Finalmente, dopo quasi un anno di attesa debutta, la seconda parte della quinta stagione di Lucifer, popolare serie tv salvata da Netflix dopo la cancellazione da parte di Fox. Noi abbiamo potuto vederla in anteprima: scopriamo come si è comportata quella che doveva essere la conclusione della serie negli otto episodi finali della quinta stagione.
La serie riparte dopo il finale della scorsa parte, quando lo scontro tra Lucifer (Tom Ellis), Amenadiel (DB Woodside), Maze (Lesley-Ann Brandt) e Michael è improvvisamente interrotto dall’arrivo di Dio (Dennis Haysbert). L’entrata in scena del sommo padre placherà gli animi per il momento, ma con la sua comparsa, non mancheranno di certo nuovi problemi sottintesi per i fratelli e anche per Chloe (Lauren German) che sembrava ormai aver trovato la sua dimensione come detective e donna di fianco al diavolo in persona. Nel frattempo, una trama ben più oscura si sta sviluppando e coinvolgerà tutti.
Questa stagione per gli sceneggiatori rappresenta, in parte, un nuovo punto di rottura con la serie per com’era prima: l’entrata in scena di Dio, infatti, darà modo a tutti i personaggi di affrontare i propri problemi con la figura paterna e che in parte li hanno condizionati a essere quello che sono ora. Amenadiel avrà modo così di confrontare direttamente la fonte delle sue irreali attese come Angelo, Lucifer potrà finalmente capire cosa spingesse il padre a comportarsi in determinati modi a seconda dei figli e ad accettare il suo essere il Diavolo, non più come una punizione ma parte di un percorso. Dennis Heysbert come Dio riesce a connettere sia con gli spettatori sia con i suoi colleghi: certo, in alcuni punti è oscurato da Tom Ellis, ma riesce a essere un personaggio interessante e anche un valore aggiunto alla storia della serie e non solo un ennesimo problema da affrontare per il gruppo. Nel frattempo, Lucifer dovrà di nuovo affrontare un problema anche più grande, il suo amore per la detective che, inevitabilmente l’ha trasformato in questi anni e che rappresenta uno dei più forti punti deboli dell’imponente ed immortale Diavolo. Amenadiel, invece, riesce a capire che tipo di padre per Charlie vuole essere e come questo, sia in parte, un compito quasi più difficile che essere il signore dei cieli; ruolo che tanto aveva agognato fin dalla nascita. Mazikeen, che già dalla quarta stagione aveva iniziato a sviluppare una propria personalità slegata da Lucifer, giova ulteriormente del trattamento di Netflix, raggiungendo un livello superiore come demone e persona e tutto questo sia grazie a dei buoni momenti ben giocati che grazie alla stessa Brandt, che ormai ha fatto suo il personaggio. Chloe, grazie all’incontro con Dio, avrà modo di venire a patti con le sue mancanze verso la madre e avere un po’ di pace nel rapporto con Lucifer, dimostrando come ancora una volta, la fortuna di questa serie sia la chimica tra Ellis e la German e in generale il cast solido. Termina la nostra carrellata, in maniera anche inaspettata, Daniel Espinoza, che dalla sua introduzione ha fatto davvero dei passi da gigante e che in questa stagione non è più solo la spalla comica, ma una persona completa, uomo d’azione, detective e simpatico compare degli angeli. Dan, sin dalla prima stagione, è stato il personaggio più bistrattato ma in queste ultime stagioni è cresciuto talmente tanto da diventare essenziale ed anche a superare le sue mancanze nonostante navighi sempre nei dubbi e nei sensi di colpa di una vita che guarda con odio e rabbia e che l’ha quasi distrutto.
Chiariamo bene un elemento, la serie rimane, nonostante il cambio di network, una serie crime con elementi soprannaturali che, per quanto siano diventati preponderanti nelle ultime stagioni, non costituiscono il cuore dello show. Il cuore dello show rimangono i personaggi e i loro conflitti personali e non: quindi non pensate che ora la serie abbia abbandonato completamente quella che era la formula con cui era nato, l’ha semplicemente evoluta in una dimensione più coerente con il nuovo mezzo. Alcuni elementi, sono stati resi più centrali, come la psicologia anche dei personaggi secondari e la natura fantasy della serie, ma per il resto siamo sempre di fronte ad un prodotto che ha il solo scopo di intrattenere e che lo fa con uno spiccato humour divertente da vedere e mai volgare o noioso. Se c’è da trovare un possibile difetto, forse quello è il non voler osare su certi temi, ma va anche bene così, soprattutto in un mondo ancora più complicato, qualche racconto che ancora rispetti le linee di demarcazione tra bene e male, in maniera anche divertente e non troppo seria, è pure necessario.
Ovviamente detta così, la serie sembrerebbe perfetta, e per il suo genere è sicuramente un buon prodotto ma rispetto alla quarta stagione, questa quinta, con il suo importante numero di episodi, risente della lunghezza e non riesce sempre a consegnare casi interessanti da rendere quelle puntate più filler che altro. Infatti, se nei dieci episodi della stagione prima di questa si era riusciti ad avere una buona miscela di tutti gli elementi della serie, in questa stagione, soprattutto nella seconda parte ci sono momenti che risultano allungati e fanno pesare alcune puntate prettamente a trama orizzontale. Non migliora neanche più di tanto la riuscita di quelle puntate la presenza di Dio, che aggiunge solo un po’ di vitalità e colore alla storia. Concludiamo i difetti maggiori della seconda parte Questi otto episodi che compongono questa parte, risultano eccessivi e non hanno abbastanza trame forti e possiedono meno elementi in gioco. Viene quasi da pensare, che la prima stagione abbia forse messo in gioco troppo, così che la seconda parte è stata defraudata un po’ di qualche contenuto interessante.
Cosa c’è da aspettarsi da questa parte finale della quinta stagione? Una conclusione? Un lieto fine? Oppure nulla di tutto ciò? Bè, innanzitutto come Lucifer ci ha abituato da anni ormai, nulla di propriamente classico in termini televisivi o simili ai fumetti, da cui comunque ne prende spunto soprattutto per le trame soprannaturali; ma vi possiamo assicurare che si tratta di una sua versione personale e che trova le sue fondamenta nella costruzione che abbiamo avuto in questi cinque anni. Ildy Modrovich, la co-showrunner aveva già in precedenza parlato di come la quarta e quinta stagione, che erano state commissionate da Netflix, prima della decisione di rinnovare la serie per una ulteriore e finale sesta stagione, erano state pensate come la conclusione dello show e questo si sente pesantemente in tutta questa seconda parte. Così com’era evidente nella quarta stagione e in parte della quinta, non avere un minutaggio obbligato come quando la serie era su Fox, ha dato molta libertà agli sceneggiatori. Proprio in virtù di questo e altro come i molti momenti importanti e caratterizzanti dei personaggi principali e non, si sente davvero tanto che questa è una vera e propria conclusione, certo qualcosa può essere ampliato, ma alcuni momenti che questa stagione ha in maniera ottima realizzato si andrebbero a perdere con successive aggiunte e questo inevitabilmente ci mette già parecchia paura per la sesta stagione, ora vedremo dunque, dove andranno con quell’ultima batch di episodi attesa per il 2022, intanto vi confermiamo che questa è sia una conclusione di solo una parte del viaggio dei personaggi che tanto abbiamo apprezzato in questi cinque anni, che una bella parabola conclusiva in generale dello show.
La seconda parte della quinta stagione di Lucifer è disponibile su Netflix, e di seguito potete visionare il trailer: