Oggi vi parliamo di “Ayako”, ristampa della precedente edizione Hazard, uscito per la Tezuka (o se preferite Osamushi) collection pubblicata dalla J-Pop.
Osamu Tezuka (1928-1989) in gioventù venne chiamato col soprannome di Osamushi (da cui prende il nome la collana), fu l’inventore dello story manga e del primo anime; in seguito alla vastità e qualità delle sue produzioni venne e viene tuttora considerato e soprannominato il Dio dei manga.
“Ayako” è un’opera scritta nel 1972, possiamo tranquillamente affermare che insieme a “MW” (1976) e “Kirihito” (1970) rappresenta l’apice assoluto del periodo nel cui Tezuka scriveva opere molto “mature”; il che rende questi tre titoli dei must imperdibili, non solo per chi vuole leggere Tezuka, ma in generale nel panorama manga.
La storia è ambientata nel 1949, nel dopoguerra, anche se per la maggior parte della storia sembra di essere ancora nel Giappone feudale; la vicenda, infatti, ruota attorno alla famiglia Tenge che sta affrontando un periodo di serie difficoltà perché parte dei loro territori andranno persi a causa di una nuova ordinanza del governo, questa famiglia ha un’impostazione ancora di tipo feudale.
Fa ritorno dalla famiglia Jiro, che è sopravvissuto dalla seconda guerra mondiale dopo essere stato prigioniero degli americani. Gli altri membri sono: Sakuemon, padre di famiglia, nonché capo e proprietario terriero; Iba, moglie di Sakuemon; i figli del capofamiglia, Ichiro, Naoko, Shiro, Ayako; Sue, moglie di Ichiro, e Oryo, la domestica, ma in pratica una schiava. Al suo ritorno, Jiro percepisce che c’è un clima di forte tensione: questo è dovuto alla nascita di Ayako, bimba di quattro anni che Jiro vede per la prima volta; la bambina è infatti figlia dell’unione tra Sakuemon e la moglie di Ichiro, che egli concedeva di abusare al padre in cambio dell’eredità. Il capofamiglia, infatti, non voleva dare l’eredità a Ichiro perché essere un prigioniero è motivo di disonore.
Il principio fondamentale di queste persone è infatti mantenere l’onore della famiglia e mostrarlo agli occhi degli altri; proprio per questo motivo si avvierà una spirale di delitti e azioni spietate che culminerà con il lungo imprigionamento della piccola Ayako, di quattro anni, in un granaio. Si ha una contrapposizione tra arretratezza della società feudale e lo sviluppo della società moderna, che si dovranno incontrare per la gestione dei territori; in parallelo anche la piccola Ayako, quando crescerà dovrà affrontare il cambio di società, il forte cambiamento nel suo modo di vivere e di interagire con le persone.
Altra forte contrapposizione che troviamo nell’opera è tra le vittime e i carnefici della famiglia; la vittima principale e protagonista è di sicuro Ayako che rimane vittima e innocente di fronte a tutte i crimini compiuti dalla famiglia fino a impazzire.
In “Ayako”, come abbiamo visto in altre opere del maestro, la figura femminile è al centro della storia, anche se questa volta non abbiamo una protagonista con una personalità forte che guida le vicende ma abbiamo una vittima della crudeltà delle azioni di certi uomini. Possiamo però dire che anche in questo caso la donna è vista come simbolo di purezza, e stavolta anche di innocenza; non solo Ayako, ma anche le altre donne della famiglia sono infatti vittime e impotenti di fronte ai crimini attuati per salvare l’onore della famiglia Tenge.
Il co-protagonista Jiro, a differenza di Sakuemon e Ichiro che sono troppo concentrati sull’eredità e sull’onore, ha un’evoluzione passando da carnefice, perché anche lui costretto a compiere crimini, ad essere una figura che cerca in tutti i modi di aiutare Ayako quando cresce e deve affrontare la società moderna con profonde difficoltà.
Molto forti e d’impatto sono le scene su cui l’autore si vuole soffermare; ad esempio mostrando la paura, la disperazione e la rassegnazione della piccola Ayako quando viene imprigionata nel granaio o anche quando vengono compiuti determinati crimini; in queste scene Tezuka utilizza un’impostazione delle tavole diversa, disegni diversi e molto più d’impatto, complessi e originali.
La forza di quest’opera è la caratterizzazione e introspezione dei personaggi, punto spesso comune alle opere di Tezuka, ma in questo caso molto più marcati; valore aggiunto di “Ayako”, così come per “MW” e “Kirihito”, è la rappresentazione magistrale della crudeltà dell’animo umano e della realtà, rappresentando una storia senza filtri. L’egoismo umano, rappresentato molto bene in quest’opera, mostra fin dove l’uomo può spingersi pur di ottenere quello che vuole, a spese dei più deboli. Una rappresentazione della realtà e società che ci ha colpito nel profondo, uniti a un modo di raccontare le vicende che coinvolgono il lettore in modo molto diretto e a numerosi colpi di scena rendono “Ayako” una delle letture imperdibili di Tezuka e non solo.
I volumi sono presenti nelle fumetterie e presso i distributori online; due volumi in grande formato, di 350 pagine, con sovracopertina e di ottima carta e fattura, al costo di 14€.
La Osamushi collection, edita da J-Pop, propone inediti e volumi pubblicati precedentemente da Hazard e altre case editrici del Dio dei Manga. Segnaliamo in questo momento soprattutto la riedizione de “La Fenice”, la vera opera capolavoro che Tezuka ha scritto durante tutta la sua vita (attualmente siamo al volume 4 su 12).