Il mese di giugno si apre con l’arrivo nelle sale di The Boogeyman, moderno adattamento dell’inquietante racconto “Il BauBau” di Stephen King contenuto nella raccolta “A Volte Ritornano” edita in Italia da Bompiani. Il film di Rob Savage (Host) con Sophie Thatcher, Chris Messina e Vivien Lyra Blair è una moderna rivisitazione della leggenda de L’Uomo Nero che cerca di mantenere intatte le tematiche del tanto acclamato racconto del Re del Brivido. Distribuito da 20th Century Studios, il film arriva al cinema a partire dal 1 giugno.

La liceale Sadie Harper e sua sorella minore Sawyer sono sconvolte dalla recente morte della madre e non ricevono molto supporto dal padre, Will, un terapista che sta a sua volta affrontando il proprio dolore. Quando un paziente disperato si presenta inaspettatamente a casa loro in cerca di aiuto, lascia dietro di sé una terrificante entità soprannaturale che va a caccia di famiglie e si nutre della sofferenza delle sue vittime.

È ormai risaputo, adattare le opere di Stephen King al cinema o in tv non riesce sempre bene. Il cinema come la televisione, hanno da sempre preferito soffermarsi sui risvolti horror delle storie di King, analizzando e approfondendo meno i personaggi, la loro psicologia e ciò che li muove, fatta eccezione per pochi prodotti. Nel racconto del 1978 Il BauBau, King in poco meno di dieci pagine riesce a condensare quella che da lì in poi sarà la sua cifra stilistica maggiore: unire horror ad approfondimento psicologico. Non è un caso che l’intero racconto si svolga all’interno di uno studio di uno psicologo che si ritroverà ad ascoltare la storia di un uomo che ha perso tutti e tre i figli apparentemente uccisi da una creatura demoniaca. In pochissime pagine il Re del Brivido riesce a spaventare e soprattutto ad approfondire tematiche come la malattia mentale, il rapporto genitori figli, l’infanticidio e l’horror nel vero senso del termine, regalando ai suoi lettori uno dei racconti brevi più amati e apprezzati della sua intere carriera.

La leggenda dell’Uomo Nero non è una novità nel cinema, basti pensare alla trilogia Boogeyman del 2005, quello che però Savage decide di fare con il suo adattamento è abbastanza diverso. Prendendo come incipit della sua pellicola il racconto di King, estrapola una storia inedita che tenta di mantenere intatte alcune delle tematiche presenti nel racconto, ampliandole e cercando di approfondire, non sempre nel migliore dei modi. Il regista trasporta il racconto dello scrittore nel mondo contemporaneo attingendo ad un’estetica ormai troppo riconoscibile al grande pubblico, prendendo in prestito e citando grandi successi cinematografici e televisivi a partire da Stranger Things e Harry Potter. Accostare alcune storie di King a Stranger Things non sarebbe poi così sbagliato, ma quando la citazione diventa qualcosa di più si perde l’originalità della creazione di quel mondo narrativo.

Se per quanto riguarda la scenografia non risulti un chi sa quale guizzo, nella regia e nella fotografia ci sono interessanti scelte tecniche. Il non voler mostrare palesemente per gran parte del film la creatura che si nasconde non più sotto al letto ma nell’armadio, accresce la paura nei confronti di qualcosa di ignoto, di misterioso come sa bene A Quiet Place. Alcuni movimenti di macchina sono assolutamente efficaci, specialmente in un film che fa dei jumpscare il suo punto di forza. L’uso dell’illuminazione è fondamentale e si adatta alle scene creando immagini suggestive. Gran parte della pellicola si svolge all’interno della casa della famiglia Harper che per lo più risulta scura. Sarà proprio l’utilizzo da parte degli attori di torce, luci natalizie e lampade ad illuminare la scena e a creare inquietudine.

L’intento da parte di Savage era sicuramente quello di trasporre all’interno del suo film alcune delle tematiche del racconto, approfondendole e ampliandole. Purtroppo non tutto è ben riuscito. Il voler inserire quasi forzatamente temi per poi lasciarli in sospese o solamente accennati genera insoddisfazione viste le premesse interessanti. Il superamento del lutto, la paura, la crescita, ma anche l’importanza che i genitori danno alle parole dei figli sono solo alcune delle tematiche che il film avrebbe voluto affrontare. approfondire.

The Boogeyman

The Boogeyman partendo da un incredibile racconto di Stephen King è il perfetto film horror “estivo” che si rifà ad un’estatica ormai consolidata negli spettatori. A cavallo tra Stranger Things e un pizzico di Harry Potter, la pellicola di Savage tenta di mantenere intatte le tematiche affrontate nel racconto non riuscendo però ad approfondirle tutte nel migliore dei modi. Se dal punto di vista della scrittura e della scenografia non riesce a convincere in pieno, molto buona è la regia, la fotografia e le interpretazioni di un cast calato nei ruoli dove spicca la performance della piccola Vivien Lyra Blair.


The Boogeyman arriva al cinema a partire dal 1 giugno distribuito da 20th Century. Di seguito il trailer italiano del film:

RASSEGNA PANORAMICA
The Boogeyman
6.5
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
the-boogeyman-lhorror-basato-sul-racconto-il-baubau-di-stephen-king-recensioneThe Boogeyman partendo da un incredibile racconto di Steven King è un buon film horror “estivo” che si rifà ad un’estatica ormai consolidata negli spettatori. A cavallo tra Stranger Things e un pizzico di Harry Potter, la pellicola di Savage tenta di mantenere intatte le tematiche affrontate nel racconto non riuscendo però ad approfondirle tutte nel migliore dei modi. Se dal punto di vista della scrittura e della scenografia non riesce a convincere in pieno, molto buona è la regia, la fotografia e le interpretazioni di un cast calato nei ruoli dove spicca la performance della piccola Vivien Lyra Blair.

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