Dopo Luna Nera, Summertime e la quarta stagione di SKAM Italia, Mercoledì 10 Giugno approda su Netflix la quarta serie Made in Italy di questo 2020, ovvero Curon, un supernatural drama in cui mistero, leggenda e realtà si fondono. La serie, prodotta da Indiana Production, è ambientata nelle suggestive location del Trentino Alto Adige, più precisamente in Val Venosta, tra le città di Curon e Malles. La regia dei sette episodi che compongono la prima stagione della serie sono affidati a Fabio Mollo e Lyda Patitucci, mentre la scrittura è affidata a Ezio Abbate come head writer insieme agli autori Ivano Fachin, Giovanni Galassi e Tommaso Matano.

Dopo 17 anni di assenza, Anna (Valeria Bilello) torna a Curon, la sua città natale, insieme ai suoi gemelli adolescenti, Mauro (Federico Russo) e Daria (Margherita Morchio). Qui presenta i suoi figli a suo padre Thomas (Luca Lionello), un burbero e solitario uomo che vive solo nel suo hotel e che tenta in ogni modo di cacciare la figlia dalla cittadina Trentina. Tutto precipita quando Anna scompare misteriosamente, i ragazzi dovranno intraprendere un viaggio che li porterà a svelare i segreti che si celano dietro l’apparente tranquillità della cittadina e a trovarsi faccia a faccia con un lato della loro famiglia che non avevano mai visto prima. Scopriranno che si può scappare dal proprio passato ma non da se stessi.

Curon è una serie italiana che, tra luci e ombre, riesce a presentare, finalmente, un soggetto di base intrigante, nulla di rivoluzionario sul piano globale, ma sicuramente un discreto passo in avanti per le produzioni seriali italiane che ormai da anni ruotano sempre intorno alle stesse tematiche e agli stessi generi. La serie, che per molti versi ricorda prodotti thriller Nordeuropei, riesce a tessere una trama intrigante, cosa che ad esempio è mancata a Luna Nera (altra serie che tentava di distanziassi dalle solite produzioni nostrane), fatta di dubbi e misteri che riescono trascinare lo spettatore nella visione, episodio dopo episodio. Il tema centrale della serie è quello del Doppio, che nell’accezione della serie va a legarsi con la Psicologia Analitica dell’analista svizzero Carl Gustav Jung, prendendo poi uno sviluppo differente che, per evitare spoiler, non vi riveleremo. Se pur interessante la narrazione non fila liscia per tutti i 7 episodi, sfuggendo diverse volte dalle mani degli sceneggiatori, prendendo diverse direzioni che non trovano un vero e proprio sbocco all’interno della serie. Se nella prima parte della stagione il mistero muove tutto, dando modo allo spettatore di generare teorie sull’accaduto, nella seconda parte, dove molti nodi vengono al pettine, la serie fornisce risposte abbastanza scontate e banali, con situazioni che potevano essere gestite decisamente meglio.

C’è da dire che molti elementi legati all’elemento sovrannaturale sono stati lasciati senza una spiegazione con il palese intendo di realizzare almeno una seconda stagione. I rapporti tra gli adolescenti vengono gestiti troppo rapidamente, forse anche a causa del ridotto numero di episodi, finendo per rendere poco credibile la nascita di amicizie e conflitti. Buoni i flashback che ci mostrano invece il passato di alcuni degli adulti, molti dei quali però hanno poco spazio per poter risultare incisivi. Poco incisivi e naturali anche diversi dialoghi che, come per le diverse strade introdotte e mai battute, risultano al momento inutili.

L’elemento che su tutti funziona di più è sicuramente il rapporto tra i due gemelli, Daria e Mauro, questo grazie a una buona scrittura dei due personaggi e, soprattutto, ad un’ottima sintonia nata tra Federico Russo e Margherita Morchio, che traspare in ogni scena che li vede protagonisti. Anche le performance del cast è avvolto di luci e ombre ma, oltre ai due ragazzi protagonisti, spiccano le interpretazioni di Anna Ferzetti e Luca Lionello, interpreti rispettivamente di Klara e Thomas, mentre tra i giovani sorprende Luca Castellano nel ruolo complesso e poliedrico di Lucas.

La colonna sonora di Curon si snoda tra suoni-drone, atmosfere rarefatte e un approccio alla selezione musicale che supera l’idea di puro accompagnamento per le immagini. Nel corso delle 7 puntate abbiamo un buon intervallo tra temi strumentali e brani musicali di artisti internazionali e Italiani ben noti come Childish Gambino, Fischerspooner, Lorn, Max Richter, Trentmoller, Swans, Teho Teardo, MYSS KETA e Luca Longobardi. Se la colonna sonora della serie ci ha convinto, non possiamo dire lo stesso però del mixaggio sonoro che, come avevamo già ravvisato in Luna Nera, troppo spesso non permette una chiara comprensione dei dialoghi poiché la traccia vocale e quella sonora finiscono per accavallarsi prepotentemente.

Seppur con quel sbavatura tecnica e qualche scavallamento di campo fin troppo evidente, la regia degli episodi si stagli su un buon livello, riesce a valorizzare al meglio le suggestive ambientazioni che in alcuni casi ricoprono anche un ruolo da protagonista. Buona anche la fotografia, che sorprende a più riprese con l’uso di illuminazioni e tecniche poco diffuse nelle produzioni televisive nostrane.

Dopo molte serie originali italiane che si basavano sempre sulle solite tematiche e i soliti generi, Curon arriva, seppur con i suoi difetti, a portare una boccata d’aria fresca nelle produzioni nostrane per Netflix, dimostrando che anche in Italia è possibile realizzare a livello televisivo prodotti variegati. In conclusione Curon risulta una serie sufficiente che, in vista di una seconda stagione, deve ancora imparare molto dai suoi errori. Una sorta di fusione tra Dark, Stranger Things e Locke & Key che potrebbe catturare spettatori italiani e internazionali alla ricerca di un thriller soprannaturale breve ma denso di contenuti.


Curon è disponibile su Netflix dal 10 Giugno 2020. Ecco il trailer della serie:

RASSEGNA PANORAMICA
Curon - Stagione 1
6.5
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Classe '93, di professione illustratore e graphic designer. Sin da piccolo appassionato di fumetti, serie tv, cinema e videogiochi, passioni che con il tempo mi hanno portato a voler condividere le mie opinioni con gli altri e mettere in piedi questo progetto. Dal 2016 fondatore e caporedattore di RedCapes.it
curon-il-nuovo-supernatural-drama-italiano-targato-netflix-recensioneDopo molte serie originali italiane che si basavano sempre sulle solite tematiche e i soliti generi, Curon arriva, seppur con i suoi difetti, a portare una boccata d’aria fresca nelle produzioni nostrane per Netflix, dimostrando che anche in Italia è possibile realizzare a livello televisivo prodotti variegati. In conclusione Curon risulta una serie sufficiente che, in vista di una seconda stagione, deve ancora imparare molto dai suoi errori. Una sorta di fusione tra Dark, Stranger Things e Locke & Key che potrebbe catturare spettatori italiani e internazionali alla ricerca di un thriller soprannaturale breve ma denso di contenuti.

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