[Recensione] Savage Things di Justin Jordan e Ibrahim Moustafa

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Savage Things

Savage Things di Justin Jordan (Green Lantern New Guardians) e Ibrahim Moustafa (High Crimes) è arrivato a Luglio in Italia per RW Edizioni, miniserie Vertigo di genere thriller spionistico si dimostra il primo titolo uscito per Vertigo prima del rilancio della linea di quest’anno che propone qualcosa di alternativo al solito fumetto Image Comics.
La serie segue Abele, un uomo che viene reclutato dall’agente speciale Kira Sinclair per rintracciare Foresta Nera un progetto Governativo segreto che trasformava bambini con psicopatologie in sviluppo in killer addestrati alla guerra al terrore, solo che essi erano il terrore. Foresta Nera era creduta decimata anni prima da un drone, ma il gruppo guidato da Caino è sopravvissuto ed è pronto a prendersi la sua vendetta sui proprio creatori. Abele scappato 25 anni prima dal progetto sarà l’unico in grado di rintracciare Caino e fermare il suo piano grazie all’unica debolezza che lo ha escluso dal programma: l’umanità.
Justin Jordan, conosciuto ai più per i suoi lavori in DC Comics e Valiant ha da sempre mostrato un’ammirazione per il genere thriller sopratutto in quello spionistico, e questa sua passione viene riservata tutta in questa miniserie di 8 numeri. Il fumetto ci catapulta subito nell’azione, alternando flashback e flashforward che mostrano lo sviluppo della rivalità tra Caino ed Abele, la fuga di quest’ultimo e la crescita del rancore e della rabbia di Caino verso Koenig e Proctor. Nella miniserie non vi è un momento di pausa, a parte il primo numero introduttivo che ci presenta i personaggi citando palesemente film come quelli di Jason Bourne o ancora per inizi esplosivi quelli di Mission: Impossible riuscendo anche a far intravedere già possibili sviluppi e dando indizi al lettore più che ai personaggi. Nei 7 numeri successivi Jordan ci conduce in un action thriller ad alto contenuto di sangue, improbabili stunt e con un continuo alzare la posta in gioco, in una battaglia sia fisica che mentale tra i due adulti-bambini, Caino e Abele, dove nel mezzo si mette Kira Sinclair, personaggio che in parte fa da punto di vista del lettore nella vicenda ma che avrà comunque modo di sorprendere in più punti durante la lettura.
Ibrahim Moustafa non ha uno stile che riesce ad impressionare ma si rivela funzionale al tipo di storytelling utilizzato da Jordan per il fumetto, l’azione è sempre chiarissima e le vignette stringono sempre sui dettagli più importanti che il lettore deve assolutamente vedere chiaramente, non perché altrimenti sarebbe incapace di capire il proseguimento del fumetto, ma perché danno indizi su quello che vedremo nelle pagine successive e nel climax finale che in puro stile spy-thriller si consumerà in un clima freddo ed impervio tra esplosioni e segreti svelati. I colori di Justin Boyd sono sicuramente un’altro valore aggiunto alla componente grafica che risulta molto più performante grazie ad essi, acquistando un’aura ancora più funerea al tutto.
Savage Things è una lettura che intrattiene e sicuramente potrebbe generare anche un certo numero di seguiti se mai Jordan volesse tornare sul personaggio di Abele e su Foresta Nera, ma anche spin off volendo, infatti, in 7 numeri si crea un vero e proprio universo che potrebbe tranquillamente essere sfruttato in qualche film o serie tv forse quello il fine ultimo della miniserie. Il finale riesce ad essere sia inaspettato che quello che si aspettava leggendo attentamente il volume e in un certo senso ciò gli fa guadagnare punti e chiude anche bene un fumetto che si fa leggere tutto d’un fiato sopratutto per quelli che amano il genere a cui il fumetto appartiene.