Le star del cinema e le loro sensazioni di quando vanno al cinema

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Al giorno d’oggi andare al cinema è una sorta di abitudine un po’ per tutti. Le persone di tutto il mondo si recano in sala e quando si spengono le luci iniziano a godersi il film che viene proiettato sul grande schermo e per circa un paio d’ore non sono che concentrate sul titolo scelto prima dell’acquisto del biglietto.

Ma come vivono gli attori, le attrici e i registi un momento del genere? Quali sono le sensazioni che prova chi, in genere, è abituato a trovarsi proiettato sullo schermo, piuttosto che a trovarcisi seduto di fronte? Fortunatamente ci sono alcune testimonianze a riguardo, e sono assolutamente interessanti.

Mike Leigh, famoso regista, ha per esempio raccontato una sua esperienza fatta in tempo di gioventù: “Nei tempi in cui ero un semplice cineasta senza un becco di quattrino frequentavo il cinema Tolmer di Euston. Era il più economico di Londra e dintorni: appena due scellini per ingresso. Si trattava di una vecchia chiesa sconsacrata, ed era sporca, decadente e stranamente eclettica. Proiettavano tutto ciò che riuscivano a recuperare, vecchio o nuovo. Il Gattopardo, per esempio, in versione originale e senza sottotitoli. Ancora, Hellzapoppin’ oppure Rashomon. Magari alcune pellicole erano incomplete o all’improvviso contenevano frammenti di altri film. Alcuni pezzi magari prendevano fuoco nel proiettore. Tutto magnifico, vera e propria educazione al cinema. Ovviamente nessuno si sedeva dove poco prima c’era qualche barbone”.

Anche Tilda Swinton ha raccontato qualcosa in merito: “Era il 1980. C’era un lenzuolo appeso ad un albero nel villaggio di Kitui County, in Kenya. Si vedeva un vecchio western abbastanza scadente, ed il proiettore che si stava utilizzando era ancor più scadente della pellicola. Ma era un evento vero e proprio. Centinaia di persone, che avevano fatto chilometri per vedere il film. Ad un certo punto, durante la sparatoria nel saloon, qualcuno dalla folla, scaglia la sua lancia verso lo schermo e si conficca nell’albero, bucando il lenzuolo e, virtualmente, anche il petto del cattivo, un attimo prima del finale. Indimenticabile. La magia del cinema che ci stupisce ogni giorno. Tanto rispetto“.

Di racconti memorabili ne ha avuti anche una stella incredibile come Steve McQueen, in particolare raccontando la sua prima volta al cinema: “La prima volta in sala per me è stata quanto ho visto I Magnifici Sette, all’Hammersmith Odeon, a Londra. Mi ricordo di quando strofinai la mano contro il muro e rimasi stupido di sentire la moquette sotto le dita. Vedere un film western con mio padre era una cosa importantissima per me. Fu incredibile: una cacofonia continua di suoni e immagini. Ebbi le farfalle nello stomaco per tutta la durata della pellicola. Un’altra bella esperienza fu quando ho visto Intrigo Internazionale, in un cinema di Londra sotto il livello della strada. Alfred Hitchcock aveva creato un film per il pubblico. Sapeva benissimo quando sarebbero arrivati i suoni di stupore o ammirazione, o quando si sarebbero piegati in avanti sulla poltrona o quando si sarebbero completamente stesi sullo schienale. Il posto si riempì di energia e alla fine tutti quanti si alzarono per applaudire”.

Queste le parole, invece, di Emma Thompson: “Superman, 1978. Il cinema era enorme. Il film fu divertente, emozionante e carico di emozioni. Ma la cosa più interessante stava nel fatto che la protagonista femminile era un riferimento tanto quanto il protagonista maschile, anche se lei non volava da sola. Quando sono uscita dal cinema volevo che quella sensazione che stavo provando in quell’istante non finisse mai”.

La direttrice artistica del London Film Festival, Tricia Tuttle, ha invece condiviso quanto segue: “Vedere un buon film è sempre un piacere, su qualsiasi tipo di piattaforma. I miei ricordi più emozionanti sono tutti riguardanti quei film la cui storia mi ha letteralmente catturato, tenendomi sospesa nel buio della sala. Ho visto Creature dal Cielo di Peter Jackson in un piccolo cinema di un centro commerciale. Seguendo la storia di Juliet e Pauline mi accorsi che a malapena riuscivo a respirare. Ero completamente immersa nell’esperienza, e Jackson e Kate Winslet regolavano il mio battito cardiaco fino al drammatico finale, che in cuor mio sapevo inevitabile. La narrazione di Pauline me lo aveva fatto presagire, ma comunque fu una botta. Quando le luci si riaccesero furono poche le persone a lasciare il cinema. Io, personalmente, ero schiacciata da tutte le emozioni derivanti dal film e, nel mezzo della sala completamente illuminata, iniziai a piangere insieme ad altri sconosciuti”.

Emozioni forti, ma emozioni che in qualche modo riflettono ciò che la gente comune prova e vive quando è in sala, dimostrando che, con le luci spente e davanti ad uno schermo su cui è proiettato un film, le emozioni possono accomunare tutti quanti.

Fonte: The Guardian

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