Ispirato alla storia vera del fotografo giapponese Masashi Asada, Foto di Famiglia (The Asadas) è una commedia drammatica divertente e toccante, un film dolce che ci ricorda l’importanza della famiglia e dei ricordi, attraverso un lavoro sulla memoria effettuato utilizzando la macchina fotografica.

Nella famiglia Asada tutti hanno un sogno nel cassetto: il padre avrebbe voluto fare il pompiere, il fratello maggiore il pilota di Formula 1 e la madre si è sempre immaginata come la moglie di un gangster della Yakuza! Masashi (Kazunari Ninomiya), il figlio minore, grazie ai sogni della famiglia riesce a realizzare il suo: affermarsi come fotografo, specializzandosi nel ritrarre con originalità altre famiglie, regalando loro ricordi indelebili. La carriera di Masashi subisce però un arresto quando il Giappone viene colpito dal terremoto del 2011.

Fin dalla prima sequenza, il lungometraggio ci trasporta nel suo universo insolito. Vediamo una serie di cadute un po’ burlesche, filmate al rallentatore, di ciascuno dei personaggi maschili. È una famiglia atipica quella che ci presenta il regista Ryōta Nakano, una famiglia che va oltre gli schemi, anche all’interno della società giapponese. Infatti, il padre si occupa della casa e non lavora, mentre la madre è un’infermiera di notte in ospedale. Un dettaglio semplice, certo, ma comunque significativo. Anche il più giovane della famiglia, Masashi, è un bambino come nessun altro: a differenza del fratello Yukihiro, che si avvia verso una carriera classica, lui ha una passione per la fotografia. Ma nonostante ciò, la mancanza di fiducia in se stesso gli impedisce di abbracciare il suo sogno. Finché un giorno decide di realizzare i sogni della sua famiglia attraverso uno shooting fotografico, e grazie a questo riprendere in mano la passione.

È proprio qui che risiede la forza del lungometraggio, il regista riesce a rendere questa famiglia terribilmente accattivante e grazie a questo veniamo trascinati all’interno del racconto. Ogni membro ha la sua peculiarità e viene caratterizzato attentamente, tutti i personaggi hanno la loro propria voce. Possiamo distinguere due parti principali all’interno del lungometraggio. La prima metà del film si concentra sul viaggio di Masashi come individuo e artista, con una personalità più eccentrica rispetto agli altri membri della sua famiglia, e in particolare agli antipodi di suo fratello maggiore Yukihiro, interpretato da Satoshi Tsumabuki, la cui voce scandisce la storia man mano che il film avanza.

Una volta finite tutte le avventure della famiglia, il film si concentra maggiormente sulla realtà del suo paese. La storia di Masashi si interseca con quella del Giappone, attraverso il trauma dello tsunami del 2011. Il ragazzo si unisce a un gruppo di volontari per aiutare chi ha perso tutto a recuperare le foto di famiglia, un modo per restituire a chi ha perso figli e amici almeno dei ricordi. Il film prende una piega molto meno giocosa e più drammatica. A prima vista slegata dalla prima parte del film, la sua seconda metà è tuttavia pienamente nella sua continuità sul piano tematico. Nella prima parte come nella seconda, è grazie alla fotografia e ai ricordi che superiamo la dura realtà. Con la sua famiglia, Masashi cercava bonariamente di curare le ferite. Piaghe create a causa di un sogno incompiuto o non realizzato.

Restaurando e raccogliendo le foto distrutte dallo tsunami, Masashi continua a suo modo a cercare di curare delle ferite, questa volta in modo diverso, cercando di dare speranza, attraverso queste foto, riportando alla luce memorie di tempi migliori. Anche se non gode della stessa freschezza e vivacità della prima, questa seconda parte coglie nel segno. Nakano purifica la sua messa in scena con finezza. Anche se assume un colore più drammatico, il film non perde mai la sua grande dolcezza, che gli permette di affrontare in modo sottile e toccante un dramma così forte.

Foto di Famiglia

Attraverso questa raccolta di foto ripulite ed esposte, che rappresentano migliaia di quotidiani apparentemente banali e somiglianti a tanti altri, viene sottolineata l’importanza vitale di essere amati. Le foto diventano le uniche tracce tangibili dei dispersi e dei morti. Anche per Masashi il compito non è semplice, ma è così facendo che sente di esistere, che si sente utile e che riesce a riportare la gioia laddove non c’è più. Per lui la felicità non fa la foto, è la foto che fa la felicità. Perché il suo obiettivo è catturare la verità, catturare attimi creati con spontaneità, che traducono emozioni vere.

In conclusione, Foto di Famiglia è un film in costante equilibrio, in perfetta armonia tra risate e lacrime. Interpretato magnificamente da un cast di attori magnifici, è esilarante nella prima parte e commovente nella seconda. Attraverso la fotografia, mezzo utilizzato per congelare sogni e memoria, il film rende omaggio alle cose semplici della vita, Ryōta Nakano dà vita ad un momento di cinema unico, di rara tenerezza.


Foto di Famiglia di Ryōta Nakano è ora disponibile nelle sale cinematografiche italiane distribuito da Officine UBU. Di seguito il trailer del film:

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