molto del problema delle armi da fuoco nelle scuole, ma in realtà la cosa ha migliorato la copertina perché gli ho messo delle freccette di gomma con delle ventose… è diventato molto più divertente di prima. Per quanto riguarda il concept delle copertine di solito mi pongo il problema di quanto e come sia conosciuto dal pubblico il personaggio, per esempio quella specifica incarnazione di Moon Knight ha multiple personalità, è abbastanza uno schizzato, quindi ho rinunciato subito all’idea di fare una posa d’azione e ho pensato che se c’è qualcuno che può appendersi direttamente alla luna può essere lui. Oppure per esempio c’è una copertina di Morbius il vampiro e mi è sembrato buffo che avesse un biberon pieno di sangue e dietro una lapide con scritto “Pisolina in Pace”. Insomma quando ero piccolo era tutto quello che volevo fare, un pisolino in pace [Ride] quindi era una buona . Il problema si pone quando c’è un personaggio su cui non voglio farci una battuta intorno, per esempio un personaggio che porta un messaggio di accettazione della diversità e non ha senso che io ci scherzi sopra quindi delle volte sono più scolastico nell’approccio verso il personaggio. Dipende sempre da come percepisco il personaggio e da come questo viene percepito.

skottie young pinocchio
Il Pinocchio di Skottie Young in Anteprima

Pubblico: Per quanto riguarda la serie Io Odio Favolandia, da dove nasce l’idea di rivistare il romanzo classico di Alice nel Paese delle Meraviglie?

Skottie: L’idea è venuta quando stavo lavorando sui libri di Oz ed un giorno stavo ascoltando un audio libro proprio di Alice nel Paese delle Meraviglie, che è un libro che avrò letto un centinaio di volte nella mia vita, e mentre disegnavo questi personaggi che parlano in rima con doppi sensi e ambiguità ascoltavo intanto questi personaggi che non rispondono mai ad Alice e parlano sempre per indovinelli, mi sono domandato “come fa a non diventare pazza?” e allora li mi è venuta l’idea di un personaggio intrappolato in un mondo fiabesco con personaggi ambigui dai modi arcaici ed incomprensibili, lei impazzisce e non può andarsene mai. Mi ha influenzato il fatto di avere questa linea nervosa che influenza il mio modo di raccontare, quindi avevo bisogno di raccontare un mondo che non fosse tutto preciso, simmetrico ed ordinato ed il mio stile si è adattato bene.

Pubblico: Siccome recentemente è stato annunciato il rilancio delle saghe X-Men, ha già qualche ingaggio dedicato a Resurrexion o alle cover della serie?

Skottie: Non ne sono sicuro perché se non sbaglio c’è ancora un evento prima del rilancio che dovrebbe essere Inumani vs X-Men, sono comunque sicuro che succederà. Quello che so dirti è che delle volte mi hanno mandato i file per le copertine prima ancora che dicessero all’artista degli interni che avrebbe fatto quella storia.

Pubblico: C’è un altro romanzo sul quale sai già di voler lavorare un giorno?

Skottie: Credo che una volta finite le mie storie non mi dispiacerebbe affrontare Pinocchio, è una storia di crescita e di cambiamento così oscura che sarebbe divertentissimo affrontarla con un taglio veramente oscuro.

Pubblico: Visto che in Fairyland ci sono questi personaggi che sembrano quasi saltare fuori dalle pagine, avevi in mente le voci dei personaggi? Potresti emularcele?

Skottie: [Ride] So di aver detto in pubblico che parlo molto quando scrivo le storie, che dico proprio i dialoghi per avere un dialogo possibilmente realistico, come se stessero parlando tra amici, ma non sono sicuro di avere le voci. Di sicuro la voce di Larry è monocorde e molto bassa tipo [con tono basso] “tiodiotiodiotiodiotiodiomuoritipregotiodio”, è forse più un Tom Waits ecco. Per quanto riguarda Gertrude non sono sicuro perché da un certo punto di vista nella mia testa ha la mia stessa voce però non è detto è tipo Kristen Bell quando fa Anna in Frozen che ha questa vocina tipo [con tono acuto e velocemente] “è tipo che tutto è fantastico è tutto meraviglioso” e senti che c’è una certa pazzia in lei.

Pubblico: Dove prende l’ispirazione sia per scrivere che per disegnare? Come costruisce le personalità dei suoi personaggi?

Skottie: Guarda quando lavoravo sul materiale degli X-Men sento che non avevo ancora trovato la mia voce, era come se il mio stile che voleva essere supereroistico si scontrasse con la mia natura cartonesca e non erano ancora scesi a patti. Poi di volta in volta con Oz, Fairyland ecc. ho scelto degli strumenti differenti ed è palese che la struttura sottostante è il mio disegno, io quello so fare, però ogni volta in qualche modo affrontando il materiale da un punto di vista differente, adattando l’approccio mentale e gli strumenti mi sono riuscito a conformare meglio alle esigenze delle storie.

Skottie Young
Skottie Young alle prese con Gertrude

Pubblico: Visto che parlava degli strumenti volevo chiedere se poteva parlarci degli strumenti che usa

Skottie: Oh, certo! Utilizzo molto questa penna a pennello che costa una decina di dollari e grazie alla sua cartuccia ad inchiostro mi permette di fare più o meno tutto quello che fa un pennello normale solo che è molto più economico. Permette di fare linee sottili, linee più spesse, di peso variabile, usandolo di lato posso simulare un pennello asciutto e poi utilizzo molti pennarelli con la punta in feltro ad acrilico, soprattutto alle convention, quando invece disegno a casa utilizzo un pennello normale. C’era una Cintiq (tavoletta grafica) prima qui sul tavolo, comincio quasi sempre le mie storie li, poi mi stampo le pagine e le inchiostro tradizionalmente.

Rocket Raccoon Jake Parker
Rocket Raccoon di Young e Parker

Pubblico: Essendo la Marvel sotto il cappello Disney le è mai stata proposta una serie animata Marvel o di trasporre animatamente Fairyland o altre serie?

Skottie: No, non mi è stata mai proposta una serie legata ai personaggi della Marvel ma c’è un’azienda con cui sto lavorando per la Marvel in questo momento che sta realizzando degli short animati su Rocket Raccoon e Groot, basata sui miei design, e mi hanno chiesto di fare dei disegni aggiuntivi per questo materiale, è stato molto forte vedere qualcosa di statico e bidimensionale vederlo diventare qualcosa di dinamico. Per quanto riguarda Fairyland per ora nessuno mi ha proposto niente, ci stiamo lavorando. Nel senso che c’è un interesse ma la cosa strana è che non sarà animato ma probabilmente sarà in Live Action, d’altra parte i film di Alice nel Paese delle Meraviglie hanno fatto un sacco di soldi, Deadpool ha fatto un sacco di soldi, io ho già spiegato agli studios che è Deadpool che incontra il Paese delle Meraviglie quindi insomma l’interesse c’è.


Pubblico: 
Nei primi di numeri hai disegnato la serie di Rocket Raccoon, volevo sapere di chi è stata la scelta di continuare a sceneggiare per poi lasciare il disegno a qualcun altro.

Skottie: Ho dovuto lasciare perdere la parte artistica perchè per anni ho rotto le scatole alla Marvel di fare un progetto e finalmente me lo hanno concesso, ovvero Giant Size Little X-Men, era qualcosa che dovevo fare in quel momento e non ero in grado di fare entrambe le cose. Però ho accettato questo passaggio con la condizione di scegliere io i disegnatori con cui avrei potuto lavorare. Il primo è Jake, che è il mio migliore amico, conosco così bene il modo in cui affronta i disegni che è stata la cosa più simile a scrivere per me stesso che potessi fare e anche chi lo ha seguito si è trattato sempre di persone scelte da me, quindi in realtà mi sono tolto anche la soddisfazione di lavorare con persone che volevo vedere essere messe alla prova con quel tipo di materiale ed è stato in realtà molto più facile abbandonare il controllo totale della testata.

Sperando di aver fugato i dubbi dei lettori, di aver risposto alle domande di tanti fan, noi di RedCapes ringraziamo Bao Publishing e l’organizzazione di Lucca Comics & Games 2016 per questo straordinario incontro e, soprattutto, speriamo di rivedere nuovamente Skottie YoungMichele Foschini alla prossima edizione dell’evento fumettistico italiano più importante dell’anno.

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