[ESCLUSIVA] Intervista al doppiatore Edoardo Stoppacciaro

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Primo appuntamento con questa nuova rubrica, una rubrica completamente dedicata al Mondo del doppiaggio Italiano, quest’oggi in mia compagnia c’è Edoardo Stoppacciaro, noto doppiatore, voce di Robb StarkOri e tanti altri personaggi. Non perdiamo altro tempo ed iniziamo subito con le domande!

Ciao Edoardo e grazie per aver accettato l’invito a questa mia intervista. Parto immediatamente con la più classica delle domande, come sei entrato nel Mondo del doppiaggio e quale è stato il tuo primo doppiaggio?

“Ciao Daniel! Grazie a te! È sempre un piacere fare una bella chiacchierata nerdeggiante! Il doppiaggio è stato una mia passione fin da quando ero piccolo: mi incantava la magia di queste voci allo stesso tempo inscindibili eppure autonome dalle facce da cui le sentivo uscire. A nove anni ho iniziato a recitare in una scuola di teatro per bambini che poi è diventata la compagnia Teatro di Carta, a Viterbo, e crescendo, ho lavorato anche con colleghi più grandi di me, i quali mi avevano fortemente sconsigliato di tentare la via del doppiaggio perché “Se non sei figlio d’arte non ti fanno neanche avvicinare”, “Diventi un impiegato”, “È tutta una mafia”… E così, più demotivato che mai, mi sono iscritto a giurisprudenza. Grazie a mia madre, però, ho trovato l’annuncio delle audizioni per entrare nell’accademia diretta da Pino e Claudio Insegno. Mi hanno preso e, come insegnante di doppiaggio al primo anno, ho avuto Massimo Giuliani. I miei primi turni li ho fatti proprio con lui. Ricordo ancora la mia primissima battuta: doppiavo un carabiniere sullo sfondo in una scena di “Don Matteo 4″ (roba grossa!)… Il carabiniere consegnava una cartellina a un collega e, grazie al genio sadico di Massimo, dovevo fargli dire in un microsecondo «Qui ci sono quelle derubricate del primo semestre 2001»”.

Sono numerosi i personaggi che hai poi avuto modo di doppiare nel corso della tua carriera, ma al pubblico Italiano sei principalmente noto per i ruoli di Robb Stark in “Game Of Thrones” e per quello del nano Ori nella trilogia de “Lo Hobbit”, c’è un personaggio a cui sei particolarmente legato? E se sì, perché?

“Sicuramente sono molto legato a Robb, e non solo perché sono un fan delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco da MOLTO prima che diventassero di moda, ma anche perché doppiare Richard Madden è sempre una bella esperienza: lui è asciutto, quasi immobile, ma trova sempre il modo di differenziare meravigliosamente i personaggi che interpreta. Ho amato moltissimo anche il Cesare Borgia di Mark Ryder nella serie “I Borgia” di Sky, sia per la bravura dell’attore che per la bellezza devastante del personaggio, ma nel mio cuore ci sono anche il topo Emile di “Ratatouille”, il villain Vector di “Cattivissimo me”, il pirata Barbacciaio di “Lego Movie”, Orgrim Martelfato di “Warcraft- L’inizio” e soprattuttoRyan Gosling che ho avuto l’onore di doppiare nel divertentissimo “The Nice Guys”.

Restando in tema “Game Of Thrones” sappiamo che sei un grande fan sia della serie che dei romanzi, come nasce questa tua passione?

“Io impazzisco per il fantasy da quando avevo undici anni. Ne ho divorato (e ne divoro) in quantità industriali, ma a un certo punto ho constatato con tristezza che l’80% del fantasy post-Tolkien era una scopiazzatura mal riuscita del “Signore degli Anelli”. E neanche dei suoi contenuti: del solo involucro! Poi un’amica mi consigliò questo George R. R. Martin, ed è stato amore fin dalla prima pagina. Un amore viscerale, profondo, che (mi duole ammetterlo) il vecchio zio George ha deluso pesantemente a partire da “A Feast for Crows”. Ma rimango un suo adepto riconoscente per le emozioni che mi ha regalato fino a “A Storm of Swords”.

GOT è una passione che condividi con me e con sicuramente tanti dei nostri lettori, e quindi ti chiedo, cosa ne pensi dell’ultima stagione? Ti è piaciuta l’evoluzione della trama o avresti preferito che la serie si fosse fermata in attesa dell’uscita del nuovo romanzo?

“Al momento sto preferendo di gran lunga la direzione presa dalla serie televisiva. Secondo me Martin ha incasinato a tal punto le cose che gli sceneggiatori si sono ritrovati in un ginepraio senza uscita. E l’unica cosa che hanno potuto fare a quel punto è stata armarsi di machete e tagliare i rami secchi. Ecco tutte le morti improvvise che abbiamo visto in questa sesta stagione”.

Parlando sempre della sesta stagione, è ben nota la polemica che si è creata attorno alla fatidica scena di Hodor, cosa ne pensi a riguardo? Avresti fatto un’altra scelta per quanto riguarda l’adattamento?

“Il discorso è molto ampio. Volendo sintetizzarlo al massimo, trovo che la scelta sia stata brillante. Erano state proposte altre alternative, come il pur buono “Tieni duro”, ma oltre a trovarle “acusticamente” più sgraziate, sarebbero state totalmente fuori sinc. Molti hanno addirittura sostenuto che quella singola scena andasse lasciata in originale. Questa strada sarebbe stata così assurdamente impercorribile che non è nemmeno il caso di soffermarcisi. Le polemiche sterili che contestano senza sapere che tipo di lavoro va fatto su scene simili lasciano il tempo che trovano. Poi è questione di gusti (viva Dio!): non è mai stato così facile seguire una serie in lingua originale. Chi aborrisce il doppiaggio dovrebbe rilassarsi e godersi i prodotti nella loro lingua d’origine”.

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Abbandoniamo un attimo il discorso del doppiaggio, ti va? Parliamo di un altro tuo importante progetto, “REAL!”, ti va di spiegare ai nostri lettori cosa tratta questo interessante lavoro?

REAL!” è il mio sogno d’infanzia. È un film che si svolge nell’universo narrativo dei primi due “Ghostbusters”, ma è ambientato ai giorni nostri, a Roma. Amo gli Acchiappafantasmi fin da quando ero piccolo, e l’idea di fare il mio film su una squadra di “ragazzi in grigio” mi frulla in testa da allora. Quell’idea è tornata alla ribalta quando, per il mio trentesimo compleanno, la mia splendida fidanzata mi ha regalato nientemeno che uno zaino protonico! A quel punto, si sono aperte le dighe dell’immaginazione: in una settimana avevo scritto il soggetto. Poi, una volta scelti i miei due compagni di scena (Marco Fumarola e Fabio Cavalieri), in un mese ho scritto la primissima bozza di sceneggiatura. La storia di “REAL!” racconta di tre amici che si ritrovano a prendere in affitto una casa infestata nel cuore di Roma. Grazie all’aiuto di due professori (“voci” note agli amanti della saga), rimetteranno mano all’attrezzatura ideata da Egon Spengler e Ray Stantz e, senza essere minimamente preparati (e forse neanche pienamente coscienti), affronteranno una minaccia collegata alla Porta Alchemica di piazza Vittorio Emanuele. Col tempo, il progetto è cresciuto, ha coinvolto altre persone, splendidi professionisti che ci hanno aiutato a realizzare i primi video per far conoscere il progetto, come i Videomatti e la Galaxian Art Explosion. Il cast si è allargato (avremo anche la partecipazione straordinaria di Mario Cordova, Sergio di Giulio e Cristiana Lionello, storici doppiatori di Egon, Ray e Janine), i personaggi sono diventati più tridimensionali (grazie anche all’aiuto e ai suggerimenti del mio amico e co-sceneggiatore Valerio Albasini di Giorgio e del regista Cristian Calabretta), abbiamo iniziato a collaborare con i mitici JMMates per gli effetti in CGI e abbiamo messo su un intero reparto “props e creature”, perché vogliamo che i fantasmi del film siano il più possibile tangibili, ricorrendo a qualche aggiornamento dei cari, vecchi effetti pratici degli anni ’80. Attualmente siamo alla ricerca di finanziamenti perché il progetto è ambiziosissimo: “REAL!” sarà un lungometraggio, e dovrà essere il film che NOI vorremmo andare a vedere al cinema. Quindi niente compromessi: non importa quanto ci vorrà!”

Insomma, chi non ama i Ghostbusters? E proprio a riguardo dei nostri amati Acchiappafantasmi vorrei chiederti come è nata la tua passione per loro? Ti è bastato guardare i primi film per innamorartene, oppure è qualcosa di più complesso?

“In realtà li ho conosciuti dai cartoni animati: il mio primo grande amore furono i “Real Ghostbusters” (uno dei motivi per cui il mio film si intitolerà “REAL!” è proprio questo). Erano i miei eroi assoluti: sono stati loro a insegnarmi che non solo non dovevo avere paura del buio, ma che potevo anche ridergli in faccia, al buio e a tutti gli orrori che conteneva. Ho ancora tutta la prima serie di action figures della Kenner, miei compagni di gioco preferiti! Poi, un bel giorno, la voce dei trailer di canale 5 disse «Bill Murray, Dan Aykroyd, Sigourney Weaver. Ghostbusters – Acchiappafantasmi – Questa sera alle 20:30». Ricordo di aver detto a mio padre «Ah, vedi? Tipo quelli del cartone animato». E mio padre: «No, no, sono proprio quelli del cartone animato, però fatti dagli attori veri». Fine. Salto di prospettiva GALATTICO. Quella fu la consacrazione totale del mio amore per loro. Esistevano davvero! E avevano LE STESSE VOCI DEL CARTONE ANIMATO! In un colpo solo, mi innamorai definitivamente dei Ghostbusters e del doppiaggio, e nel contempo cominciai a sognare di indossare anch’io uno zaino protonico e fare il mio film sugli Acchiappafantasmi”.

Hai qualche aneddoto da raccontarci a riguardo delle tue avventure da Ghostbuster? Sono sicuro che grazie a questa passione hai avuto modo di divertirti!

Bèh, da quando sono socio di Ghostbusters Italia, partecipando agli eventi, «abbiamo visto cose da farti diventare bianco!» (cit.), ma da quando ho iniziato a lavorare al progetto “REAL!”, ne abbiamo combinate veramente di tutti i colori!” Potrei raccontarti dei casini sul set, ma preferisco farteli federe direttamente: QUI

Dagli Acchiappafantasmi, un progetto ancora Work in Progress a “Mondo in fiamme” un progetto già fatto e finito, ovvero il tuo primo romanzo uscito a Febbraio. Ti faccio in partenza in complimenti per questo bellissimo traguardo e ti chiedo come nasce l’idea di scrivere un libro?

“Grazie di cuore! Scrivere mi è sempre piaciuto moltissimo. Credo che quello di raccontare sia un bisogno comune pressoché a tutti gli esseri umani. Quando lessi “Lo Hobbit” per la prima volta, l’incantesimo col quale Tolkien mi aveva strappato via dal grigiore della realtà per portarmi nella sua Terra di Mezzo, fece sì che, arrivato all’ultima pagina del romanzo, io mi sia sentito improvvisamente orfano. E a quel punto è nata la voglia profonda di creare una storia tutta mia, un mondo tutto mio, creature tutte mie. Le primissime cose le ho scritte tra i 10 e gli 11 anni (roba illeggibile, è chiaro, ma chissà, forse un domani… ) Per quanto riguarda “Mondo in fiamme“, è stato proprio George Martin a farmi tornare una gran voglia di raccontare, avendomi mostrato un modo del tutto diverso di scrivere fantasy”.

Un libro che possiamo affermare abbia già attirato molta attenzione su di sé, ci puoi rivelare brevemente di cosa parla, e se hai preso ispirazione da qualche opera in particolare per scrivere la storia?

“Lo spunto della storia, di fatto, è tutt’altro che fantasy. Quello che vedo leggendo i giornali o seguendo i notiziari è un quadro globale di squilibrio violento e subdolo, con superpotenze che attuano piani raccapriccianti mascherati da “buono”, “giusto” o “inevitabile”. Vedo una gara a chi può distruggere meglio e in modo più definitivo il nostro mondo. Vedo capi di stato, lobby e organizzazioni criminali spadroneggiare nella patetica illusione di essere i signori di questo mondo, coloro che ne plasmano la forma e i confini. E poi vedo che cosa diventa questa loro grandezza di fronte a un semplice terremoto o di fronte a tutti quegli eventi che ci ricordano che perfino il più potente di noi è solo un passeggero di questo pianeta, non il pilota. Da questa considerazione, ho creato il mio Mondo in Fiamme. Il primo romanzo della trilogia, intitolato “Una Primavera di cenere”, introduce un continente diviso in tre grandi regni reduci da una guerra devastante. Da quel conflitto sono scaturiti equilibri più o meno solidi e una sorta di pace vigile fondata però sulla reciproca diffidenza. In questo quadro già teso, i tre re si adoperano chi per consolidare la pace, chi invece per far scoppiare un nuovo conflitto che ridefinsca gli equilibri politici. Questo è lo sfondo sul quale si muovono un cavaliere ossessionato dal passato, una compagnia di mercenari costretta a scortare un re in una missione che rasenta la follia, un capitano della milizia in fuga con la sua famiglia e una ragazzina dagli occhi rossi e la pelle tatuata che, inconsapevolmente, ha messo in moto gli avvenimenti che potrebbero scatenare la fine del mondo. Gli Spiriti che tutelano la Terra hanno percepito che qualcosa di enorme si sta risvegliando, e lentamente stanno sorgendo dall’oblio per riprendersi quel mondo che li ha dimenticati e che gli Umani hanno così malamente governato. Sicuramente gli esempi di Tolkien e di Martin (pur se apparentemente inconciliabili) mi hanno influenzato, ma ho attinto dal panorama mitologico celtico e scandinavo e, soprattutto, da fatti e personaggi di epoche storiche diverse”.

Non vedo l’ora di leggerlo e come promesso di farci una recensione. Come ultima domanda ti chiedo se puoi regalarci in anteprima qualche informazione sui tuoi progetti futuri?

“Grazie davvero, Daniel, aspetto con ansia la tua recensione! Al momento sto scrivendo il secondo romanzo della trilogia di “Mondo in fiamme” e, nel frattempo, continuo a lavorare alla preproduzione di “REAL!”, in modo che, appena avremo trovato i fondi, saremo pronti a partire in quarta. Quanto al doppiaggio, sto facendo gli ultimi turni di una serie divertentissima, sboccata, irriverente e spietata: “House of Lies“, con Don Cheadle come protagonista. Ho partecipato anche al doppiaggio di “Inferno“, tratto dal romanzo di Dan Brown”.

Bene Edoardo, l’intervista finisce qui. Voglio nuovamente ringraziarti per l’immensa gentilezza e disponibilità, e ti chiedo, se ti va di fare un saluto a tutti i nostri lettori.

“Grazie a te, Daniel! È stato un vero piacere! Un saluto PROTONICO a te e a tutti gli amici di RedCapes.it”.

Termina qui questo primo appuntamento con il Mondo del doppiaggio Italiano. Che ne dite? Avete voglia di conoscere le voci che vi accompagnano giorno dopo giorno? Se sì, fatecelo sapere con un commento, e presto, molto presto, avremo un altro ospite in esclusiva. Alla prossima!

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