Chi avesse vissuto in una sorta di limbo spazio temporale nell’ultimo mese probabilmente non avrà sentito parlare di Cyberpunk 2077, uno dei giochi più attesi, discussi, amati e criticati allo stesso tempo dell’intera storia del videogioco. Tutti avrete letto, o sentito parlare, o anche solo intravisto la quantità abnorme di polemiche, meme, discussioni, problematiche, ma anche elogi, apprezzamenti, critiche, e ancora discussioni sul nuovo titolo di casa CD Projekt RED, soprattutto per quanto riguarda le versioni rilasciate per le console old gen, con tanto di refund, class action e tutta una serie di vicende che hanno probabilmente creato un enorme precedente nella storia del videogioco, in misura uguale, se non superiore, al peso del gioco stesso. Un lancio disastroso, per certi versi, ma positivo per altri, con incredibili vendite soprattutto nelle primissime settimane di permanenza del gioco negli store digitali e nei negozi fisici.
Consapevoli di tutti i problemi tecnici che affliggevano il titolo al lancio, abbiamo deciso di aspettare un po’ prima di far uscire la nostra recensione di Cyberpunk 2077 che, lo diciamo subito, abbiamo giocato su PC, piattaforma sulla quale, hardware permettendo, il gioco da il meglio di se, e precisamente nella sua versione 1.6.
Piove, ormai da diverse ore, fuori dalla finestra del mio appartamento vedo uno scontro fra gang di strada. Mi accendo una sigaretta e mi siedo sul divano in attesa che mi chiami Jackie per il colpo alla Arasaka Corporation. Ascoltate bene questa storia, io sono V e questa potrebbe essere la vostra ultima occasione per sentirla.
Nel 2077 il mondo ha raggiunto la singolarità tecnologica, la popolazione è divisa in classi sociali e gli Stati Uniti d’America sono caduti vittima della bancarotta e della balcanizzazione dopo aver perso il controllo di una guerra interna ed aver subito bombardamenti cinetici, attentati, carestie e sanguinose ribellioni; le Mega-Corporations hanno quindi preso il controllo del paese, costituendo enclavi in cui è permesso vivere soltanto ai loro dipendenti. Al di fuori di questi territori vi sono ruderi cittadini dove le bande e il governo si contendono il dominio delle zone, mentre il centro del paese è devastato da violente tempeste di sabbia, dove osano viaggiare soltanto i nomadi. Nello spazio orbitale vige invece l’élite degli “Orbitali”, gruppo governato dall’Eurozona che minaccia di bombardare dall’alto chiunque provi a destabilizzare la sua sovranità mondiale.
CD Projekt Red torna sotto i riflettori con una nuova IP ruolistica che, siamo certi, farà parlare di sé molto a lungo. Lasciatasi alle spalle, almeno temporaneamente, il mondo dark fantasy di The Witcher, la software house polacca ha deciso di tentare la fortuna lanciandosi nella creazione di una nuova proprietà intellettuale basata sul celebre gioco di ruolo cartaceo Cyberpunk, creato nel1988 da Mike Pondsmith.
La prima cosa che colpisce di questo nuovo blockbuster è sicuramente la direzione artistica, capace di tratteggiare un futuro distopico affascinante e avvolgente. Night City, vera protagonista di questo nuovo gioco, è una megalopoli vasta e soprattutto densa, tentacolare e ricca di idiosincrasie. Come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, all’inizio si potrà scegliere fra diverse “origini”: nomade, ragazzo di strada e corporativo, con ciascuna di queste tre opzioni che cambierà drasticamente la storia che vivrete. Ma non finisce qui, perché questa non sarà l’unica scelta che sarete chiamati a fare come giocatori: tornano infatti anche in Cyberpunk 2077 i tanto amati (dai fan del genere) dialoghi a scelta multipla, fondamentali per veicolare il fattore scelta, i quali vi permetteranno di plasmare molti dettagli della vicenda, aggiungendo all’equazione il proprio modo di reagire al complesso intrigo imbastito dagli sceneggiatori.
Il fattore decisionale, quindi, risulta dominante anche durante lo svolgimento delle missioni, principali e non, le quali lasciano ampia libertà di approccio: in questo senso è lodevole come ogni scelta che farete, da come si decide di rispondere ad un personaggio a che tipo di approccio adottare di situazione in situazione, trovi effettivo riscontro nelle vicende narrate prendendo molto spesso svolte inaspettate. Esattamente come avviene nella celebre saga Bioware di Mass Effect, anche in Cyberpunk 2077 è la trama, insieme alla già citata Night City, la vera protagonista del gioco, capace di piegarsi al volere del giocatore offrendo al contempo un’esperienza ludica con davvero pochi paragoni nel genere dei giochi di ruolo di stampo occidentale.
Inoltre, le quest secondarie, così come la principale, spiccano, proprio come nel caso di The Witcher, per la qualità della scrittura, andandosi a discostare da quello che è, notoriamente, uno dei principali punti critici dei giochi open world, la ripetitività delle subquest, che spesso sono molto meno valide della trama principale: in Cyberpunk, questo non accade, anzi.
Cameratismo, amicizia, amore, lealtà sono soltanto alcune delle tematiche che il gioco affronta, il tutto innestato nella cornice del transumanesimo. Cyberpunk 2077 è stato costruito e cesellato intorno al concetto di “libertà di scelta”, non a caso infatti sarà possibile personalizzare sia ogni aspetto del vostro alter ego digitale, sia ogni arma o oggetto che recupererete nel corso del gioco.
Una menzione speciale, inoltre, la merita sicuramente il doppiaggio italiano, davvero di altissimo livello; fra gli attori coinvolti per questo aspetto della produzione spicca sicuramente il celebre Luca Ward, già voce di Sam Fisher in Splinter Cell.
Dal punto di vista tecnico, siamo di fronte ad un prodotto eccellente sotto molti aspetti e, come già noto, non perfetto sotto altri: la resa visiva è decisamente spettacolare, con una città claustrofobica, densa di vita, giochi di luce, riflessi, effetti speciali che, a seconda di quanto potente siano il pc e la scheda video di cui disponete, arriveranno a livelli decisamente strepitosi, seppur il gioco, ancora oggi, non sia decisamente ottimizzato al meglio. Problemi che verranno sicuramente risolti man mano che verranno rilasciate le patch correttive che CD Projekt sta costantemente pubblicando.
Nonostante gli ovvi punti di forza del titolo, come una storia molto complessa e stratificata e un motore grafico capace di portare su schermo una quantità di dettagli davvero impressionante se si considera la natura open world del gioco, il titolo non è perfetto, purtroppo.
Non a caso infatti, vi sono diversi bug e glitch che ancora minano in parte l’esperienza di gioco complessiva, andando a rompere, seppur in parte, l’enorme senso di immersione che si prova pad alla mano.
Non convince completamente nemmeno il sistema di combattimento corpo a corpo, ancora troppo legnoso nel look e davvero poco utile, visto l’alto numero di nemici che spesso vi ritroverete a fronteggiare.
Dopo otto anni di sviluppo era lecito aspettarsi qualcosa di più dai polacchi di Cd Projekt Red che, un po’ come nel mito di Icaro, hanno voluto tentare di raggiungere il sole, dimenticandosi però che il calore della supernova avrebbe presto sciolto loro le ali. Un peccato perdonabile, vista la mole di aspetti positivi che si possono elencare per questo titolo ma, dopo otto anni di attesa, ci saremmo aspettati una qualità ancora maggiore.
Al netto dei problemi tecnici ancora non del tutto sistemati, Cyberpunk 2077 resta comunque un grandissimo gioco di ruolo, con cui sicuramente tutti i più celebri esponenti del genere dovranno confrontarsi negli anni a venire.
Dalla Polonia è giunta sul mercato una nuova pietra miliare del medium interattivo, che siamo certi resterà impresso per molto, molto tempo nei cuori di chi sceglierà di dargli un’opportunità.