Se c’è una cosa che gli X-Men ci hanno insegnato è che l’adolescenza è il periodo più impervio che e difficile che ognuno di noi attraversa nel corso della sua vita. Se ci fermassimo tutti a guardare indietro, probabilmente cambieremmo molte cose se ne avessimo la possibilità, altre le ripeteremmo, altre le cancelleremmo, facendo sparire quei momenti che ancora oggi ci tormentano. La lettura di Sospeso mi ha riportato ai miei 14, 15 anni, periodo si spensierato, ma allo stesso tempo caratterizzato dai classici problemi che un adolescente affronta a quell’età.
Martino sta attraversando proprio questo periodo, diviso tra una famiglia a volte troppo apprensiva, a volte troppo distaccata, una scuola che non gli piace, una ragazza di cui è innamorato, e dei bulli di cui è oggetto di scherno. Cercando di isolarsi con il suo walkman quando questo mondo diventa per lui troppo pesante, Martino scopre di essere dotato di alcuni poteri magici, l’occasione per lui di riscattarsi.
Ricordo con chiarezza di un pomeriggio in cui confessai a mio padre di sentirmi come un pezzo di puzzle che non riusciva a trovare il suo posto, vedendo tutti gli altri combaciare tra di loro con facilità. Sospeso ha riportato alla mia memoria questo ricordo malinconico, ma che (perdonate il gioco di parole) ricordo comunque con un sorriso amaro. Va reso merito quindi a Giorgio Salati di aver saputo rendere al meglio l’immedesimazione con il protagonista, andando a toccare tutte le problematiche tipiche di questa fase, processo che viene affrontato in maniera reale, dura e tagliente.
Anche la volontà di ambientare la storia una ventina di anni fa non è scontata, in quanto ci permette di vedere tutto sotto una luce diversa. Il bullismo, ad esempio, non viene filtrato da Facebook o Whatsapp, è quello più fisico, ma non per questo meno doloroso. Anche il primo approccio con la sessualità e la pornografia viene trattato in questa maniera, rievocando quell’imbarazzo e quella “segretezza” che permeavano questi argomenti, visto e considerate quanto fosse difficile per un ragazzino reperire certi materiali, difficoltà che oggi è praticamente annullata dalla immediatezza di internet. Si arriva anche a toccare un’altro tema molto delicato, strettamente legato al bullismo e di cui si è a lungo parlato in questo periodo, un tema al quale sono particolarmente sensibile. In tutto questo, l’elemento “magico”, sovrannaturale, passa in secondo piano, di cui potreste tranquillamente dimenticarvi anche nel corso della lettura.
Ho usato prima il termine “tagliente” per definire l’approccio usato da Salati per raccontare la sua storia, aggettivo che ripeto anche per parlare dei disegni di Armin Barducci. Il suo stile è molto “regolare”, spigoloso, lascia il segno, ferisce il lettore. Anche la palette di colori impiegata gioca molto sulla malinconia, sfruttando spesso e volentieri colori più spenti per quasi tutta la narrazione, fatta esclusione per alcuni momenti, quelli più spensierati.
Troverete Sospeso fra qualche giorno in libreria e fumetteria, precisamente dal 9 Maggio, pubblicato da Tunuè. E’ una lettura dolorosa, che potrebbe riportarvi alla memoria brutti ricordi, ma che per questo dovreste affrontare.