Dopo la serie tv Le Fate Ignoranti basata sul film omonimo distribuita da Disney+, il 1 novembre l’amato regista Ferzan Ozpetek cambia piattaforma e approda su Netflix con il suo nuovo lungometraggio Nuovo Olimpo, che promette di essere una delle storie più intime e personali del regista italo-turco. Il film, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma è un racconto che attraversa la storia d’Italia attraverso lo sguardo di due innamorati che si trovano e perdono durante il corso della loro vita. Abbiamo visto il film in anteprima a RoFF18 e questo è il nostro parere.

Alla fine degli anni ’70, Enea (Damiano Gavino) e Pietro (Andrea Di Luigi), sono giovani, belli e hanno appena 25 anni. Si incontrano per caso e si innamorano perdutamente. Un avvenimento inaspettato però li separa. Per trent’anni inseguono comunque la speranza di ritrovarsi, perché si amano ancora.

Il cinema come luogo d’amore. E Ozpetek lo sa bene. È proprio nel cinema che scoppia l’ardente passione tra Enea e Pietro. Il Nuovo Olimpo del titolo è un cinema d’essai romano, luogo di incontro di giovani uomini che possono trovare all’interno della nebbiosa sala un luogo sicuro in cui incontrarsi. È la fine degli anni ’70 e vivere il proprio amore allo scoperto è impossibile; l’Italia si trova in un periodo particolarmente difficile a causa delle numerose rivolte studentesche. Enea, assiduo frequentatore del Nuovo Olimpo, ancora intento a capire la sua sessualità, incontra il timido Pietro e da questo momento nasce una passione ardente tra i due. Ed è proprio quando i due si separano a causa di un evento improvviso che inizia una rincorsa che durerà anni. Come detto da Ozpetek, Nuovo Olimpo è uno dei suoi racconti più intimi e personali, il regista di Le Fate Ignoranti, Mine Vaganti e La Finestra di Fronte ha da sempre saputo raccontare l’amore in tutte le sue sfaccettature in un modo atipico per il cinema Italiano. Con il suo nuovo lungometraggio che prometteva una storia d’amore intensa, dopo una buona prima parte che ricalca il suo vecchio cinema, finisce per trasformarsi in una debolissima commedia degli equivoci mal interpretata e priva di forza emotiva.

Se nella prima parte della pellicola è possibile ritrovare tutte le caratteristiche più riconoscibili della mano di Ozpetek, è dal momento della separazione dei due ragazzi che avviene il vero e proprio turnover. Le atmosfere calde, accoglienti che avevano caratterizzato l’inizio, lasciano spazio a una messa in scena pigra e soprattutto a delle interpretazioni non all’altezza dalla storia raccontata il che è un gran peccato vista la profondità che la relazione tra Enea e Pietro avrebbe potuto avere. Tornano come al solito le atmosfere corali tipiche del cinema di Ozpetek, ma in questo caso i personaggi che affollano la vita dei due protagonisti risultano caricaturali, poco approfonditi e a volte parodia di sé stessi. A convincere sia per scrittura che interpretazione sono solo due interpreti: Aurora Giovinazzo e Luisa Ranieri. Giovinazzo nel ruolo di Alice, la migliore amica e amante di Enea, dopo aver dimostrato il suo talento recitativo in film come Freaks Out e Anni da Cane è qui una delle torce della pellicola. Espressiva, mai eccessiva e capace di trasmettere emozione con il semplice sguardo. Con lei Ozpetek è riuscito a creare un personaggio profondo, ambiguo e commovente, come con la Titti, interpretata da una straordinaria Luisa Ranieri. Titti, bigliettaia del Nuovo Olimpo, donna misteriosa dalle fattezze dalla Mina degli anni ’70, matrona dolce e bellissima che in qualche modo sostituisce una delle muse di Ozpetek, Serra Yilmaz.

Damiano Gavino e Andrea Di Luigi, rispettivamente Enea e Pietro, pur essendo i protagonisti della storia, seguono l’andamento della pellicola. Se nella prima parte risultano più convincenti è proprio nella seconda che perdono il focus dei loro personaggi, in balia di una storia poco convincente, ripetitiva e anche approssimata. Nuovo Olimpo così facendo pecca anche di ritmo, risultando più dinamico e interessante all’inizio ma affievolendosi con il passare del minutaggio, trasformandosi in un mediocre romance che è più una commedia degli equivoci che un dramma sentimentale. Non sono sufficienti quindi le terrazze romane, i colori caldi, la delicata e riconoscibile colonna sonora a trasformare il film nella tanto attesa commedia drammatica dell’anno come ci si sarebbe aspettati.

Nuovo Olimpo partendo da una storia reale, intima e personale di Ferzan Ozpetek finisce per convincere solo a metà. Dopo un’iniziale buona parte, è dal momento di svolta che perde il suo focus. Sono davvero troppo poche le interpretazioni ben riuscite e neanche la messa in scena tipica del cinema del regista italo-turco riesce a salvare una pellicola che con una scrittura diversa, meno abbozzata si sarebbe potuta trasformare nella commedia drammatica dell’anno. Ad Ozpetek bisogna però riconoscere il suo modo libero e sfacciato di raccontare l’amore senza ostacoli e limiti.


Nuovo Olimpo diretto da Ferzan Ozpetek è su Netflix a partire dal 1° novembre. Ecco il trailer italiano del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Nuovo Olimpo
5
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
nuovo-olimpo-ferzan-ozpetek-nel-suo-racconto-piu-personale-recensione-speciale-roff18Nuovo Olimpo partendo da una storia reale, intima e personale di Ferzan Ozpetek finisce per convincere solo a metà. Dopo un’iniziale buona parte, è dal momento di svolta che perde il suo focus. Sono davvero troppo poche le interpretazioni ben riuscite e neanche la messa in scena tipica del cinema del regista italo-turco riesce a salvare una pellicola che con una scrittura diversa, meno abbozzata si sarebbe potuta trasformare nella commedia drammatica dell’anno. Ad Ozpetek bisogna però riconoscere il suo modo libero e sfacciato di raccontare l’amore senza ostacoli e limiti.

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