Crudelia è uno di quei titoli che ha visto la propria distribuzione essere ostacolata dalla pandemia e dalla conseguente chiusura delle strutture cinematografiche. Fortunatamente, per gli amanti del cinema e soprattutto della Disney, all’uscita su Disney+ si affiancherà anche l’arrivo in sala della pellicola, che anzi arriverà prima proprio sul grande schermo. Il film, diretto da Craig Gillespie e interpretato da un’eccentrica e assolutamente in parte Emma Stone, è la più classica – in senso positivo ma anche negativo – delle origin story, in cui il personaggio principale parte da un punto A e arriva ad un dato punto B, passando per una serie di eventi che determineranno proprio il percorso dello stesso. La particolarità di Crudelia, ovviamente, è lo switch che fa la protagonista titolare, passando da personaggio se non buono perlomeno neutro ad una versione decisamente somigliante a quella che tutti quanti conoscono grazie a La Carica dei 101.
Estella (Emma Stone), dopo un’infanzia decisamente difficile e che l’ha messa a dura prova, vive nella Londra degli Anni Settanta. Il suo sogno è quello di fare la stilista, ma la vita sembra avere piani decisamente diversi per lei. Quando però le capiterà l’occasione, riuscirà ad impressionare la Baronessa von Hellman (Emma Thompson), icona della moda londinese che vede qualcosa di speciale in Estella. Le due inizieranno a lavorare insieme, ma ben presto l’ambizione e le scoperte che sembrano legare i passati di Estella e della Baronessa porteranno la ragazza a diventare Cruella, cinica ed eccentrica figura che incarna il punk londinese ma anche desiderosa di vendetta nei confronti della donna che riteneva un esempio da seguire.
Su queste premesse prende piede la trama di Crudelia, un film che si può facilmente dividere, sostanzialmente, in due parti: la prima è quella della storia di Estella, giovane ragazza protagonista (non troppo) positiva della pellicola alla quale la vita inizialmente volta le spalle e poi inizia a sorridere; la seconda è la parte dedicata a Cruella, versione appunto crudele e vendicativa della stessa ragazza, ma anche più coraggiosa e per certi versi più geniale. Nonostante sia possibile riconoscere questi due blocchi del film, la sceneggiatura è abile nel rendere questo passaggio di consegne graduale e sfumato, portando lo spettatore a chiedersi se non abbia sempre avuto a che fare con Cruella che inscenava solamente di essere Estella, aspettando il momento giusto per emergere. Si può immaginare che leggere simili discorsi senza aver avuto ancora modo di vedere il film potrebbe risultare confusionario, ma alla visione della pellicola sarà tutto chiaro e lampante. A proposito della visione, la durata di oltre due ore è forse eccessiva e una ventina di minuti in meno avrebbero sicuramente giovato alla fruibilità del titolo senza togliere nulla di effettivamente importante alla narrazione.
Se la sceneggiatura dà il meglio di sé nella costruzione del personaggio di Emma Stone, lo stesso non si può dire, purtroppo, della gestione della trama in generale, anche in questo caso palesemente spezzata in due parti, ma in questo caso la rottura è veramente troppo evidente e troppo repentina. Com’era facile capire anche dai trailer, una buona parte del film è, sostanzialmente, un ripercorrere le orme già tracciate da Il Diavolo Veste Prada: stilista eccentrica ha a che fare con collaboratrice di talento che, ad un certo punto, perde la retta via. Nel film con Meryl Streep e Anne Hathaway, però, questa struttura è mantenuta per tutta quanta la durata del titolo, in Crudelia invece è solo un grande e lungo incipit che dà il via agli eventi centrali della pellicola. Dopo determinati colpi di scena, che risultano sicuramente interessanti nonostante vengano trasmessi senza alcun tipo di preparazione, il film passa al secondo genere: una sorta di mix tra l’heist e il revenge movie, il tutto costellato dalle classiche situazioni/gag che si è abituati a vedere in un titolo Disney e che, giustamente, trovano spazio anche in quest’occasione. Come detto, però, la frattura è veramente troppo dirompente e nonostante un’ottima Emma Stone, se nella prima parte il film manca sostanzialmente di originalità, nella seconda si arranca per la ripetitività di alcune scene. Promosso quasi a pieni voti, invece, l’atto conclusivo, che se non brilla neanch’esso per originalità, è anche vero che la sceneggiatura riesce a puntare in maniera forte e intelligente sul fattore visivo, avendo alcune trovate seriamente interessanti.
Proprio “l’occhio” è probabilmente il punto di forza maggiore di Crudelia, in maniera totalmente giusta, trattandosi di un film che vuole, de facto, raccontare anche il mondo della moda. Bisogna dirlo senza mezzi termini: il film è uno splendore degli occhi, sotto diversi punti di vista. Si potrebbe parlare del look di Estella/Cruella, che con il suo design incarna veramente il concetto di “due facce della stessa medaglia”; ancora, si potrebbe parlare dei meravigliosi capi di alta moda che vengono presentati nel film, che si tratti di quelli più classici o delle trovate rivoluzionarie e decisamente punk di Cruella, sono tutti design che in un modo o nell’altro lasceranno il segno (uno in particolare, con un bellissimo richiamo ad una scena di Hunger Games, con la presenza scenica di Emma Stone è veramente una trovata geniale); andando avanti, la Londra punk rock degli Anni Settanta è la perfetta ambientazione per questo film e per questa versione del personaggio conosciuto nel Classico d’animazione Disney; in ultima istanza, ma chiaramente non per importanza, si può o si deve parlare della regia di Craig Gillespie, che nonostante una parte centrale ripetitiva, riesce comunque a rendere il ritmo del film praticamente sempre sostenuto, creando determinati scenari veramente d’impatto e giocando abilmente con tutti gli elementi che aveva a disposizione. Da rivedere, invece, gli effetti visivi, usati in maniera abbastanza invadente in alcune scene iniziali e che stonavano un po’ con il resto delle immagini sullo schermo.
Tornando un secondo all’ambientazione punk rock di Londra, è bene spendere qualche riga parlando della colonna sonora, veramente una chicca per le orecchie e che, nei momenti in cui il film cala vertiginosamente con trovate poco originali o che si erano già viste all’interno della stessa pellicola, riesce a mantenere la situazione a galla, proponendo pezzi veramente azzeccati, come Time of the Season dei The Zombies, Feeling Good di Nina Simone, Should I Stay or Should I Go dei The Clash o, infine, l’originale Call Me Cruella dei Florence and the Machine. Bisogna ammetterlo candidamente: vista la storia raccontata, la colonna sonora era una parte im-portante del film, e sotto questo punto di vista le scelte sono state perfette.
Per quanto riguarda le interpretazioni, su tutte chiaramente spiccano quelle di Emma Thompson ed Emma Stone, ma vale la pensa spendere anche un breve plauso per Joel Fry e Paul Walter Hauser, rispettivamente Jasper e Horace: i due personaggi erano stati presentati, nelle precedenti incarnazioni, come gli sgherri di Crudelia, ma qui sono qualcosa in più. Sono gli amici e la famiglia della ragazza e i due attori sono veramente bravi nel riuscire a far capire al pubblico quanto i loro personaggi tengano effettivamente ad Estella piuttosto che a Cruella. Nonostante il ruolo secondario nella pellicola, riescono a ritagliarsi il loro spazio ed a lasciare un buon ricordo, soprattutto Paul Walter Hauser, cui è affidato il ruolo di comic relief del film. Non servono invece preamboli per la bravura ormai conosciuta (non dovrebbe nemmeno servire dirlo) di Emma Thompson, che con la sua Baronessa von Hellmann regala un personaggio che doveva essere sopra le righe e che lo è giustamente stato. Volendo tornare per un attimo al paragone con Il Diavolo Veste Prada, la Baronessa è una versione volutamente estremizzata della Miranda Priestly di Meryl Streep e si può dire con una buona dose di certezza che il personaggio sarebbe potuto esser stato interpretato unicamente dalla Thompson, che si è dimostrata perfetta tanto nelle vesti della versione “squalo” che in quella da villain vero e proprio. Si conclude con Emma Stone, si trova assolutamente a suo agio con entrambe le facce della medagli di cui si parlava prima: una ragazza risoluta ma anche timida e indecisa nel caso di Estella, una donna vendicativa, senza scrupoli e malvagiamente geniale in quello di Cruella. In particolare, l’attrice si gode ogni singolo momento negli abiti eccentrici e sui generis di Cruella e con quei look la presenza scenica della Stone è veramente un qualcosa che ha pochi precedenti negli ultimi anni sul grande schermo. Il monologo davanti alla fontana di Emma Stone è qualcosa da dare i brividi. Nota di merito anche per il doppiaggio di Domitilla D’Amico, che riesce a rendere concreta anche attraverso la modulazione del timbro e della voce il cambiamento del personaggio. Un po’ zoppicante, invece, l’adattamento italiano unicamente in relazione alla questione Crudelia/Cruella: risulta un po’ strano andare a vedere un film che si chiama Crudelia ma la cui protagonista mantiene comunque il nome inglese Cruella. L’esigenza, lo si capisce facilmente, è dettata dal dover mantenere per motivi di trama il nome Cruella de Vil e non Crudelia De Mon, ma l’effetto è comunque strano.
Piccola raccomandazione: nel film è presente una scena mid-credits, quindi è consigliato attendere in sala per poterla vedere e non perdersela, perché si tratta di pochi istanti che però potrebbero significare tanto in ottica futuro del personaggio.
Crudelia, dunque, è un film che ha degli ottimi alti, soprattutto in fase di realizzazione, ma dei bassi abbastanza banali ed evitabili, come una sceneggiatura che si rivela troppo ripetitiva in alcuni frangenti e che non è in grado di inventare nulla di veramente originale a livello di trama. Discorso diverso invece per la gestione dei personaggi, soprattutto quello di Cruella, che compie una parabola veramente interessante e affascinante, nonostante anche qui il film non brilli per colpi di scena. L’impatto visivo della pellicola è sicuramente l’elemento migliore della produzione, che sfrutta saggiamente l’aver a che fare con la moda per creare scene che lasciano il segno e che ritrovano un riscontro anche nella colonna sonora: in tal senso, la combo è davvero riuscitissima. Buonissima la prova di Emma Stone, che si trova a suo perfetto agio con ogni sfaccettatura di questa sorta di Harley Quinn/Joker in salsa Disney. Crudelia è sicuramente un’ottima scusa, o motivazione a seconda dell’interesse per la pellicola, per tornare in sala.
Crudelia è disponibile da oggi al cinema e dal 28 maggio in Accesso Vip su Disney+. Di seguito, il trailer ufficiale del film: