Sono passati 49 numeri da quando Bruce si è buttato nelle strade di Gotham e si è eretto, di nuovo, a protettore della sua città, la sua amata/odiata Gotham City. Tom King è salito sul carro del cavaliere oscuro senza grosse celebrazioni, prima ha portato Batman alla realizzazione che non potrà fare quello che fa per sempre, che qualcuno di più giovane, più forte e magari con anche poteri gli succederà, per poi portarlo a scontrarsi con i propri demoni ricevendo da questo viaggio una compagna, la gatta. Da sempre i destini del cavaliere oscuro e di miss Kyle si sono incrociati sui tetti, nei musei e nel letto, ma mai sono stati tanto vicini da avere quello che King gli ha costruito intorno in questi numeri, una vita oltre al costume.
Certamente Bruce Wayne in questi 80 anni è stato tante cose, è stato un vigilante, è stato un padre (più volte), è stato un amico (per Gordon, per Superman), è stato un faro per Gotham, ma non è mai stato semplicemente felice. Non sono state tutte le volte che è stato “spezzato” a renderlo un uomo senza un’apparente felicità, non è stato Batman a privargliela, forse in alcuni casi gliel’ha anche concessa, no, è stato solo lui, Bruce Wayne a precludersela e solo ora, solo King finalmente ci mette davanti alla vera possibilità che questo evento possa realizzarsi, con i pro, i contro ed i dubbi, perché diciamolo che matrimonio sarebbe, senza i dubbi?
[Prima che continuiate con la lettura di questo nostro speciale ci teniamo a specificare che il pezzo potrebbe contiene SPOILER, dunque se seguite la testata del Cavaliere Oscuro in lingua Italiana o non avete ancora letto Batman #50 vi sconsigliamo di proseguire con la lettura]
Batman #50 è un albo speciale. Speciale non solo dal punto di vista commerciale o editoriale, per numero di pagine o per gli artisti coinvolti, ma speciale in quanto per la prima volta si affronta il matrimonio, e dunque uno step evolutivo importantissimo nella vita di un essere umano tanto quanto di un personaggio di finzione, di uno dei personaggi più importanti e più conosciuti nella storia della letteratura a fumetti e della cultura popolare mondiale. Vero, non è la prima volta che un supereroe si sposa sulle pagine della propria testata, Superman e Lois Lane, Luke Cage e Jessica Jones, Peter Parker e Mary Jane, Flash e Linda Park, Pantera Nera e Tempesta o Mr. Fantastic e La Donna Invisibile sono solo alcune delle tante coppie che hanno celebrato il giorno più importante della loro vita tra le pagine dei fumetti che ospitavano regolarmente le loro avventure, ma il matrimonio di Batman è certamente il più importante tra tutti questi o al massimo di importanza pari forse solo a quello dell’Uomo Ragno o di Superman.
L’albo è una mescolanza perfettamente riuscita tra narrazione attiva degli eventi che seguono la preparazione degli amanti al matrimonio e due monologhi, recitati da Bruce a Selina e viceversa. Tom King si dimostra ancora una volta, dopo le saghe Io sono Gotham e Io sono suicida un sì bravo narratore, ma un’ancor più bravo scrittore in prosa. Il vero punto forte delle oltre quaranta pagine che compongono l’albo sono infatti le Splash page che contengono i monologhi dei due protagonisti. King decide di usare gli occhi come pretesto narrativo per raccontare i personaggi e il loro amore, ed è curioso, come nella finzione narrativa entrambi abbiano deciso di parlare degli occhi dell’altro per raccontarlo e raccontarsi.
Attraverso gli occhi di Batman, il più grande detective del mondo vediamo una donna di cui egli conosce tutto, ma della quale allo stesso tempo non conosce nulla quando si perde nella danza di colori che rende vivo il verde dei suoi occhi felini. Mentre attraverso gli occhi di Catwoman vediamo oltre il pipistrello, oltre i detective e oltre il crociato incappucciato, vediamo la pietà e l’amore che suscita in lei il bambino che ancora oggi chiede di non essere abbandonato.
Tom King gioca su questi due livelli narrativi per raccontare nel migliore dei modi possibili un’amore che difficilmente altri autori avrebbero saputo raccontare meglio e riesce a fare il tutto senza mai scadere nel ridicolo o nel già visto, e per quanto ogni lettore probabilmente sapesse bene o male cosa aspettarsi, il fumetto non annoia mai ma anzi riesce con tranquillità a tenere viva l’attenzione e il pathos del lettore fino all’ultima pagina.
Dal punto di vista dei disegni e dei colori l’albo è assolutamente spettacolare. Mikel Janin è preciso e adatto come al solito ai testi di King e a lui è affidata tutta la parte più prettamente sequenziale, mentre i vari artisti che si susseguono pagina dopo pagina nelle spash page con i monologhi dei personaggi sono un piacere per gli occhi e in certi casi un colpo al cuore dei Bat-fan. Stiamo parlando, giusto per citare qualche nome, di gente del calibro di Jason Fabok, Frank Miller, Lee Bermejo, Neal Adams, Andy Kubert, Rafael Albuquerque, Tim Sale, Paul Pope, Mitch Gerads, Becky Cloonan, Greg Capullo, Jim Lee, Lee Weeks e tanti altri ancora…
In definitiva Batman #50 è un albo a nostro avviso molto bello. Scritto egregiamente e disegnato altrettanto bene da una squadra di artisti legati da più o meno tempo all’uomo pipistrello. Batman #50 è al contempo però anche un albo profondamente legato alla continuity passata, presente e futura, e dunque un albo che come detto in precedenza si connette ad eventi passati già inseriti nell’architettura Batmaniana di Tom King e che si legherà certamente anche alle future storie del Cavaliere Oscuro. Con questo cinquantesimo numero King pone le basi per diverse trame future, che scaturiscono dalla tavola finale dell’albo (che vi lasciamo qui per evitare spoiler), mettendo bene in chiaro le sue intenzioni per una run che tra qualche anno ricorderemo come una delle migliori mai scritte sul personaggio.