Il 12 Novembre è finalmente andato online in Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Olanda, Disney+. La nuova piattaforma streaming ad abbonamento mensile di Disney, che contiene tutti i contenuti delle proprietà intellettuali della suddetta. Una delle più attese novità che si attendevano al lancio di Disney+ era The Mandalorian, la prima serie live-action ambientata nella galassia di Guerre Stellari.
Dopo almeno tre anni di produzione, The Mandalorian è finalmente quì! E per quanto noi italiani dovremmo aspettare fino al 31 Marzo 2020 per poterla vedere su Disney+, le vie del Signore sono infinite, e noi devoti fan di Star Wars, abbiamo percorso proprio quella che ci ha portato alla visione, per così dire “anticipata”, del primo episodio della serie nata dalla collaborazione tra Jon Favreau e Dave Filoni.
Quanto segue non sarà nella maniera più assoluta una recensione, bensì un’approfondimento e un’analisi di ciò che più ci ha colpito in questo primo episodio della serie intitolato “Capitolo 1”. Ah…Ovviamente quanto segue contiene SPOILER sull’episodio, dunque lettore avvisato mezzo salvato.
Scum and Villainy

Era già noto, che le principali fonti d’ispirazione per Favreau e Filoni circa The Mandalorian, fossero stati i film western e quelli sui samurai. Da questo punto di vista, Capitolo 1, ci ha fornito quello che, a tutti gli effetti, è un western in salsa spaziale. C’è tutto: lo sporco locale pieno di brutti ceffi, le taglie, i cacciatori di taglie, la sabbia, la neve e gli scontri a fuoco. In Lucasfilm hanno fatto davvero tutto per bene, riuscendo a mostrare veramente, forse per la prima volta dalla scena della cantina del 1977 ad oggi, gli angoli meno noti della galassia. Lontani dalle ricchezze di Coruscant, Chandrilla e Naboo, ma anche dai più combattuti suoli di Hoth, Felucia o Crait infatti, vive tutta la feccia della galassia. Contrabbandieri, pirati, sindacati del crimine e cacciatori di taglie la fanno da padrona e la violenza è all’ordine del giorno. In The Mandalorian tutto è brutto, sporco e cattivo. Un esempio? Solamente nel primo episodio un Quarren viene segato in due e una scimmia-lucertola kowakian viene cotta allo spiedo. Magnifico!
L’Impero a pezzi

Sono passati ormai cinque anni dalla Battaglia di Endor, e quattro, dunque, da quella di Jakku. Per quanto i crediti imperiali siano ancora in circolazioni, La Nuova Repubblica è già un’istituzione forte e riconosciuta nella galassia, ma a quanto pare, non tutti gli imperiali si sono ancora arresi. Quelli visti nel primo episodio di The Mandalorian, sono probabilmente un vecchio Moff, o comunque un ufficiale imperiale, e i sopravvissuti di quello che una volta doveva essere un gruppo decisamente maggiore di assaltatori imperiali ai suoi ordini. Adesso vivono in quello che sembra proprio essere uno status di latitanza e criminalità. l’idea di combattere da soli contro tutta la galassia, dopo la caduta dell’Impero è decisamente poco realizzabile per loro, perciò, cosa vogliono fare? Questo non lo sappiamo, ma la strana missione che affidano al nostro protagonista è certamente parte del loro piano.
Non c’è due senza tre
La missione sopracitata è uno degli elementi che più ha colpito i fan in tutto il mondo. Il “lavoro sporco” consiste infatti, nel consegnare a quegli imperiali (e sopratutto al loro scienziato), un bambino cinquantenne della stessa razza di Yoda. Tanto per il vecchio canone, che per il nuovo, le informazioni su questa razza sono pochissime, per non dire nulle. Sappiamo solamente che gli unici due esemplari mai apparsi nella saga sono due maestri Jedi, Yoda a Yaddle, entrambi membri del consiglio dell’Ordine Jedi. Ora, questo, unito al fatto che in molti siano interessati a questo bambino, ci potrebbe tranquillamente permettere di dire che questa razza sia vicinissima alla Forza. Siamo sicuri che maggiori informazioni su questa razza, di cui ufficialmente non si ha nemmeno un nome, verranno rivelate nei prossimi episodi, insieme ovviamente, alle motivazioni che si celano dietro la sua “taglia” da vivo o da morto.
I Mandaloriani e il Mandaloriano senza sigillo

E quì viene il bello. Era molto probabile che, con un nome del genere, lo show avrebbe anche approfondito la lore e la storia di Mandalore e dei mandaloriani, ma certamente non ci aspettavamo che iniziasse a farlo già nella prima puntata. Non è molto chiaro cosa sia o quali funzioni svolga effettivamente, il luogo nel quale il protagonista si reca per fondere la sua tavoletta di Beskar. Certamente non è un luogo segreto, ma è molto probabile che ai non mandaloriani non sia consentito l’accesso. Che sia una sorta di ambasciata? O magari è qualcosa che riguarda solamente i guerrieri mandaloriani?
L’altra cosa interessante del luogo è l’armeria. La scena è magnifica e il fabbro, con quelle quattro battute che dice, ci immerge ancora di più nella lore. Adesso sappiamo che il mandaloriano è un trovatello, che non ha ancora reso noto il suo sigillo (presumibilmente il logo del clan di appartenenza), e che su Mandalore, non si sa bene quando, c’è stata una grande purga. Andiamo con ordine.
Il mandaloriano è un trovatello. Probabilmente, vista la presenza di superdroidi da battaglia nel flashback, e la sua avversione ai droidi in generale, il nostro protagonista è un mandaloriano “acquisito”. Magari è stato adottato in tenere età da un guerriero o da un cacciatore di taglie mandaloriano. Questo spiegherebbe sia la mancanza del sigillo, che la sua determinazione all’emulazione dei “veri” mandaloriani. Su Arvala-7 infatti, a Kuiil basta dire che i suoi antenati cavalcavano i mitosauri, perché lui si persuada, e tenti ancora una volta di cavalcare un Blurrg.
Su Mandalore c’è stata una grande purga. Avevamo lasciato Mandalore, sotto il comando del Clan Wren e di Bo-Katan durante gli eventi di Star Wars Rebels, quando l’alleanza di varie famiglie e clan mandaloriani contro l’impero e i clan ad esso fedeli, era stata promossa e guidata da Sabine Wren e dal resto della Squadra Phoenix. Cosa sia successo da allora al pianeta è tutt’ora ignoto, ma basandoci anche sulla presenza di Dave Filoni nello show, e sul modo nel quale il protagonista rifiuta i crediti imperiali, disprezzandoli e accettandone piuttosto la metà nella valuta di Mon-Cala, siamo pronti a scommettere che la grande purga di cui ha parlato il fabbro, sia qualcosa che ha a che fare proprio con gli eventi visti in Rebels, o le loro conseguenze per lo meno.