Vincitore della Coppa Volpi al miglior attore (Colin Farrell) all’ultimo Festival del Cinema di Venezia, vincitore di tre Golden Globes tra cui miglior film commedia e miglior attore protagonista, nominato a nove premi Oscar e vincitore di SAG Awards e BAFTA, Gli Spiriti dell’Isola (in originale The Banshees of Inisherin), nuovo film di Martin McDonagh (In Bruges, Tre Manifesti ad Ebbing, Seven Psychopaths) con Colin Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon e Barry Keoghan, arriva finalmente nelle sale italiane a partire dal 2 febbraio. Anticipato come uno dei migliori film dell’anno, la nuova commedia nera di McDonagh, mattatore del genere in questione, è la tragicomica messa in scena della fine di un’amicizia tra due uomini adulti con ripercussioni drammatiche e disturbanti.

Nel 1923 due amici di lunga data, Padraic (Colin Farrell) e Colm (Brendan Gleeson), si trovano in una situazione di stallo quando Colm decide bruscamente di porre fine alla loro amicizia. Padraic, confuso e devastato, tenta di riaccendere il loro rapporto con il supporto di sua sorella Siobhan (Kerry Condon), che insieme a Dominic (Barry Keoghan), il figlio del poliziotto locale, ha le sue preoccupazioni all’interno della piccola comunità di un’isola dell’Irlanda. Ma quando Colm lancia un ultimatum scioccante per concretizzare le proprie intenzioni, gli eventi iniziano a degenerare.

Sono passati cinque anni dall’uscita di Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, ultima pellicola di McDonagh con protagonista la vincitrice dell’Oscar Frances McDormand, film che nonostante rientri appieno nella poetica dell’autore irlandese sembrava discostarsi dal suo inconfondibile tocco satirico che lo ha reso noto e apprezzato. Tre Manifesti a Ebbing, la storia di una madre che cerca giustizia nei confronti di sua figlia morta a causa di una violenza nell’America rurale, era un dramma nella sua massima espressione diverso dalle commedie satiriche come In Bruges o Seven Psychopaths. Con Gli Spiriti dell’Isola, McDonagh torna al cinema delle sue origini, attingendo però da quella vena drammatica e disturbante che sembra voler caratterizzare la sua nuova fase produttiva.

In originale il titolo The Banshees of Inisherin, dove Banshees sta per spiriti femminili legati al folklore irlandese che si manifestano a tutti coloro sul punto di morte, fa da subito intendere quanto la pellicola sia fortemente legata al concetto di morte. Raggiunta una certa maturità e prossimo alla vecchiaia Colm, interpretato da uno straordinario Brendan Gleeson sente la necessità umana di lasciare un segno e abbandonare le futilità della vita. Purtroppo una di queste futilità è proprio la profonda amicizia con Padraic/Farrell, un uomo più giovane che non considera la morte e vive libero e spensierato. La fine apparentemente senza senso di un’amicizia profonda è il motore che da il via all’azione che piano piano si trasforma in qualcosa di sempre più disturbante.

Gli Spiriti dell’Isola The Banshees of InisherinMcDonagh oltre alla regia, firma una sceneggiatura solida e costantemente in bilico tra drammaticità e comicità che mette in risalto la fragilità dell’animo umano e la devastazione della solitudine e della perdita. In un crescendo di azioni che si fanno mano a mano sempre più scioccanti, il rapporto precario tra i due amici si deteriora fino al catartico finale. Inserito in un contesto sospeso, magico, Gli Spiriti dell’Isola deve molta della sua potenza anche alle immagini che propone. Costantemente girato in momenti specifici della giornata – alba e tramonto – quasi metafora del rapporto tra i due (ex) amici, si caratterizza di una regia posata e minimalista dove spiccano le location incontaminate della costa insulare irlandese, i luoghi diroccati, quasi dimenticati, fatti di pietra scura, in contrapposizione con la luminosità della natura, e le incredibili performance attoriali dell’intero cast.

Colin Farrell, propone un personaggio atipico, mosso da una mascolinità non canonica in un contesto rurale che si ritrova a vivere una situazione tanto paradossale quanto drammatica che modificherà radicalmente la sua percezione dell’altro. Brendan Gleeson, nei panni del burbero Colm regala una performance straziante, simbolo di una presa di coscienza ferma, quasi anticlimatica. Barry Keoghan – nomianto all’Oscar come miglior attore non protagonista- e Kerry Condon anch’essa nominata all’Oscar vestono i panni di due figure estremamente positive e vicine ai personaggi principali, tanto da rimanere interamente investite dalla paradossale situazione che si presenta all’interno delle loro vite.

Gli Spiriti dell’Isola (The Banshees of Inisherin) è già uno dei titoli più acclamati dell’anno e le numerose vittorie e nomination ai premi più ambiti ne sono la prova. Martin McDonagh torna agli albori della sua produzione, caratterizzata da una forte vena satirica, non tralasciando la parte drammatica che lo contraddistingue almeno negli ultimi anni. Pellicola quasi interamente sorretta da una sceneggiatura potente e da interpretazioni memorabili, Gli Spiriti dell’Isola è la storia inaspettata e disturbante della fine di un’amicizia che si fa portavoce della drammaticità della perdita dei legami.


Gli Spiriti dell’Isola arriva al cinema a partire dal 2 febbraio. Ecco il trailer italiano del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Gli Spiriti dell'Isola
8.5
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
gli-spiriti-dellisola-il-declino-dellamicizia-nella-commedia-nera-di-martin-mcdonagh-recensioneGli Spiriti dell’Isola è già uno dei titoli più acclamati dell’anno e le numerose vittorie e nomination ai premi più ambiti ne sono la prova. Martin McDonagh torna agli albori della sua produzione, caratterizzata da una forte vena satirica, non tralasciando la parte drammatica che lo contraddistingue almeno negli ultimi anni. Pellicola quasi interamente sorretta da una sceneggiatura potente e da interpretazioni memorabili, Gli Spiriti dell’Isola è la storia inaspettata e disturbante della fine di un’amicizia che si fa portavoce della drammaticità della perdita dei legami.

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