Siamo sopravvissuti alla visione, su Amazon Prime Video, di Antrum: Il film Maledetto

Recentemente è stato reso disponibile su Amazon Prime Video, Antrum: Il Film Maledetto (Antrum: The Deadliest Film Ever Made in originale), un mockumentary canadese di genere horror che ci ha sorpreso piacevolmente in più istanti sia per la storia che fa da preambolo alla pellicola che la stessa pellicola. Vediamolo insieme!

AntrumAntrum, nella sua interezza, è in parte mockumentary e in parte film maledetto, di fatto i primi 10 minuti ci introducono alla famosa pellicola attraverso un documentario montato prima della visione del film a cui poi gli succede un disclaimer che avverte lo spettatore della pericolosità della pellicola e così inizia il viaggio metafisico nell’horror maledetto. L’ora che segue è particolare per svariati motivi a cui poi gli segue dopo il finale una nuova parte del documentario di cui abbiamo visto alcuni istanti all’inizio, prima che arrivino i veri e propri titoli di coda.

Insomma, dal punto di vista la pellicola strizza l’occhio al ben noto Blair Witch Project di Daniel Myrick e Eduardo Sánchez e al seguito Blair Witch di Adam Wingard, con le storie iniziali che parlano del film appena ritrovato: si parla di proiezioni che hanno visto un’intero cinema bruciare a Budapest lasciando tutti gli spettatori morti all’interno, poi si parla di un tentativo di proiezioni a San Francisco in un piccolo cinema, a cui poi segue un’isteria collettiva. La pellicola non smetterà lì di fare vittime, infatti, essa continua a girare tra i circoli di amanti dell’horror, portando alla morte tutti i suoi “fan”. Insomma, sentendo queste storie vi verrà da sorridere, proprio perché sono così finte da far sicuramente ridere, o almeno fino all’inizio del film, dove da lì davvero si fa strano.

AntrumInnanzitutto, sin dall’inizio ci troviamo in una parte non precisata del mondo, potrebbe essere una zona rurale degli USA oppure un bosco orientale o ancora una foresta Europea, non sappiamo dove siano i nostri protagonisti: Oralee (Nicole Tompkins) e quello che sembra il fratello, Nathan (Rowan Smyth). I due si stanno dirigendo a quella che la donna spaccia come la porta dell’inferno, seguendo le istruzioni di un misterioso libro. Mentre il duo inizia il viaggio, seguendo le istruzioni di questo grimorio, iniziano a verificarsi sempre di più avvenimenti inquietanti e strani, gettando il duo in uno stato di ansia. Il grimorio però non è altro che un’invenzione della donna e quindi come può essere possibile che questi avvenimenti stiano davvero colpendo i due ragazzi? Semplice, è quello che succede a qualsiasi avventore di film horror, una suggestione indotta.

La pellicola di David Amito e Michael Laicini, fin da subito è presentata come una pellicola ritrovata dagli anni ’70 oppure ’80, con quella patina granulosa, ma allo stesso tempo ha una fotografia eccessivamente luminosa per essere quella di una pellicola che viene davvero da quel periodo storico, quindi già qui un’occhio più attento può capire l’inganno e trovarsi a sorridere di queste incongruenze; come sono anche ovvie le citazioni ad un genere che ha dato davvero i natali a pellicole stranissime e che giocavano con tante suggestioni di cui addirittura questa pellicola se ne fa portatrice completa. Così come nelle leggende servono delle spiegazioni dietro al male e così entrano in gioco i sigilli: durante la visione lo spettatore si trova così a vedere centinaia di sigilli magici e oggetti normali, che compaiono per poco ma vengono sbattuti così in faccia allo spettatore da provocargli fastidio, come dovrebbero. Anche la presenza di questi simboli nella pellicola e di fatto la loro pericolosità viene contestualizzata sul finale e può giustificare le stragi (ma anche no). Presto verrà spiegato che quei simboli riguardo un demone chiamato Astaroth, d’altronde una presenza maligna serve sempre in questi film, che sia una strega o un mostro di cui vediamo solo primi piani in bianco e nero. La suggestione è così costruita, la paura dovrebbe arrivare e di fatto, probabilmente, se l’obbiettivo del film non fosse un’altro, questo Antrum potrebbe davvero diventare un horror da sala, sopratutto con questa cura alla regia, con una semplice trama ed una colonna sonora curata da Alicia Fricker davvero azzeccata. Ricordiamo sempre che fare paura non è l’obbiettivo della pellicola, bensì analizzare la paura del classico avventore di film horror, che qui sorride, ma che davanti ad una pellicola con tutti questi stilemi, ma più seriosa, sicuro qualche shock lo riceve.

Antrum di fatto è uno studio sullo stile dell’horror, spesso vi ritroviamo infatti vari espedienti narrativi e stilistici di classici horror moderni e meno moderni, come a voler ancora di più far capire allo spettatore che non deve spaventarsi, ma che questo film maledetto è solo come dovrebbe di fatto, essere percepito un film horror, con le sue incongruenze ed i suoi jump scare. Sicuramente prima della visione questo film va contestualizzato in un genere e bisogna saper accettare anche le invenzioni meno riuscite e più ridicole per godersi appieno questo viaggio suggestivo nella mente di un bambino suggestionabile come lo siamo stati tutti quando abbiamo visto il nostro primo film horror. Consigliamo Antrum sinceramente a tutti gli amanti del genere e quelli che già apprezzano il genere di mockumentary sopratutto perché qui viene completamente dissezionato e dissimulato, insomma, ora se dovete vedere qualcosa senza aspettarvi capolavori ma rimanendo sorpresi questo film fa per voi.

RASSEGNA PANORAMICA
Antrum: Il Film Maledetto
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Sono Luca, fin da piccolo mi sono interessato ai fumetti e successivamente alle serie tv, quando mi è stata data la possibilità di parlare delle mie passioni mi sono ficcato in questo progetto. PS: Ryan Ottley mi ha chiamato Tyrion non ricordandosi il mio nome.
antrum-il-film-maledetto-studio-sulla-paura-indotta-recensioneAntrum di fatto è uno studio sullo stile dell'horror, spesso vi ritroviamo infatti vari espedienti narrativi e stilistici di classici horror moderni e meno moderni, come a voler ancora di più far capire allo spettatore che non deve spaventarsi, ma che questo film maledetto è solo come dovrebbe di fatto, essere percepito un film horror, con le sue incongruenze ed i suoi jump scare. Sicuramente prima della visione questo film va contestualizzato in un genere e bisogna saper accettare anche le invenzioni meno riuscite e più ridicole per godersi appieno questo viaggio suggestivo nella mente di un bambino suggestionabile come lo siamo stati tutti quando abbiamo visto il nostro primo film horror. Questo film lo consigliamo sinceramente a tutti gli amanti del genere e quelli che già apprezzano il genere di mockumentary sopratutto perché qui viene completamente dissezionato e dissimulato, insomma, ora se dovete vedere qualcosa senza aspettarvi capolavori ma rimanendo sorpresi questo film fa per voi.

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