George Clooney, tre anni dopo Suburbicon, torna in cabina di regia per un film e lo fa per conto di Netflix, dirigendo e interpretando The Midnight Sky, film fantascientifico adattamento del libro La distanza tra le stelle, di Lily Brooks-Dalton. Un po’ come accaduto per Interstellar, questo titolo non è uno sci-fi puro, ma si concede del tempo, soprattutto nel finale, per mostrare allo spettatore il suo cuore pulsante. Purtroppo non è tutto oro quello che luccica e le debolezze di una sceneggiatura che vuole unicamente far restare il pubblico a bocca aperta a fine film rischiano di inficiare tutto ciò che c’è di buono in questo The Midnight Sky.

Augustine Lofthouse (George Clooney) è uno scienziato malato terminale che, in seguito ad una catastrofe naturale che rende l’aria irrespirabile, ha deciso di rifugiarsi in Antartide mentre tutto il resto della popolazione mondiale si è protetta, temporaneamente, sotto terra. Temporaneamente perché nel frattempo è in corso la missione Aether, in cui un gruppo di astronauti, tra cui Sully (Felicity Jones), è incaricato di scoprire se è possibile trasferire l’umanità sul satellite K-23 di Giove. Lo shuttle è al rientro, del tutto ignaro della situazione disastrosa sulla Terra e Augustine decide di passare i suoi ultimi momenti di vita cercando di informare Sully e il resto dell’equipaggio Aether. Lo scienziato però non è solo: la comparsa improvvisa nella sua vita della piccola Iris (Caoillin Springall) non era una variante calcolata nell’equazione.

Su queste premesse si fonda lo svolgimento di The Midnight Sky, un film che come detto ha nella sceneggiatura il suo vero punto debole, oltre ad un mal calibrato bilanciamento tra i due archi narrativi principali che sono nel terzo atto si intrecciano. Inspiegabilmente ci sono dei grossi cambiamenti dal libro che ha ispirato la pellicola e tutta la dinamica dell’incontro di due solitudini, estremamente affascinante sulla carta, nel film viene completamente a mancare. Lo spettatore, infatti, assiste ad una storia in un certo senso più romantica, ma purtroppo estremamente inconcludente, soprattutto se si ripensa all’inizio del film dopo aver assistito al colpo di scena finale.

In un film di fantascienza non è cosa rara chiedere uno sforzo di comprensione in termini di sospensione dell’incredulità. Sono pochissimi quei prodotti sci-fi in cui ogni elemento mostrato e raccontato ha delle forti, o perlomeno plausibili, basi scientifiche (come ad esempio The Expanse). Il problema, in questo caso, sta nel richiedere una sospensione dell’incredulità non per gli elementi fantascientifici, ma per quelli di puro tessuto narrativo, che con il genere sci-fi non hanno nulla a che vedere. Purtroppo parlarne senza incorrere in spoiler non è assolutamente facile, ma si può dire che il film non è onesto nei confronti dello spettatore, e inserisce determinate scene con l’unico intento di depistarlo: a conti fatti, quei frangenti non servono ad altro che a illudere chi sta guardando il film.

Se la sceneggiatura zoppica, e non poco, lo stesso non si può dire della regia, che regala diversi scorci dell’Antartide davvero suggestivi e anche le scene ambientate nello spazio hanno il loro fascino, anche grazie a degli effetto speciali veramente degni di nota. Il pubblico, infatti, si ritroverà calato nello spazio grazie a dei VFX e ad un’estetica degli ambienti “spaziali” veramente originale e che si dimostra coerente con il resto della pellicola (basterà dare uno sguardo attento agli ambienti dell’Aether e poi al calcio del fucile di Augustine). Plauso anche per le musiche, che riescono ad aumentare il pathos della scena quando ce n’è bisogno e invece contribuiscono a distendere la tensione dei momenti in cui il film rallenta il ritmo. Unica pecca sotto il punto di vista tecnico è da ritrovarsi nel montaggio, che nelle scene d’azione, forse per voler restituire la tensione, è troppo serrato e caotico, e quindi difficile da seguire.

Sul fronte delle interpretazioni, invece, si registra un altro parziale tasto dolente. George Clooney riesce a regalare a chi sta guardando un Augustine affaticato e provato dalla malattia ma al tempo stesso anche tormentato e preoccupato dalla situazione. Il suo lavoro è eccellente anche dal punto di vista fisico, con l’attore che ha messo a dura prova il proprio corpo per riuscire a calarsi al meglio nella parte. Tuttavia, il resto del cast non riesce a dare una prova dello stesso calibro, a partire da Felicity Jones, la cui Sully risulta spenta anche nei momenti più emozionali della pellicola e non riesce mai a far scattare quell’empatia che il film vorrebbe far provare nei suoi confronti, visto che in una scena clou la macchina da presa indugia sui suoi occhi ma allo spettatore arriva poco e niente. Menzione d’onore per Kyle Chandler, il cui personaggio vive un momento alla Interstellar e riesce a trasmettere, almeno in parte, qualche emozione a chi sta guardando.

The Midnight Sky non è un brutto film, sia chiaro. Hai suoi bei momenti e dal punto di vista tecnico è un titolo realizzato veramente bene. George Clooney si dimostra un filmmaker di tutto rispetto, in grado di riuscire a fare bene anche nella doppia veste di attore-regista. Il titolo paga una sceneggiatura che chiede veramente troppo allo spettatore, dimenticandosi di affondare su due temi che mette in scena ma che non approfondisce: la solitudine, rappresentata da Augustine, e la voglia di vita, rappresentata invece da Iris e da Sully, che tra le altre cose viene presentata immediatamente come una donna incinta. Questi due elementi sono ben presenti nella pellicola, ma The Midnight Sky decide di sacrificarli per dare spazio all’azione, che poco però contribuisce al twist finale che è sì interessante, ma sarebbe potuto essere molto più d’effetto se pre-costruito a dovere e senza errori banali o scene inutili nell’economia della trama. Sembra, dunque, che solitudine e voglia di vita siano anche, oltre che le tematiche del film, il problema e l’ambizione di cui questo originale Netflix è, in maniera contraddittoria, composto.


The Midnight Sky è disponibile da oggi su Netflix. Di seguito il trailer ufficiale del film:

RASSEGNA PANORAMICA
The Midnight Sky
6
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Il mio primo film visto al cinema è stato "Dinosauri" della Disney, il mio primo libro "La fabbrica di cioccolato" e il mio primo videogioco "Tip Top - Il mistero dei libri scomparsi". Nel 2002 mi sono innamorato di Spider-Man e nel 2008 del grande schermo, grazie a "Bastardi Senza Gloria". Parlerei per ore di cinema, serie tv e fumetti. Sto aspettando la quinta stagione di "Sherlock".
the-midnight-sky-il-film-netflix-di-e-con-george-clooney-solitudine-e-voglia-di-vita-recensioneThe Midnight Sky sembra soffrire di un grosso problema: l'inconcludenza. Da subito lo spettatore viene messo davanti a scene che, in realtà, non sono affatto utili per lo svolgimento narrativo del film e che anzi, illudono deliberatamente il pubblico. La sceneggiatura non affonda dove dovrebbe e ne risulta una pellicola con un cuore meno pulsante di quello che vorrebbe esibire. Ovviamente non è tutto negativo: George Clooney riesce a regalare l'ennesima prova solida in cabina di regia, realizzando un film veramente di pregio dal punto di vista tecnico, se non per un montaggio caotico nelle scene d'azione. Buona anche la sua interpretazione, meno quella degli altri attori, che si limitano al minimo indispensabile. Di conseguenza, The Midnight Sky raggiunge la sufficienza, ma non può andare oltre.

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