Mythic Quest: Raven’s Banquet

Mythic QuestSerie comedy di Apple TV ambientata nel mondo delle software house creata dallo stesso ideatore di It’s Always Sunny in Philadelphia. Nella serie seguiamo uno studio di sviluppo che ha creato un popolare MMORPG, Mythic Quest, sul punto di rilasciare la prima espansione del loro gioco: Raven’s Banquet. Si conoscerà così questo gruppo sconclusionato che serve come contenitore di tutti gli stereotipi che si possono ritrovare in una software house. Abbiamo Ian Grimm (Rob McElhenney), il megalomane direttore creativo di Mythic Quest; Poppy (Charlotte Nicdao), l’ingegnere a capo degli sviluppatori del gioco e in perenne contrasto con Ian; David Brittlesbee (David Hornsby), il produttore esecutivo che passa più tempo a rimanere coinvolto nei conflitti di Ian e Poppy piuttosto che a fare il proprio lavoro; Jo (Jessi Annis), l’assistente di David che però più che altro asseconda Ian, piuttosto che a fare il suo lavoro; Brad Bakshi (Danny Pudi), incaricato della monetizzazione del gioco; C.W. Longbottom (F. Murray Abraham), eccentrico scrittore, vincitore di un premio Nebula, incaricato di creare la storia del gioco. Dana e Rachel (Imani Hakim e Ashly Burch), le stagiste il cui unico scopo è passare la giornata a giocare per trovare i bug nel gioco. Come detto più sopra sono tutti caricature, alcune volte eccessivamente stereotipati che però in più occasioni porteranno lo spettatore a ridere di loro o dispiacersi.

Se siete interessati potete approfondire con la nostra recensione: Mythic Quest: Raven’s Banquet – La brillante comedy di AppleTV+

Ozark: Stagione 3

OzarkAlla sua terza stagione e ad una stagione dalla chiusura, Ozark rientra anche quest’anno nella nostra lista, sia per far capire come una serie nata e categorizzata da tutti come una blanda copia di Breaking Bad, in fretta sia diventata una delle serie più interessanti presenti sul catalogo di Netflix. La serie creata ed interpretata da Jason Bateman segue Marty Byrde, un commercialista che si occupa di riciclare denaro per un potente cartello della droga messicano, quando però un suo collega viene scoperto ad aver fatto la spia ai Federali, Marty e la sua famiglia dovranno trasferirsi negli Ozark e tenere un basso profilo e tentare di riciclare il denaro dei Navarro. La serie ormai arrivata alla terza stagione può contare sia su un piccolo e resistente nucleo di fan ma anche su numerosi premi e plausi della critica, che sono proprio i termini che hanno permesso ad una serie ben poco nota del catalogo di Netflix di arrivare a questo punto, con una quarta stagione che concluderà una storia seppur poco originale, ma gestita ed interpretata al meglio.

Se siete interessati potete approfondire con la nostra recensione: Ozark: Stagione 3 – Una famiglia complicata, denaro sporco e i federali alle calcagna

Tales from the Loop

tales from the loopGradita sorpresa fantascientifica di Amazon Prime Video, Tales From the Loop nasce come serie che reinterpreta un certo numero di “dipinti” di Simon Stålenhag in storie di frontiera molto particolari. Siamo in un paese rurale degli Stati Uniti in un tempo non precisato dove nel sottosuolo è situato un misterioso oggetto, il Loop: nessuno sa davvero come funzioni ma dà lavoro a gran parte della cittadina, oltre ad aiutare lo sviluppo di tecnologia futuribile. Lo spettatore sarà portato a scoprire le storie di tutti gli abitanti del villaggio e come esse siano inestricabilmente collegate dal misterioso oggetto e da come tutti, nessuno escluso, siano costretti in un loop tutto personale. Gli esseri umani nella serie, per quanto avanzati tecnologicamente, non sono ancora riusciti ad abbandonare quei comportamenti tipicamente egoisti che poi li costringeranno in un loop senza fine. Tutto questo, insieme a una narrazione che fa dell’ineluttabile fiume di eventi il suo centro, con le difficoltà delle persone ad evitarlo, rendono questa serie di racconti molto più che semplici storie fantascientifiche.

Se siete interessati potete approfondire con la nostra recensione: Tales from the Loop Stagione 1 – Siamo tutti in un loop

Tiger King

Serie documentario creata da Eric Goode, che segue la storia del G.W. Zoo, in Oklahoma, che vede come direttore Joe Exotic. La serie non racconta però solo l’eccentrico e pericoloso proprietario, ma anche la battaglia legale tra lui e Carole Baskin, fondatrice del Big Cat Rescue, che come il suo “nemico”, ha una storia alquanto strana, visto come è entrata in possesso della fortuna che ora usa per gestire la sua fondazione. La serie si pone anche critica nei confronti della mancanza di una vera e propria base legislativa per il trattamento del traffico illegale di animali e allo stesso tempo di questi animali quando vengono requisiti. La serie documentario nella sua brevità e nel suo speciale conclusivo uscito in pieno periodo pandemico fa di questa docuserie il primo prodotto che ha giovato della pandemia e che ha portato nuovamente il paese simbolo del mondo libero alla berlina in una serie breve e che tiene incollati alla poltrona.

The Haunting of Bly Manor

The Haunted of Bly ManorDopo due anni di attesa torna la serie antologica creata da Mike Flanagan, The Haunting, questa volta la serie s’ispira non più al romanzo L’incubo di Hill House di Shirley Jackson ma a Il Giro di Vite scritto da Henry James, vero e proprio caposaldo del genere horror in letteratura. La serie segue la storia di Dani Clayton (Victoria Pedretti), una giovane ragazza statunitense che è assunta come governante da Henry Wingrave (Henry Thomas), zio di due orfani: Miles (Benjamin Evan Ainswort) e Flora (Amelie Bea Smith). La donna, raggiunta Bly Manor, si troverà quindi a vivere nella gigantesca tenuta di famiglia dove farà da tutrice ai ragazzi mentre strani avvenimenti accadono durante tutto il giorno e la notte. Inoltre, come se non bastasse, sembra che un uomo e una donna misteriosi siano collegati ai ragazzi e ad una tragedia incorsa prima dell’arrivo di Dani. Così come Hill House non lasciava nulla al caso, anche in Bly Manor succede lo stesso. La serie non crea una eco della precedente stagione dedicata a Hill House, ma usa nuovamente la storia di fantasmi e la casa infestata per raccontare un’altra storia, in parte dramma familiare ma anche racconto d’amore. Mike Flanagan, stavolta solamente produttore e scrittore della serie (sarà accreditato alla regia del solo primo episodio), infonde nuovamente il suo modo di intendere le storie di fantasmi e raccontare una storia che trascenda il singolo orrore, affascinandoci nuovamente con una lenta e magari noiosa per alcuni discesa all’inferno.

Se siete interessati potete approfondire con la nostra recensione: The Haunting of Bly Manor – Una tragica storia d’amore

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