Questa puntata di Twin Peaks segna un ulteriore svolta nella serie, non tanto per il suo contenuto narrativo, veramente scarno, ma per la perizia registica, di montaggio e sonora effettuata da David Lynch stesso, che appunto si occupa anche del Sound Design della puntata.
La puntata si apre con il doppelganger di Cooper (Kyle MacLachlan) e Ray (George Griffith) in fuga dalla prigione e diretti verso “La Fattoria” per incontrare Darya (Nicole LaLiberte), che noi sappiamo essere stata uccisa dal malvagio doppelganger nei primi episodi. L’aria che si respira in questi momenti è incredibilmente tesa e preannuncia una veloce escalation. Ray è palesemente sospettoso nei confronti di Cooper e tutti i suoi gesti e le sue parole sono pesate fino all’inevitabile showdown con pistola in cui il ragazzo “uccide” il doppelganger. È proprio in quel momento che fa irruzione di nuovo il sopranaturale; Dall’ombra iniziano a comparire strane figure che danzano una macabra danza sul corpo di Bob/Dale Cooper simile alla macabra danza del sangue di alcuni riti delle tribù, come per dare un’ulteriore area di misticismo al tutto. La scena avviene nel più completo silenzio con come unico sottofondo i tuoni e il vento, un ulteriore rafforzamento della teoria che le entità siano legate all’elettricità. Ray successivamente scapperà terrorizzato e lo troveremo diretto alla fattoria mentre parla al telefono con un misterioso uomo di nome Philip (sarà Philip Gerard o Philip Jeffries?). L’incipit della puntata non ha finito però di riservare sorprese inquietanti ci si sposta infatti al road house dove la band di Trent Reznor, i Nine Inch Nails, sta intonando una canzone che descrive nei dettagli qualcosa di simile all’omicidio di Laura Palmer (Sheryl Lee). Per intenderci questa canzone è tratta dall’album Not the Actual Events del 2016, non ci è dato sapere dunque se l’idea di questa canzone sia in parte di Lynch, dato il periodo in cui la serie è stata girata.
Dopo la performance musicale, altro vezzo che Lynch ormai tenta di inserire in ogni puntata, dimostrando sempre di avere gusto anche per l’impostazione di videoclip musicali, ci spostiamo dove eravamo prima ed assistiamo al risveglio nel sangue di Bob/Evil Cooper e da questa scena in poi inizia il vero e proprio delirio.
Con l’arrivo della parte onirica e più improntata al subconscio della puntata assistiamo ad un ulteriore cambio di impostazione, i colori scompaiono quando la puntata torna al 1945, si passa ad una fotografia prettamente in bianco e nero con inserti in CGI volutamente “trash” e che ci catapultano all’interno di un’esplosione atomica, altro argomento ricorrente della filmografia Lynchiana e campanello di allarme per chi ancora si ricorda dei misteriosi avvertimenti del maggiore Briggs nella serie degli anni 90 sulla pericolosità di usare quest’arma che già aveva liberato qualcosa di terribile in passato.
La regia di Lynch accompagnata da un montaggio e da un sonoro volutamente a scatti, che fa dubitare lo spettatore di quello che sta vedendo ci accompagna in un viaggio tra le realtà e mostra l’effetto a catena che ha rilasciato sul mondo le entità della Loggia Nera, in specie Bob.
Dopo la sequenza quasi interminabile a cui assistiamo, torna il bianco e nero, tornano le strutture elettriche antiche alla Eraserhead, e torna anche l’uomo alto che assiste all’esplosione da un proiettore di un vecchio cinema, facendo chiaramente capire che quello a cui stiamo assistendo è un flashback o un momento ben inserito nel tempo e da cui tutto si origina. Inoltre viene data ulteriore importanza alla figura di Laura che nella realtà dell’uomo alto appare come manifestazione dell’energia “positiva” che c’è in quel luogo e che viene creata per contrastare il male, Bob.
Dopo la scena onirica ci spostiamo a qualcosa di più “comprensibile”, infatti veniamo di nuovo catapultati nel mondo reale, più precisamente nel 1956 dove assistiamo allo schiudersi di un uovo da cui esce un bizzarro insetto, che inizia a strisciare verso la civiltà.
Facciamo nei momenti successivi la conoscenza di un ragazzo e di una ragazza ,che probabilmente non vedremo più, ma che nell’economia della puntata e sopratutto per come vengono rappresentati sono così lo stereotipo tipico dei personaggi dei film “giovani” anni 60 che non è un vero e proprio peccato quanto più un omaggio di Lynch a quel tipo di cinema.
Torna l’inquietudine, dall’oscurità si generano infatti delle ombre, che iniziano a creare scompiglio, noi seguiamo una di queste ombre che viene attirata dalla radio, non ci è subito chiaro il suo obbiettivo, ma sarà molto più “chiaro” in seguito; La creatura infatti arrivata alla stazione radio uccide prima la segretaria e poi il conduttore per appropriarsi del mezzo di comunicazione ed inoltrare quindi una macabra filastrocca che sembra essere un richiamo per qualcosa, una sorta di mappa per un’altro essere, Bob chiaramente, che grazie al “canto” trova il suo primo ospite umano e si assopisce all’interno della ragazza vista in precedenza e terminato il suo compito anche l’ombra torna da dov’era venuta, senza ulteriori spiegazioni e senza proferire ulteriore parola.
Decisamente la puntata non è tra le più chiare, ma chi è stato attento e non si è fatto ingannare dai virtuosismi Lynchiani e dalle potenti immagini sa di aver appena assistito ad un momento catartico, ha visto l’arrivo di uno dei più grandi mali della terra nel mondo ed anche al primo caso di “Rosa Blu”. Ora dovremo aspettare una settimana per vedere il “continuo” di questo ritorno e già la mia mente ringrazia di poter avere più tempo per processare le informazioni ed arrivare meno devastato al nuovo episodio, che si spera possa essere meno onirico e più narrato, un pò come l’episodio 7.