Diabolik – Ufficializzato il nuovo protagonista dopo l’addio di Luca Marinelli

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Diabolik

Come vi avevamo già anticipato lo scorso ottobre, le riprese del secondo e terzo capitolo di Diabolik sono iniziate a Bologna con un grande assente: Luca Marinelli, interprete di Diabolik. Al suo posto sotto alla maschera del Re del terrore Giacomo Gianniotti. Oggi, tramite le pagine di Esquire Italia, è arrivata finalmente l’ufficialità della notizia, sarà dunque l’attore italo-canadese, noto per aver interpretato il dottor Andrew DeLuca in Grey’s Anatomy, a sostituire Luca Marinelli nel ruolo di protagonista nei sequel di Diabolik a cura dei Manetti Bros.

Durante l’intervista con Esquire, Gianniotti ha parlato del cambio radicale del protagonista dal primo al secondo film: “È un po’ come quando c’è un nuovo James Bond. I film sono diversi e richiedono cose diverse. Per esempio, la storia del primo film aveva meno azione, mentre quella dei miei due ne ha di più, quindi ci sono molti più stunt. Ma non è merito mio, è che sono altre storie.”

L’attore Italo-canadese ha dato poi alcune anticipazioni sulla trama dei film, segnalando come una delle due pellicole porterà in scena la storia d’origine del personaggio: “Uno degli albi da cui saranno tratti i due film è la storia dell’origine di Diabolik, si capisce dove è cresciuto, come è nata la sua figura e tutto quello che l’ha influenzato per farlo diventare il re del terrore.”

I registi hanno poi parlato dei come Giacomo Gianniotti è stato scelto per impersonare il nuovo Diabolik. Molti degli attori che hanno fatto il provino per essere il nuovo Diabolik non sanno di aver fatto il provino per Diabolik. Dovendo sostituire Luca Marinelli già un anno prima dell’uscita del primo film (rinviato a causa della pandemia) e non dovendo far trapelare la cosa, i fratelli Manetti hanno infatti cominciato a provinare attori con una scena finta e con un personaggio diverso nel nome ma totalmente Diabolik nelle caratteristiche. Erano provini più che altro registrati, video che gli attori registravano e mandavano. Dei selftape. Un modo per iniziare quella ricerca sotto lockdown che poi è terminata con Gianniotti, l’unico che sia stato effettivamente provinato dal vivo (si fa per dire, era via Zoom) dai due registi.

“Eravamo nel panico totale”, spiega Marco Manetti, “cambiare attore dentro una trilogia è una grande anomalia, anche se forse Diabolik, che ha mille volti, è l’unico personaggio a cui si confà. La ragione è la pandemia. Il rinvio di un anno ha fatto sì che avessimo la possibilità mai vista di girare il secondo e il terzo film prima che uscisse il primo. Per noi era una grande opportunità, se non l’avessimo colta saremmo stati dieci anni della nostra carriera dietro a Diabolik che, con tutto il rispetto e l’amore, è tanto. Tuttavia, Luca Marinelli aveva già firmato un contratto per un altro film e quindi non avrebbe potuto. Con dolore abbiamo scelto di girarli con un altro attore”.

Tra tanti, la parte l’ha avuta il canadese che “sembrava bonaccione”, una scommessa dei fratelli sulla sua dedizione e capacità di diventare Diabolik come promesso: «Sul set ci siamo trovati di fronte a un attore dallo stampo anglosassone», dice Antonio Manetti, «capace di ricordare una cosa che gli hai detto mesi prima, elaborarla e tirarla fuori quando serve. Uno che si prepara tantissimo per arrivare dove gli hai chiesto e ti fa un mare di domande».

Le differenze con Marinelli sono molte, «ma tutti gli attori sono diversi. Che pensi che Valerio Mastandrea abbia lo stesso metodo di Miriam Leone?», dice Marco Manetti, una però la vedremo chiaramente: «Ci siamo accorti sul set che Giacomo c’ha il fisico, e certe cose ci ha fatto vedere che le sa fare davvero. Allora l’abbiamo sfruttata questa cosa. Il suo sarà un Diabolik più fisico sicuramente».

I due sequel di Diabolik, in uscita nei prossimi anni, vedono ancora i Manetti Bros. dietro la macchina da presa. Oltre a Gianniotti, che sostituirà Luca Marinelli, il cast vede il ritorno dal primo film di Miriam Leone nel ruolo di Eva Kant e Valerio Mastandrea in quello di Ginko.

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