Il celebre regista e produttore Ivan Reitman, padre di molte commedie di grande successo degli anni ’70 e ’80 tra cui il leggendario Ghostbusters – Acchiappafantasmi, è morto nel sonno lo scorso 12 febbraio all’età di 75 anni. Ha dare la notizia all’Associated Press è stata la famiglia, che però non ha specificato la causa della morte del regista.
Ivan Reitman lascia la moglie Genevieve; suo figlio Jason, regista; e le figlie Catherine, attrice, scrittrice e produttrice televisiva, e Caroline.
“La nostra famiglia è in lutto per la perdita inaspettata di un marito, padre e nonno che ci ha insegnato a cercare sempre la magia nella vita”, hanno detto i suoi figli Jason Reitman, Catherine Reitman e Caroline Reitman in una dichiarazione congiunta. “Ci conforta il fatto che il suo lavoro da regista abbia portato risate e felicità a innumerevoli persone in tutto il mondo. Mentre piangiamo in privato, speriamo che coloro che lo hanno conosciuto attraverso i suoi film lo ricorderanno per sempre”.
Nato in Cecoslovacchia e cresciuto in Canada (dove ha incontrato per la prima volta giovani comici come Dan Aykroyd e Rick Moranis, che poi sarebbero diventati star dei suoi film), Reitman ha fatto la suo prima grande successo come produttore di “Animal House” (1978), la folle commedia di John Landis che ha segnato il debutto sul grande schermo della stella del “Saturday Night Live” John Belushi. È passato poi rapidamente alla regia di lungometraggi e i suoi primi due successi, “Polpette” (1979) e “Stripes – Un plotone di svitati” (1980), hanno aiutato l’affermazione cinematografica di un’altra stella di SNL: Bill Murray.
Per quanto formidabili fossero gli incassi al botteghino delle due pellicole, erano solo un riscaldamento per il più grande successo nato dalla mente di Reitman. Scritto in collaborazione da Dan Aykroyd e Harold Ramis, interpretato dai due insieme a Bill Murray, Rick Moranis e Sigourney Weaver, “Ghostbusters – Acchiappafantasmi” (1984) è stato il perfetto connubio tra umorismo ed effetti speciali ad alto budget. Con un incasso di quasi 229 milioni di dollari negli Stati Uniti d’America, Ghostbusters è stata tra le commedie di maggior successo del suo tempo. La pellicola ha poi generato un franchise che include un sequel, diretto dallo stesso Reitman, uscito nel 1989, tre serie animate “The Real Ghostbusters” (1986-1991), “Slimer” (1988) e “Extreme Ghostbusters” (1997) e due pellicole del nuovo millennio, ovvero il reboot al femminile di Paul Feig del 2016 e il più recente “Ghostbusters: Legacy” (2021) diretto da Jason Reitman, figlio di Ivan, che ha riunito le stelle ancora in vita del film originale.
Sebbene nessuno dei film successivi di Ivan Reitman abbia raggiunto i risultati di Ghostbusters al botteghino, ha mantenuto un alto profilo come produttore e regista con una serie di commedie che hanno riconfigurato la carriera dell’eroe d’azione Arnold Schwarzenegger: “I Gemelli” (1988), “Un Poliziotto alle Elementari” (1990) e “Junior” (1994). Dai primi anni novanta ha cominciato a diradare i suoi impegni come regista, preferendo il ruolo di produttore e produttore esecutivo. Ha collaborato al cartone animato “Heavy Metal” (1981), a “Spacehunter: Adventures in the forbidden zone” (1983), “Beethoven” (1992) e “Beethoven 2″ (1993), “Space Jam” (1996), e altri, con successi altalenanti. Nel 2005 avrebbe dovuto dirigere “La Pantera Rosa”, prequel della celebre saga con Peter Sellers, ma ha rinunciato. Nel 2006 ha diretto “La mia super ex-ragazza”, con Uma Thurman e Luke Wilson.