Steven Spielberg vorrebbe l’esclusione dei film targati Netflix dagli Oscar

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Director Steven Spielberg on the set of Disney's THE BFG, based on the best-sellling book by Roald Dahl.

Steven Spielberg in questo momento non sta festeggiando la vittoria agli Oscar di Green Book, che lo stesso regista ha fortemente supportato nella corsa alla vittoria di quest’anno: Spielberg è infatti concentratissimo nel cercare di evitare un nuovo “caso Roma”, ovvero un film prodotto da Netflix, supportato da numeri totalmente diversi dai prodotti degli studios canonici e distribuiti nel circuito dei cinema.

Il regista di E.T sostiene infatti che le produzioni come Roma, ed in genere le produzioni targate Netflix, dovrebbero competere solo per gli Emmy Awards: nel suo ruolo di Academy Governor, in rappresentanza dei registi, Spielberg vorrebbe che le regole venissero cambiate per questa particolare situazione. Un portavoce di Amblin Entertainment, casa di produzione di Spielberg, ha dichiarato quanto segue:

Steven è molto preoccupato da questa differenza tra la situazione dei film distribuiti al cinema e quella delle pellicole che escono per le piattaforma streaming, e sarebbe felice di ricevere aiuto al prossimo incontro dei Governor dell’Academy.

La risposta dell’Academy non si è fatta attendere:

In questo momento si sta discutendo delle regole di assegnazione degli Oscar, ed alla riunione di aprile saremo ben lieti di affrontare la questione.

Ovviamente, la teoria è diversa dalla pratica, e quando si deve giungere al punto, non è chiaro quali siano le regole che Netflix avrebbe violato e, soprattutto, come arginare la situazione.

Quello che è certo è che gli studios hanno parecchie critiche da muovere verso Netflix, tra le quali le principali obiezioni sono le seguenti:

  • Netflix spende troppo: stando a quanto riportato, Roma è costato 50 milioni di dollari, mentre Green Book 5 milioni. 
  • Roma è stato al cinema in esclusiva per sole tre settimane
  • Netflix non rispetta la finestra di 90 giorni al cinema
  • I film di Netflix sono disponibili in 190 paesi, 24 ore al giorno. 

Queste sono le principali preoccupazioni lato Academy, anche se non è chiaro in quale modo possano essere considerate violazioni delle regola, dato che, ad esempio, gli incassi al box office (o gli spettatori, nel caso di Netflix), non sono un fattore qualificante per la candidatura agli Oscar.

A tal proposito, un altro dei Governor dell’Academy ha dichiarato:

C’è il sentore che Netflix stia cominciando a comportarsi come uno studio, per cui dovrebbe attenersi agli standard. Le regole sono state create quando questa situazione non era nemmeno concepita, e ora è necessario fare un po’ di chiarezza.

Nonostante si citi spesso Netflix, non si tratta dell’unico colosso dello streaming a spaventare: c’è da considerare che anche gli Amazon Studios stanno lentamente cambiando forma, e che all’orizzonte stanno spuntando altre piattaforme, tra le quali sicuramente spicca Disney+.

La questione ovviamente è rimasta più in sordina del dovuto perché Roma non ha vinto la statuetta come miglior film, ma resta un argomento molto caldo nell’ambiente dell’Academy, che sta cercando di riorganizzare l’intera serie di regole e criteri per la candidatura agli Oscar per evitare di alimentare ulteriori polemiche: non resta che aspettare per capire quali saranno le modifiche apportate.

Nel frattempo, per la prossima corsa agli Oscar, Netflix si prepara all’assalto con The Irishman di Martin Scorsese, ma si dovrà capire con quali regole dovrà scontrarsi il colosso dello streaming.

Netflix

Fonte: Indiewire