Quando si parla di Batman, si finisce sempre per citare le varie produzioni cinematografiche che hanno visto questo magnifico personaggio, e icona, come protagonista. Proprio per via della sua iconicità, spesso ci si ritrova a dover fare i conti con le varie visioni che i vari registi gli hanno dato, tutte effettivamente criticabili e allo stesso tempo ammirabili.
Dal gotico e teatrale Batman di Tim Burton, con i suoi cartooneschi e tristi nemici, a quello esageratamente pop e ripreso dalla serie anni ’60 di Joel Schumacher, e ancora a quello realistico ed ideologico di Christopher Nolan, molto dibattuto e ancora nei cuori di moltissime persone. Tutti Batman molto diversi. Molto diversi fra loro e non proprio uguali alla loro controparte fumettistica. Ma c’è anche da dire che sono tutti figli di epoche diverse.
Il Batman di Burton era sicuramente influenzato dal Batman Milleriano, dai toni cupi tipici di quel periodo e dalle primissime apparizioni dell’Uomo Pipistrello. Un Batman, quello di Burton e interpretato magistralmente da Michael Keaton, che è una vera creatura della notte in cui non si percepisce minimamente Bruce Wayne, e che combatte contro nemici oscuri e allo stesso tempo assurdi, a volte stereotipati e quasi portati all’eccesso. Bisogna dire anche che questi due film (come anche la trilogia di Nolan) hanno vantato di un cast di attori incredibili e che hanno dato il meglio, rendendo i loro personaggi davvero memorabili. Personaggi molto fumettistici, anche se con elementi totalmente differenti rispetto al materiale originale.
Poi c’è quello di Schumacher. Quello che effettivamente ha distrutto il franchise cinematografico di Batman fino al 2005, anno dell’uscita di Batman Begins. Ma per quanto i due film di Schumacher (in realtà solo il secondo, Batman Forever ancora aveva dei toni oscuri anche se mischiati a una visione fin troppo “colorata”) siano troppo lontani dall’essenza del personaggio, erano in qualche modo influenzati da alcune mode di quegli anni e, soprattutto, erano figli del Batman anni ’60 che tanto stava a cuore a Joel.
E infine, abbiamo la trilogia di Nolan. Su questa ci si potrebbe parlare fino allo sfinimento, ma mi limito a dire che è stata probabilmente una delle più importanti e sicuramente meglio realizzate saghe degli ultimi anni. È una saga che affronta il personaggio in maniera molto matura e realistica (forse sarebbe meglio dire verosimile), dandoci un Batman (e dei nemici, soprattutto il Joker di Heath Ledger) molto profondi e allo stesso tempo accattivanti, che si reggono anche su visioni filosofiche, politiche e morali della vita e della società. Ovviamente questa trilogia (soprattutto a partire da The Dark Knight, che rimane il migliore a mio parere) non poteva che riflettere su temi attualissimi, ad esempio dandoci un Joker molto più terrorista e anarchico rispetto al clown principe del crimine che fa uso di armi cartoonesche e davvero folli, come ad esempio quello fumettistico (anche questo però molto profondo) e quello di Jack Nicholson. Ma Nolan ci ha dato un Batman e il suo universo con i suoi personaggi che si allontanano molto dal fumetto, diventando un pretesto che il regista usa per narrare una storia dove i significati e i messaggi hanno molta più importanza del fatto che stiamo vedendo un film con (e non su) Batman.
Ma alla fine di tutto questo, possiamo dire che tutti i Batman cinematografici (eccetto per quello di Batman & Robin) sono state delle belle visioni, con le loro sfumature, del personaggio cartaceo. Hanno dato il loro contributo a questa icona, ognuno portando con se alcune peculiarità del materiale originale, modificandone più o meno radicalmente altre.
Bene, finita questa introduzione tutti quanti vi starete chiedendo il perché non ho nominato il Batman di Ben Affleck, protagonista di Batman V Superman, che rivedremo in Justice League e poi nel film (e in tutti i film seguenti) diretto da Affleck. La spiegazione per cui non l’ho menzionato è semplicissima: il Batman di Affleck non appartiene a una visione così troppo autoriale del personaggio a differenza di quelli sopracitati.
Sono certo che molti non la pensano così, vedendolo come il risultato della visione di Zack Snyder. Opinione sensata e che non mi sento di giudicare, ma che personalmente non condivido. Ora vi spiegherò il perché.
Da quando è stato annunciato che Batman sarebbe stato interpretato da Ben Affleck, quest’ultimo è stato sommerso di critiche fino ad arrivare addirittura ad una petizione per togliergli il ruolo, quindi bisogna anche soffermarsi sul fatto che non è facile lavorare quando succedono cose del genere. Dopo l’uscita del film, siamo stati tutti concordi (inclusa la critica, spietata con l’opera di Snyder) che Ben Affleck è stata la parte più riuscita del film, regalandoci un’ottima interpretazione sia di Bruce Wayne che dell’Uomo Pipistrello.
Dopo questa piccola premessa, posso iniziare.
Innanzitutto bisogna chiarire che, mentre i film precedenti erano a sé stanti e non facevano parte di un universo più grande e condiviso con altri supereroi, questo Batman fa parte del DC Extended Universe e quindi di un universo molto più vasto e dove sono presenti tutti gli altri supereroi DC. Questo Universo, anche se effettivamente ha avuto comunque (fino ad adesso) l’impronta data da Zack Snyder e dagli sceneggiatori (David Goyer, Chris Terrio e David Ayer), si prefigge di essere molto vicino a quello fumettistico cercando comunque di apportare delle modifiche al materiale originale. Modifiche comunque non stravolgenti. Questa cosa ci mette dunque davanti al primo step della mia analisi: il Batman del DCEU non è una visione totalmente in mano a registi e sceneggiatori, quindi risulta essere molto (di tanto) più vicino al fumetto di quanto lo siano gli altri.
Acclarato questo, passiamo al secondo punto. Come tutti sappiamo, i vari Batman sono stati film che, per via della loro lunghezza come saghe, non hanno potuto esplorare veramente a fondo il personaggio e il suo universo. Quello di Ben avrà molto più tempo e spazio per essere esplorato e questo è solo un bene. Infatti potremmo vedere su schermo molti più nemici storici e interessanti del Pipistrello, molti dei quali non hanno avuto una comparsa cinematografica; sicuramente vedremo varie citazioni e ammiccamenti a eventi e storie accadute nel fumetto (ad esempio l’uccisione del secondo Robin, Jason Todd) che potranno influenzare gli eventi e gli stessi personaggi che vedremo nei futuri film. Si crea così un certo parallelismo tra fumetto e il film, permettendo a chi non si è mai avvicinato al Batman cartaceo o a chi non ha mai letto certe storie di rapportarsi col personaggio senza dover per forza leggere (che male non fa) i fumetti. È anche vero che chi non gli ha letti certe cose non sarà in grado di capirle o intuirle inizialmente, ma poi verranno ovviamente spiegate e saranno parte integranti della storia. Non capire un qualcosa ha anche il suo lato positivo in questo caso, ovvero quello di mettere curiosità allo spettatore che ovviamente dovrà vedere gli altri film per capire. Un po’ come accade nei fumetti.
Passiamo infine al terzo punto: com’è il Batman di Ben Affleck? Fino ad adesso ho spiegato le motivazioni puramente “filmiche” (intese soprattutto come serialità) per cui questo Batman è superiore agli altri. Ora è giunto il momento di parlare del Batman che abbiamo visto.
Per quanto riguarda l’estetica e la presenza scenica, questo Batman è quello che tutti (o quasi) volevamo. Un Batman davvero massiccio, spaventoso e terrificante che sembra uscito direttamente dai fumetti, con un occhiolino abbastanza evidente a quello di Frank Miller per “Il Ritorno Del Cavaliere Oscuro”. E abbiamo anche un Bruce Wayne eccezionale, esteticamente perfetto e anche questo molto simile a quello del comic. I costumi di Keaton e Bale erano ottimi contestualizzati nel tipo di film in cui erano inseriti, ma diciamoci la verità, una corazza militare (dove il simbolo neanche si nota) è meglio di un costume così forte a livello visivo e fedele all’originale come quello di Affleck? Altra cosa importante sono i costumi e i vari “giocattoli” del Cavaliere Oscuro. Finalmente abbiamo il costume classico dei fumetti, (grigio e nero), ma anche varie armature per occasioni estreme e difficili, come la Mech-Suit per combattere Superman e la Tactical-Batsuit che vedremo in Justice League, sui cui abbiamo anche fatto un articolo che potete leggere qui. Oltre a questo, possiamo vedere che Batman ha vari gadget ed è sempre al lavoro (beh, anche Alfred a dire la verità) su nuove attrezzature, come abbiamo potuto osservare nel film di Snyder dove il maggiordomo sta lavorando a un nuovo strato del cappuccio. Anche la Batmobile e il Batwing hanno la loro importanza. Soprattutto l’automobile, che sembra un compromesso tra quella di Burton, Nolan e di Arkham Knight. Forse la migliore di sempre, esteticamente seconda solo a quella di Burton che era sicuramente molto più elegante e fumettistica ma molto meno potente in confronto a questa. Quindi possiamo notare che un aspetto importante come l’attenzione che Bruce Wayne pone sulle sue attrezzature e sullo sviluppo di nuove tecnologie che possano aiutarlo in situazioni complicate, qui viene rispettato e acquisisce moltissima importanza, cosa che i film precedenti tralasciavano.
Uno spazio in questo discorso lo trovano anche i cattivi. Nei film di Burton, Batman incontrava per la prima volta i suoi nemici. Lo stesso vale per quelli di Nolan. Questo perché Batman era agli inizi, e qui ci ricolleghiamo a quanto sia importante e decisivo che quello di Affleck sia in attività da vent’anni: conosce già i suoi nemici. Anche se questo “dettaglio” a primo impatto potrebbe sembrare superfluo, in realtà gioca un ruolo chiave. I rapporti che Batman (e Bruce Wayne) ha con loro sono già stabiliti, si conoscono già e conoscono i rispettivi punti deboli. Questo non solo giova allo spettatore e al fan, che non dovrà guardare per la seconda/terza volta le origini dei personaggi, ma anche alle meccaniche dei film e dell’intero universo. Per gli sceneggiatori e registi ci sarà la libertà di raccontare nuove storie senza essere vincolati a narrare le varie origini e di conseguenza a sviluppare una storia dove l’Uomo Pipistrello cerca di comprendere l’avversario. Sicuramente non una cosa da poco e soprattutto che non abbiamo mai visto al cinema, un punto davvero fondamentale.
Ora il punto più dibattuto: la caratterizzazione di questo Bruce Wayne/Batman. Il miliardario playboy e filantropo a capo della Wayne Enterprises è prima di tutto molto più avanti con l’età (ha circa 45 anni) in confronto alle precedenti incarnazioni. Uno degli aspetti che possiamo vedere (per quanto ci è concesso) è quello del suo ruolo di C.E.O. davvero attivo nella sua società, cosa sempre poco esplorata nei film, e della sua importanza “politica” (la scena dopo i titoli di coda di Suicide Squad la dice lunga su questo). È un Bruce Wayne ancora più oscuro e dopo la morte di Robin ha toccato il fondo delle sue angosce ed è diventato ancora più paranoico. Anche la tanto criticata (nulla da dire, effettivamente accade tutto troppo velocemente) e altrettanto parodiata scena dove Superman, sul punto di essere ucciso, chiede a Batman di salvare sua madre Martha è importante e ci dice molto. Una sola parola, un solo nome, quello di sua madre, che riesce a fargli cambiare idea e a farlo ragionare. Quel “perché hai detto quel nome”, detto con un’aggressività disarmante, nasconde una tristezza unica. Una tristezza che arriva a chi è riuscito a capire fino in fondo la scena. E tutto il film, fin dalla prima scena dove riviviamo il funerale dei Wayne e il sogno, si erge in parte sulle perdite e sui traumi che Bruce ha dovuto subire e allo stesso tempo affrontare. È un uomo stanco e ormai disilluso, ha perso la fiducia in tutto ciò che lo circonda e questo lo rende più aggressivo e crudele. Le differenze tra questo Bruce e quelli precedenti è evidente.
Quello di Bale è un Bruce Wayne pieno di insicurezze, che mette in dubbio più volte il suo essere Batman, che ha diverse debolezze (l’amore per Rachel ad esempio) e che è molto meno coinvolto nel suo ruolo pubblico e lavorativo. Anche quello di Keaton ha delle debolezze sul lato sentimentale (Vicky Vale e Selina Kyle), anche questo è molto meno coinvolto nel suo lavoro ma è molto più sicuro di sé rispetto al personaggio interpretato da Bale. Quello di Affleck invece è più cinico, a tratti quasi arrogante, molto più attivo nel suo lavoro e sicuramente più affascinante, accattivante. È un miliardario con un’ironia molto tagliente e che sa sempre come cavarsela in situazioni complicate. Ha sempre un tono quasi severo e molto serio. Sicuramente è quello che si avvicina di più al Bruce Wayne dei fumetti, almeno più di quelli che ho citato. Quanto a Batman, è il terrore allo stato puro e non c’è niente che possa fermarlo. La sua presenza scenica è qualcosa di incredibile e allo stesso tempo terrificante (la scena d’introduzione è quasi horror). È una creatura della notte, con le sue debolezze ma con una forza di volontà sovrumana che lo spinge a fare qualsiasi cosa pur di salvare vite innocenti. Inoltre, ha già esperienza e questo è importantissimo perché non abbiamo più a che fare con un Batman acerbo e alle prime armi. Ma l’aspetto più importante, nonché controverso, è quello della sua rinuncia al suo codice morale. Per quanto questo aspetto possa essere criticato da molti, è comunque spiegato in maniera sensata e soddisfacente (a differenza, ad esempio, dei film di Burton e Nolan) e influisce notevolmente sulla sua caratterizzazione ed evoluzione. La morte di Robin lo ha spinto a rinunciare al suo codice morale, cominciando a non avere pietà per i criminali (“I criminali sono come le erbacce Alfred. Ne strappi una e ne ricresce subito un’altra.”). Inoltre, nei primi fumetti e altre rappresentazioni Batman uccide. A quelli che potrebbero rispondere che questa cosa “non è canonica”, posso dire che se questo è vero è anche vero che qui ci ritroviamo con un personaggio più avanti con l’età e che è comunque fedelissimo all’originale, non un personaggio che ne prende solo alcuni aspetti modificandone radicalmente e irrimediabilmente altri estrapolandolo dalla sua stessa “essenza” lasciando punti interrogativi enormi su certe scelte. Comunque sia, le conseguenze di questa scelta verranno affrontate da Batman del film della Justice League, dove dovrà redimersi. Infatti il sacrificio di Superman ha spinto Bruce Wayne ad avere una visione più ottimistica e speranzosa della vita. Questo rende il personaggio ancora più interessante e contribuisce alla sua evoluzione, ponendo un altro tassello nella sua storia. Un’altra cosa importantissima è il modo di combattere, senza dubbio di gran lunga superiore agli altri. Finalmente lo vediamo combattere come nei fumetti: è implacabile, è a un livello fisico all’apice delle capacità umane, la sua potenza è pari alla sua aggressività e ha una velocità in combattimento incredibile, con uno stile molto vicino a quello visto nella saga videoludica Arkham.
Questo Batman è molto importante per i fan del Pipistrello, dei fumetti e dei cinecomics in generale. È il primo Batman inserito in un universo più vasto e che deve per forza di cose rappresentare al meglio quello dei fumetti. Non si tratta più di fare un film su e con Batman dove il personaggio diventa solo il pretesto per raccontare qualcosa. Non si tratta più di fare un film dove il regista possa utilizzare e plasmare il personaggio a proprio piacimento apportando modifiche troppo sostanziali. Questo, che possa piacere o meno, deve e vuole essere la rappresentazione definitiva del personaggio su schermo, capace di soddisfare pienamente sia i fan più accaniti che quelli che si sono appena avvicinati al personaggio senza che questi debbano ritrovarsi con un personaggio figlio di concezioni e visioni diverse da quello originale. Deve essere facilmente riconoscibile non come “uno dei tanti Batman“, ma come Batman.
Dopo questo lunghissimo discorso, posso quindi confermare ciò che avevo detto all’inizio: questo Batman non è una visione di Snyder, ma è un Batman molto vicino al fumetto, con le sue proprie evoluzioni, che non ha caratteristiche che lo differenziano in maniera netta da quello disegnato, a partire dall’estetica fino ad arrivare alla caratterizzazione, e questo lo rende migliore dei Batman visti in precedenza. Anche quest’ultimi ovviamente, come ho espresso prima, sono ottime interpretazioni e visioni del personaggio (tranne quello di Clooney, lo ripeto a scanso di equivoci) che rimarranno per sempre nella storia e nel cuore di tutti. Ma bisogna guardare avanti, senza rimanere fermi al passato criticando a prescindere tutto ciò che è nuovo, soprattutto se il risultato è un’ottima e soprattutto fedele interpretazione, per quel poco che abbiamo potuto vedere, di un’icona come Batman.