Black Mirror 2×02 – Orso Bianco

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Seconda puntata della seconda stagione di Black Mirror, White Bear. Un capitolo leggermente fuori dagli schemi soliti della serie che fino ad ora ci ha mostrato storie che gravitavano perlopiù attorno a strane tecnologie, che determina un nuovo stile fino ad ora mai affrontato, forse sfiorato con la 1×02, un’ambientazione distopica, ma questa volta con un sapore più crudo e destabilizzante, a tratti horror. Il grande filo conduttore della serie però è palese, anche qui la realtà viene filtrata è distorta da quello specchio nero che tutti ogni giorno abbiamo davanti al viso, lo schermo dei nostri pc e dei nostri smartphone, e noi siamo solo un riflesso sbiadito.

In Orso Bianco si torna sui temi su cui sono fondati i primi due episodi Black Mirror, Messaggio Al Primo Ministro (A National Anthem) ed, almeno in parte, 15 Milioni Di Celebrità (15 Millions Of Merits) in cui il fulcro va a colpire la spettacolarizzazione coatta, ogni tortura e negazione dei più basilari diritti è giustificata per il bene dello show, stavolta mettendo sotto i riflettori lo spettatore, che anche davanti al più disumano dei gesti è in grado solo di nascondersi dietro al suo specchio nero.

E’ impossibile non fare spoiler parlando della trama di questo episodio, quindi se volete rimanere spoiler-free saltate il prossimo paragrafo.

Black MirrorLa realtà distopica di questa puntata è sintetizzata nel White Bear Justice Park, un parco divertimenti in cui i visitatori impiegano la loro giornata ad inseguire con i loro telefonini l'”attrazione” principale. La protagonista del parco è Victoria Skillane (interpretata da Lenora Crichlow), una donna condannata per aver rapito Jemima Skyes, una bambina di 6 anni, e per averla torturata ed uccisa in una foresta. Per la sentenza, che secondo i giudici è stata “proporzionata e ponderata”, la memoria di Victoria verrà cancellata ogni sera, e la mattina si sveglierà senza ricordare nulla, credendo di aver tentato il suicidio e di trovarsi in una sorta di momento di ipnosi collettiva in cui i pochi sopravvissuti vengono inseguiti ed uccisi da dei carnefici mascherati.

Black MirrorLa puntata di per sé è davvero sorprendente, la focalizzazione interna amplifica l’effetto di disorientamento totale che la protagonista prova da quando si sveglia fino all’incontro con la terribile realtà dei fatti, e il comparto tecnico, seppur non particolarmente brillante, esegue per bene il suo lavoro. Lungo la puntata personalmente ho provato a predire il finale, visto anche il punto chiave delle puntate precedenti, ma il finale, sebbene inaspettato, ha perfettamente senso all’interno di Black Mirror.

Si lascia poco spazio alla metafora e all’allegoria in questo episodio, qui c’è poco da leggere tra le righe, purtroppo per noi. Di tutte le puntate questa è quella che meno fa fantasticare, la spettacolarizzazione dei protagonisti della cronaca nera l’abbiamo davanti agli occhi già da anni, ciò che lascia atterriti è che tra i vari episodi questo è il meno fantascientifico, il più vicino alla nostra realtà, ci fa sentire come se fossimo davvero ad un passo da quella realtà agghiacciante che viene raffigurata. Tutto quello che riusciamo a fare è nasconderci dietro ad uno schermo nero a riprendere il momento, essere spettatori ci isola dalla realtà che non vogliamo affrontare, non perché non ne siamo in grado, ma semplicemente perché avere una scusa per guardare e non agire è davvero, davvero comodo.

http://redcapes.it/special/black-mirror-charlie-brooker-recensione/