Torniamo ancora una volta su queste pagine a parlare della seconda stagione di Star Trek: Discovery, con due nuovi episodi, tra fan-service e “colpi al cuore” per i trekker di lunga data come me. Dopo due puntate come la 6 e 7 della seconda stagione che ho addirittura definito belle, torniamo ad un’andamento altalenante.
Episodio 8 “Se Ricordo Bene”
L’episodio inizia in un modo geniale. Si apre con il classico “Riassunto delle puntate precedenti”. Solo che questa volta, e qui c’è la cosa geniale, il riassunto è composto da spezzoni del Pilot della Serie Classica. Per la precisione: l’episodio con Pike che arriva su Talos IV. Pike scende sul pianeta; rivediamo la controversa scena con Spock che sorride toccando i fiori blu (poi ve ne parlo); ci ricordano l’incontro con Vina (la donna recuperata dai talosiani, costretta a stare su quel pianeta perché sfigurata dall’incidente della sua astronave) e lo scontro con i talosiani.
Ok, “Geniale” era eccessivo, in senso assoluto. Diciamo che è “Geniale” se chi lo guarda, tipo me, è un trekker di quelli invasati per la serie classica. L’episodio si sviluppa su due linee narrative, alternate. Il primo è di una noia devastante, per fortuna dura poco. Ve la faccio il più breve possibile. Culber, il medico morto e poi risorto, è in paranoia perché da quando è risorto non si sente più lui. Il fidanzato, Stamets, cerca di aiutarlo. Culbert vede colui che lo ha ucciso, ovvero il sosia di Fabrizio Corona, e fanno a botte nella mensa. Fine di questa parte. Chissene, passiamo alla cosa importante.
Burnham e suo fratello Spock raggiungono Talos IV. Qui incontrano Vina che conduce i due dai talosiani. Gli alieni, dai potenti poteri telepatici, sistemano la mente disturbata di Spock e fanno vedere alla sorella cosa stava mandando in pappa il potente cervello del vulcaniano più famoso della galassia. A Spock gli si erano accavallate le linee temporali. Perché? Che domande: aveva fatto la fusione vulcaniana con l’angelo rosso. Scopriamo così che la misteriosa creatura, che non abbiamo ancora visto in faccia, è umano/umana (non sappiamo il sesso). Spock però ora conosce un particolare di vitale importanza: qualcosa sta cercando di distruggere tutta la vita senziente dalla galassia. Chi sarà? Boh, lo scopriremo (mi auguro). Tutto, nella scatola cranica di Spock, sembra essere tornato a posto e la Discovery va a recuperare i suoi ufficiali su Talos IV.
C’è anche il tempo per un toccante momento dove l’immagine di Vina incontra Pike. I due si amano ma non possono stare insieme (staranno insieme in futuro, vedi episodio della serie classica “L’ammutinamento”). L’immagine della donna è proiettata sulla Discovery grazie ai poteri mentali dei talosiani. Tipo Skype, sì. Nel finale, il tenente comandante Airiam (che è una specie di donna robot) viene attivata dal virus che le è stato installato qualche puntata fa, quando la Discovery fu attaccata dalla seppia robot di 500 anni nel futuro. Cosa succederà? Lo scopriremo nella prossima puntata. L’episodio è il trionfo del fanservice, è piena di citazioni a “Lo zoo di Talos”. Quindi io mi sono esaltato tantissimo, nel vedere questa puntata. Sì, cari miei, sono caduto nella calda e accomodante trappola del suddetto fanservice. Ma mica è una cosa brutta, eh. Anzi. Chi guarda “Star Trek” chiede tre cose: belle storie; che il canon venga rispettato e un ampio parcheggio all’ingresso.
Finito. Ah, no, scusate. Vi devo un approfondimento sulla questione “Fiori blu”. C’è una vecchia discussione su una scena del Pilot. Spock, su Talos IV, tocca dei fiori blu e sorride. La cosa, da 60 (sessanta) anni, è al centro di discussioni (pensate come siamo messi noi trekker). Perché Spock in quella scena sorride? Non può sorridere, è vulcaniano. Anzi, sì, può sorridere perché è mezzo umano. Tra l’altro chi fa questa discussione dimentica la scena in cui Spock, convinto che Kirk sia morto, che gioisce nel rivedere il suo capitano vivo e vegeto.
In questo episodio di Discovery, Burnham, tocca gli stessi fiori e sorride pure lei. A questo punto direi di arrivare a un punto di questa annosa diatriba: sono i fiori che fanno sorridere chi li tocca. Non vi basta? Bene. La puntata 8 (questa di cui vi ho appena parlato) si chiude con Spock che sorride a Pike, quando si ritrovano. Quindi, qualora non vi stesse bene che a far sorridere Spock siano stati i fiori, facciamo che Spock da giovanissimo sorrideva spesso.
Episodio 9 “Progetto Dedalo”
Stordito dalla puntata precedente mi sono sbilanciato, su Facebook, dicendo che questa puntata tutto sommato era accettabile. E in effetti lo è, ma solo per una paio di cose della trama orizzontale. Per il resto è bruttina.
La puntata ha molte ingenuità. La più grande è la spina dorsale dell’episodio stesso. Infatti si inizia scoprendo che Airiam non è un androide (tipo Data) bensì è una donna che, dopo un incidente nel quale si è salvata per miracolo, ha perso il marito, è stata salvata aggiungendo parti robotiche. In pratica è quasi tutta robot. Sì, tipo Robocop, esatto. L’ingenuità sta proprio qui: nelle serie vecchie c’era una regola non scritta: far vedere la triste storia di un personaggio secondario nella puntata in cui esso muore. E infatti in questa punta Airiam muore. Quindi la cosa è piuttosto telefonata.
Ma andiamo con ordine. Velocemente ma con ordine. La Federazione sta ricercando quelli della Discovery per processarli perché nascondono un ricercato per omicidio (ovvero Spock). Pike decide di andare alla base della Sezione 31 e qui scopriamo che il computer (chiamato Controllo) ha preso possesso della base spaziale, uccidendo una marea di ammiragli. Lo stesso computer, con degli ologrammi, ha fatto credere alla Federazione che Spock abbia ucciso delle persone. Controllo ora comanda Airiam. Qui scopriamo la prima cosa interessante per la trama orizzontale: il virus Airiam lo ha ricevuto da una sonda che proviene dal futuro. Quindi in qualche modo Controllo è collegato con il futuro e con quella cosa che l’angelo rosso vuole fermare.
Burnham, Airiam e il capo della sicurezza della Discovery vanno sulla stazione orbitante. Tutto è abbandonato e trovano i cadaveri dei vari ammiragli e iniziano a capire che qualcosa non va (perspicaci). Prima che possano far qualcosa, Controllo, attiva Airiam. Questa inizia a picchiare le altre due donne. Airiam ha la meglio perché, essendo un mezzo robot, mena come un fabbro.
Airiam sembra impazzita ma poi il Guardimarina Tilly, dalla Discovery, ricorda alla donna robot i bei momenti passati assieme. Questo fa tornare lucidità ad Airiam, giusto il tempo di mettersi dentro una stanza stagna, vicino a un portellone d’uscita. Cielo che tristezza di scena. Il trucco più vecchio del Mondo: hai un tizio posseduto da creature aliene o demoni? Ricordagli quanto sono belli l’amore e l’amicizia e lui sconfiggerà i suoi demoni interiori. Dov’è un fabbro quando serve? Che poi io un fabbro, tempo fa, lo conobbi e, ve lo assicuro, non picchiava nessuno. Delle volte la realtà ti mette davanti a situazioni che non ti aspetti.
Airiam si fa spedire nello spazio per evitare che il virus che l’ha posseduta la spinga a fare danni all’astronave. E così muore congelata. Prima di morire, però, dice una cosa importante a Burnham: “Ferma il progetto Deadalus” (seconda cosa importante per la trama orizzontale).
Mi chiedo perché non venga teletrasportata sull’Enterprise; isolata in modo che non possa fare danni e sistemata. Voglio dire: ci sono puntate di “The Next Generation” in cui Data sbrocca di brutto ma lo sistemano. Oppure c’è una puntata della serie classica in cui Sulu diventa pazzo e va in giro per l’Enterprise, a petto nudo, con una spada da scherma (ok, lui non è un robot bensì giapponese). In nessuno di questi casi qualcuno è stato spedito nello spazio a morire. E questo è quanto.