Che cosa succede quando il rapporto tra una dominatrice e un sottomesso termina? Zachary Wigon dirige Margaret Qualley e Christopher Abbott nel claustrofobico e folle thriller dalla vena erotica Sanctuary, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, dopo esser stato mostrato in anteprima mondiale al Toronto Film Fest.

L’erede di un impero alberghiero e la dominatrice che lo ha preparato al successo si danno battaglia in una stanza d’albergo mentre lui cerca di porre fine alla loro relazione. Mentre Hal Porterfield (Christopher Abbott) si prepara a prendere il controllo dell’impero alberghiero del suo defunto padre, organizza un’ultima sessione con Rebecca (Margaret Qualley), un’affascinante e abile dominatrice che si è dimostrata in grado di realizzare le sue più oscure fantasie. Durante una notte però qualcosa non va secondo i piani prestabiliti e il rapporto tra i due si incrina tanto da portare a galla scomode verità.

Poco e nulla si sapeva su questo film che dopo il rapido passaggio a Toronto, sembrava esser sparito dai radar tanto da non avere ancora né un trailer né una data di rilascio. Nonostante i nomi coinvolti nella realizzazione, la campagna di marketing legata alla nuova pellicola di Wigon sembra completamente immobile. Né i due nomi coinvolti nel cast né il regista stesso hanno pubblicamente parlato del film se non in qualche intervista proprio al Toronto Film Fest e l’annuncio del suo passaggio alla Festa del Cinema di Roma è passato decisamente in sordina. Da oggi proprio alla chermes romana sarà possibile per il pubblico assistere alle proiezioni del film, un titolo che di certo farà parlare di sé.

A cavallo tra un thriller erotico, un dramma famigliare, una commedia e una commedia romantica, Sanctuary è una pellicola ibrida, caratterizzata da una sapiente commistione di generi che si mescolano e intrecciano durante tutta la sua durata. Completamente realizzato all’interno di una suite d’albergo e in particolare ogni scena prende luogo all’interno di una stanza della suite, il film fa dello spazio e delle interpretazioni dei suoi unici due attori protagonista il punto di forza, rinvigorito da una messa in scena elegante, libera e sopra le righe che va a rafforzare ancora di più il carattere di un pellicola decisamente eccentrica. A risplendere per l’intera durata è sicuramente la performance di Margaret Qualley. L’attrice, classe 1994, figlia d’arte di Andie MacDowell, aveva già dimostrato la sua bravura e versatilità nel film Il Mio Anno Con Salinger e soprattutto con l’emozionante interpretazione di Alex nella serie tv Netflix: Maid. Questo è probabilmente il film che conferma e consacra le sue capacita attoriali. Perfetta per il ruolo, a metà tra seducente seduttrice ed innocente ragazza dal viso angelico, Qualley è l’interprete perfetto per un ruolo cucito esattamente sulla sua estetica. Nonostante i personaggi presenti in scena siano solo due è Qualley che con la sua mimica facciale, la sua incredibile presenza scenica trascina completamente il film fino al suo inaspettato finale. Christopher Abbott, visto nella prima stagione della serie The Sinner al fianco di Jessica Biel, è la scelta giusta per il personaggio di Hal, un uomo poco adatto alla vita, viziato e con non poche difficoltà famigliari legate alla morte del padre milionario che vede nel rapporto con Rebecca l’unica via di uscita, ma proprio quando le regole del gioco cambiano, neanche la safeword: SANCTUARY, che dovrebbe interrompere il gioco funziona.

Caratterizzato da una liberta registica e creativa da non sottovalutare Sanctuary fa proprio della figura di Rebecca il suo centro. La stessa colonna sonora a tratti stridente, a tratti elegante e sensuale, si appoggia completamente alle espressioni della ragazza che viene completamente avvolta da una macchina da presa che danza (letteralmente) e si muove con lei. A rendere ancora più appagante la visione è l’estetica stessa della realizzazione. La fotografia di Ludovica Isidori cambia in base alla scena e all’umore dei personaggi pur essendo completamente girato all’interno di una stanza d’albergo in una notte piovosa. L’impostazione teatrale e i dialoghi martellanti botta e risposta che non lasciano scampo sono solo il culmine di una pellicola che merita di essere vista, anche solo per la sensazione disturbante che lascia a fine visione quando ci si interroga su cosa effettivamente si è appena visto.

Sanctuary, vittima di un’assente e non chiara campagna di marketing, è il secondo lungometraggio di Zachary Wigon dopo il suo debutto alla regia con The Heart Machine. Caratterizzato da una sapiente commistione di generi, un’importante libertà creativa e delle performance eccellenti dove sicuramente spicca quella eccentrica e fuori dalle righe di Margaret Qualley è un film volutamente disturbante. Non è chiaro ad oggi se verrà mai distribuito o se sarà rilasciato su qualche piattaforma on line, il che sarebbe decisamente un peccato visto il potenziale della pellicola.


Sanctuary, il nuovo film di Zachary Wigon con Margaret Qualley e Christopher Abbott arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 25 maggio distribuito da I Wonder Pictures. Di seguito il trailer del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Sanctuary
7.5
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
sanctuary-margaret-qualley-e-christopher-abbott-nel-thriller-erotico-di-zachary-wigon-recensione-roff17Sanctuary, vittima di un’assente e non chiara campagna di marketing, è il secondo lungometraggio di Zachary Wigon dopo il suo debutto alla regia con The Heart Machine. Caratterizzato da una sapiente commistione di generi, un’importante libertà creativa e delle performance eccellenti dove sicuramente spicca quella eccentrica e fuori dalle righe di Margaret Qualley è un film volutamente disturbante. Non è chiaro ad oggi se verrà mai distribuito o se sarà rilasciato su qualche piattaforma on line, il che sarebbe decisamente un peccato visto il potenziale della pellicola.

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