[Recensione] Suicide Squad – Anche i cattivi hanno un cuore

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Sin dal momento del suo annuncio avvenuto nel 2014, il film dedicato alla Suicide Squad diretto da David Ayer aveva suscitato in me molto interesse ma al contempo anche molte preoccupazioni. Non era facile portare sullo schermo un gruppo così nutrito di personaggi, inediti sul grande schermo, ma comunque avevo delle speranze visto il carisma di alcuni di essi che potevano essere il fulcro del film. Con il passare del tempo, dopo la diffusione delle varie notizie sui membri del cast, il design dei personaggi e soprattutto l’arrivo dei primi trailer, il mio interesse per il film è cresciuto lasciando un po’ in disparte la parte più critica di me.

Ora, dopo aver potuto vedere il film in anteprima, come mi sarà sembrato questo terzo film del DC Extended Universe? E’ davvero il film orrendo che descrivono molti critici Statunitensi? oppure sarà il capolavoro decantato da tanti?


Suicide Squad


Per scongiurare altri eventi catastrofici, l’agente governativo Amanda Waller crea una Task Force X segreta arruolando alcuni dei super criminali imprigionati in cambio dell’amnistia, la Suicide Squad.
Per questa Task Force arruola Deadshot (Floyd Lawton), Harley Quinn (Harleen Quinzel), Captain Boomerang (Digger Harkness), El Diablo (Chato Santana), Killer Croc (Waylon Jones) e Slipknot (Christopher Weiss). Ma quando una misteriosa entità minaccia Midway City, i super criminali dovranno fare squadra insieme al Capitano Rick Flag e Katana in una missione suicida.

Questa è in breve la trama di Suicide Squad, una storia molto semplice e lineare che non brilla troppo di inventiva. Ho omesso volutamente ogni tipo di spoiler poiché il film, anche se non ha una trama molto elaborata, ha mantenuto un alone di mistero per quanto riguarda il villain ed alcune dinamiche del film.
La recensione sarà separata in due parti, nella prima darò un giudizio generale sulla pellicola cercando di limitare il più possibile gli spoiler, mentre nella seconda parte andrò a fare un discorso più approfondito sul punto forte del film, ovvero i personaggi, così da creare una simil classifica dal meno al più riuscito con le varie motivazioni che sfoceranno nello spoiler.

Worst Heroes Ever


Il film di David Ayer può essere suddiviso in tre parti ben distinte.

Nella prima parte, che dura all’incirca 25 minuti, facciamo la conoscenza di Amanda Waller, interpretata da una ottima Viola Davis, che ci introduce direttamente al film
facendo da trade union tra i personaggi, dove propone ai suoi colleghi l’idea di creare una Task Force composta da super criminali e ci presenta alcuni dei membri della squadra. 1445943443_MLFfIAyer crea un lungo spiegone per introdurre velocemente con un taglio molto fumettistico i vari personaggi e dando le basi alla storia; a ogni personaggio corrisponde una scheda, a cui segue un piccolo corto che ci mostra alcune vicende del suo passato, ricche di idee, buon ritmo e musica. In queste scene fanno la loro comparsa i 2 membri della Justice League che fanno il loro cameo nel film e facciamo anche la conoscenza del Joker, interpretato da Jared Leto, personaggio che, fortunatamente, appare poco nel film e che proprio per questo motivo non posso ben giudicare, anche se tenterò di farlo nella pagina degli spoiler. Questa prima parte funziona molto bene, è ben girata, le tempistiche sono azzeccate, il montaggio è ben fatto ed amalgama sapientemente la colonna sonora, caratterizzata da famosissimi pezzi rock e pezzi Hip Hop e Dubstep creati appositamente per il film, alla pellicola.

Nella seconda parte abbiamo la composizione fisica della squadra, la trama prosegue presentandoci il villain, un nemico molto potente che rappresenta il “Vecchio Mondo”, una sorta di introduzione all’avvento dei personaggi del “Nuovo suicide-squad-will-smith-margot-robbie1-600x401Mondo” che andremo a conoscere in Justice League. Il gruppo viene gettato nella mischia, ed è proprio nel vivo della missione suicida che i personaggi iniziano a legare, si creano dinamiche ricorrenti che caratterizzeranno il film. Questa parte è caratterizzata da trovate molto interessanti, alcune anche estranee al mondo dei cinecomics, ma contemporaneamente si inizia a presentare uno dei grossi problemi del film, il montaggio, che sin dall’inizio di questa seconda parte alterna momenti molto ben montati a tagli netti che fanno notare benissimo allo spettatore l’assenza di una scena prevista, girata, montata e poi tagliata bruscamente al momento della revisione.

Arriviamo alla terza ed ultima parte, ovvero la fase finale. Prima di gettarsi a capofitto nello scontro finale, il film rallenta presentandoci una scena tipica dei War Movie tanto cari ad Ayer, troviamo infatti la parte del bar che si intravedeva in alcuni trailer. Questa scena è quella che porta dei criminali a diventare degli anti-eroi, alcuni personaggi fanno decisamente un salto di qualità, prendono coscienza del loro status. Nel finale, come accade spesso quando si pone come villain una minaccia potentissima, si arriva ad uno scontro abbastanza deludente, un nemico potente solo a parole perché di fatti veri e propri non se ne vedono. Un finale che vi ricorderà per certi versi quello del primo Ghostbuster, anche se con effetti speciali migliori ma con molta meno epicità.

Non uscite dalla sala dopo i titoli di coda perché questo film presenta un interessante scena segreta che darà il via ai prossimi film dell’universo DC Comics.


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Non è tutto oro ciò che luccica

Il film ha il pregio di intrattenere molto bene, non annoia, è farcito con molte citazioni, che saranno molto gradite dai fan del fumetto ma che al contempo non limitano la comprensione del film come successo in Batman V Superman. I personaggi sono ben interpretati e quasi tutti caratterizzati decentemente. Ayer, da buon cineasta d’azione, lascia molto spazio agli scontri, senza però dimenticarsi di esplorare le dinamiche reazionarie della politica, fatte da scelte discutibili e sacrifici in nome di un bene superiore. Il film regala delle scene che personalmente non dimenticherò facilmente, una su tutte il momento della trasformazione di June Moone, interpretata da Cara Delevingne, scena davvero emblematica che rappresenta alla perfezione il dualismo di cui sono composti i personaggi di questo film.

Il film però non è privo di difetti, anzi, ne ha anche molti. Come già successo con Batman V Superman siamo difronte ad un film cambiato dalle scene tagliate, alcune presenti nei trailer, soprattuto quelle riguardanti Joker; stesso destino è toccato a molte parti che avevamo potuto ammirare tramite delle riprese e foto dal set. Così facendo hanno reso alcuni personaggi non ben delineati, diverse dinamiche sono saltate e perfino il rapporto d’amore malato tra Joker e Harley Quinn si percepisce poco. Il taglio di determinate scene si nota pesantemente in alcuni momenti della pellicola, diversi sembrano molto sbrigativi e non ben ritmati. Pur essendo un film corale non tutti i personaggi hanno lo stesso peso, questa era una cosa che avevo in parte previsto, ma non mi sarei mai immaginato di trovare alcuni membri della squadra così inutili da essere evitabili. La trama è molto debole, anche se ben controbilanciata dai personaggi principali che reggono egregiamente tutto il circo sulle loro spalle, ma uno dei maggiori difetti è soprattuto il villain, un tipico nemico da cinecomics di fascia media, molto anonimo e poco incisivo, insomma tutto fumo e poco arrosto. Il film ha un grande potenziale inespresso; se ci fosse stata una trama più avvincente, un bilanciamento maggiore tra combattimenti, momenti comici e seri, con dialoghi più ispirati, sarebbe uscito un film migliore.


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Suicide Squad è quindi un cinecomics brutto?

Assolutamente no, Suicide Squad è un cinecomics nella media, ha il merito di proporre delle dinamiche parzialmente inedite al cinema supereroistico, e fa il suo dovere da blockbuster, ovvero diverte e intrattiene lo spettatore per l’intera durata del film. E’ un film che non si prende troppo sul serio e che punta principalmente ad esaltare i personaggi a discapito della trama del film. Ha difetti, non è un film equilibrato, presenta parti che non funzionano, ma nel complesso ne esce comunque qualcosa di armonico. Stranamente gli evidenti difetti del film non lo affossano, anzi riescono a mettere in mostra sempre di più gli aspetti migliori. Insomma è il tipico bambino che ha del potenziale ma non si applica, si limita a fare il compitino invece che spingere sull’accelleratore e regalarci un film davvero memorabile. Aveva tutte le carte in regola per essere un film da 9, ma invece se ne torna a casa con una voto poco più che sufficiente. Anche questa volta si è voluta mettere molta carne al fuoco ed il montaggio finale ha penalizzato fortemente la pellicola. La forza del film sta tutta nei personaggi, senza di loro probabilmente ora starei parlando di un film completamente diverso.
Questo è il punto da cui ripartire per creare un DC Extended Universe migliore, per quanto al di sotto delle aspettative questo film può essere il punto di svolta per i film futuri.