Preacher, la serie televisiva di AMC tratta dall’omonimo fumetto di Garth Ennis e Steve Dillon e prodotta da Seth Rogen e Evan Goldberg, è tornata, e lo ha fatto avvicinandosi ulteriormente a quelle atmosfere on the road che tanto caratterizzavano il fumetto Vertigo.
Jesse (Dominic Cooper), Tulip (Ruth Negga) e Cassidy (Joseph Gilgun) sono in viaggio alla ricerca di Dio, e si dirigono verso casa di Mike, un predicatore che potrebbe avere degli indizi su come trovare Dio. Ma alla fine di un inseguimento sfrenato alla Hazzard con la polizia, vengono rintracciati da un misterioso pistolero, interpretato da Graham McTavish, che fa una strage delle forze di polizia e inizia a dare una caccia spietata al trio. Inizia così la sfortuna dei nostri protagonisti che dovranno seguire le poche tracce a loro disposizione su Dio e si troveranno a passare da ambienti rurali a strip club a casinò e al loro seguito ci saranno caos, morte e tanta musica.
La prima puntata dal titolo On The Road, nei primi minuti si pone l’obbiettivo di riannodare i fili lasciati indietro dalla stagione precedente, facendo ben capire allo spettatore cosa si ritroverà davanti negli episodi successivi, ora che Jesse e compagnia si sono lasciati alle spalle Annville e tutto quello che è successo lì. Tuttavia il peccato del reverendo Custer continua a perseguitarlo sotto forma del personaggio di Graham McTavish, Il Santo degli Assassini che all’interno della serie è una leggenda vivente, riconosciuta anche da altre figure sacre come il reverendo Mike.
Sempre nella premiere veniamo a scoprire dei dettagli su Dio, insignificanti sì, ma che sono tremendamente nello stile di Rogen e Goldberg e che sono un’aggiunta niente male al mito del fumetto, come l’amore di dio per il Jazz.
Nella seconda puntata, intitolata Mumbai Sky Tower, i nostri anti-eroi troveranno di nuovo ad incrociare le proprie strade con Fiore (Tom Brooke), che da quando Deblanc (Anatol Yusef) è morto ha intrapreso una strada di autodistruzione come santone in un casinò, critica ulteriore al grande turismo “religioso” e al gioco d’azzardo presente ormai in tantissimi prodotti seriali Americani. Ovviamente con la situazione infernale che l’angelo ha generato liberando il Santo, Jesse e Cassidy faranno di tutto per convincerlo a disfare il “contratto”, persino farlo sballare in una scena che sembra uscita da un “Strafumati Col Vampiro” (ecco, Rogen dovrebbe brevettare st’idea e farci un film). Intanto il passato di Tulip fa ritorno e rovina il quasi idillio suo e dell’amato Jesse.
Questa seconda stagione inizia nelle sue prime due puntate ad avvicinarsi alla struttura del fumetto, non lasciando mai i nostri protagonisti fermi in un solo luogo, facendo di questa doppia premiere un vero e proprio manifesto di cosa il secondo anno di Preacher sarà. Inutile dire che da un punto di vista tecnico e narrativo questa seconda stagione inizia sotto il migliore degli auspici partendo in modo solido e preannunciando una qualità generale sempre alta, che sappiamo la AMC sa tenere quando decide di non intervenire troppo nelle economie dei suoi prodotti. Chi ha letto il fumetto sicuramente si sta trovando davanti una serie diversa e magari non la apprezzerà completamente, ma nel riscrivere il mito del reverendo Custer sicuramente la premiata ditta Rogen/Goldberg sta dando prova di aver buon occhio e sopratutto di saper andare oltre al singolo medium fumetto, che comuqnue torna prepotentemente nelle scene di violenza quasi Tarantiniana.
Prossima fermata New Orleans e per chi ha letto il fumetto e sa cosa aspettarsi inizia già l’attesa. Chi non sa invece si prepari, fisicamente e mentalmente.
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