Dopo dieci anni dall’uscita nelle sale di Benvenuti a Zombieland, Ruben Fleischer torna alla regia per dirigere il sequel Zombieland: Doppio Colpo. In questi dieci anni ne è passata di acqua sotto i ponti, Emma Stone da attrice esordiente è diventata a tutti gli effetti una star internazionale grazie alla collaborazione con registi quali Woody Allen (Magic in the Moonlight, 2014, Irrational Man, 2015), Alejandro Inarritu (Birdman, 2014) e Damien Chazelle (La La Land, 2016), vincendo addirittura il premio Oscar come migliore attrice nel 2017 interpretando appunto il personaggio di Mia Dolan. Jesse Eisenberg ha proseguito la sua carriera da attore ed è diventato ancora più noto grazie alla collaborazione con David Fincher (The Social Network, 2010) in cui interpretava Mark Zuckerberg. Gli sceneggiatori Rhett Reese e Paul Wernick hanno firmato la sceneggiatura dei due film su Deadpool e Ruben Fleischer, l’anno scorso, ha diretto Venom.

Zombieland: Doppio colpo racconta le disavventure di Columbus (Jesse Eisenberg), Tallahassee (Woody Harrelson), Wichita (Emma Stone) e Little Rock (Abigail Breslin) dieci anni dopo le vicende del primo film. Il primo film finiva esattamente coni quattro che cercavano di rimanere uniti, formando così una strana ma simpatica situazione familiare, contro il pericolo zombie/infetti. Dieci anni dopo molte cose sono cambiate a Zombieland, sia il rapporto tra i quattro protagonisti, nello specifico tra Columbus/Wichita e tra Tallahassee/Little Rock, sia gli zombie/infetti: infatti come viene spiegato dalla voce narrante, ovvero Columbus, gli zombie si sono evoluti in: zombie Homer (quelli più stupidi), zombie Hawking (quelli più intelligenti), zombie Ninja (quelli più pericolosi) e zombie T-800 (quelli più difficili da eliminare). Oltre a questo la trama del film prende una piega all’incirca simile a quella del primo film, ossia un viaggio per cercare di recuperare uno dei personaggi che ha perso la retta via. Nel viaggio i Nostri incontreranno vari sopravvissuti tra cui Madison, Nevada, Flagstaff e Albuquerque. Seguiranno svariate gag molto divertenti che, in un modo o nell’altro, richiamano molto lo spirito del film precedente. Ruben Fleischer utilizza ancora il suo stile di regia dinamico per creare varie sequenze action che danno un bel ritmo alla narrazione, inoltre, grazie all’ausilio dei due sceneggiatori, riesce a mettere in scena situazioni comiche/grottesche che ci fanno subito empatizzare con i vari personaggi, bellissima la parte ambientata nella comunità dei figli dei fiori.

Un bel mix di comicità, azione, scene splatter e plot twist che a volte sono inaspettati e quindi funzionano ma altre volte sono un po’ telefonati e risultano fiacchi. Di solito è molto complicato riuscire a fare un sequel degno di nota soprattutto quando l’opera prima è assai originale ed ecco che si arriva dunque al vero nocciolo della questione: era davvero necessario un sequel? La domanda è più che legittima perchè alla fine dei conti ci si interroga se il film abbia avuto un senso. I nuovi personaggi, per quanto simpatici e ben recitati, risultano poco approfonditi e utilizzati dagli sceneggiatori solo come tramite per qualcosa che avverrà alla fine del film. Si intuisce che molte situazioni vengono appositamente orchestrate per sfociare in scene un po’ fini a se stesse e questo è un vero peccato. Anche le motivazioni che spingono Little Rock e Wichita a scappare sono sì interessanti ma orfane di una vera e propria presa di coscienza, ecco sarebbero bastate poche scene extra e qualche motivazione più forte per rendere il tutto più credibile.

Si crea qui un parallelismo simile a quello che si è verificato tra Deadpool (2016) e Deadpool 2 (2018) scritti, come detto poc’anzi, dagli stessi sceneggiatori di Zombieland. In Deadpool 2 si verificava una sorta di “involuzione” dei personaggi, la stessa che si può riscontrare in Zombieland: doppio colpo. Quindi, a questo punto, c’è da chiedersi se questo è proprio il modus operandi di Rhett Reese e Paul Wernick oppure se è una vera e propria mancanza di approfondimento ed evoluzione nella scrittura dei personaggi. La sensazione dopo aver visto questa pellicola è proprio quella di aver assistito a un distinto film d’intrattenimento dal retrogusto amaro. Insomma, ottima la forma, meno la sostanza.

In conclusione Zombieland: Doppio Colpo è un buon film d’intrattenimento che unisce sapientemente gag umoristiche, scene action e splatter. Una buona e solida regia che viene un po’ penalizzata da una trama piuttosto ripetitiva e una scrittura dei personaggi, soprattutto quelli nuovi, al di sotto delle aspettative. Un mezzo passo falso.