Gli Orchi Dei – Mezzosangue di Hubert e Bertrand Gatignol | Recensione

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gli orchi dei head

Dopo più di un anno dall’uscita del primo capitolo della saga gotica (trovate qui la recensione di Gli Orchi Dei – Piccolo), il mondo degli Orchi Dei continua ad espandersi, aggiungendo un nuovo tassello all’universo creato da Hubert e Bertrand Gatignol, raccontandoci la storia di Mezzosangue, protagonista del secondo volume, sempre pubblicato da Bao Publishing.

Quello che stiamo compiendo è un percorso che, come una scala, scende sempre di più, andando a mostrarci quelli che sono i suoi diversi strati sociali, un gradino alla volta. Assistendo alla nascita e alla gioventù di Piccolo, figlio di due giganti nato inspiegabilmente troppo piccolo rispetto alla sua genia, abbiamo analizzato il vertice di questa piramide, costituito quasi per la sua totalità da creature capricciose e malvagie che sfruttano gli umani per i loro scopi.

Scendendo di un gradino, ecco che ci troviamo tra la nobiltà: gli umani che ancora detengono poteri economici fanno di tutto per farsi benvolere dai mostri che li governano, ad esempio, servendoli come ciambellani e segretari. E’ proprio qui che ha inizio il racconto di Yori, un bellissimo giovane, nato dall’amore fra un nobiluomo e una sua concubina, amato da entrambi i suoi genitori. Fin da piccolo però, Yori si dimostra un ragazzino spigliato, più intelligente e furbo dei suoi coetanei, cosa che, a suo malgrado, obbligherà suo padre ad allontanarlo insieme alla madre. Saranno proprio l’amore verso sua madre e la sua cieca sete di riscatto a portare Yori a compiere la scalata sociale che lo porterà a divenire uno degli uomini più importanti del regno, arrivando persino a camminare fra i giganti.

Non vi nascondo il mio amore per questa saga, il cui primo volume mi conquistò a prima vista, fascino accresciuto anche dall’incontro con il suo disegnatore durante la scorsa edizione di Lucca Comics and Games. La costruzione di un mondo come questo sono delle operazioni che mi hanno sempre affascinato del mondo del fumetto. Come se si trattasse di un puzzle, rivediamo alcuni personaggi o situazioni che abbiamo già vissuto leggendo il primo capitolo della saga. Ritroviamo inoltre anche dei piccoli trafiletti in prosa, che ci raccontano le vite e le gesta di alcuni personaggi nominati nel corso della storia. Prima, mostrandoci la sadica natura dei giganti, abbiamo scoperto dal punto di vista di Piccolo (che fa comunque parte di questa estrazione sociale) anche le condizioni degli esseri umani, alcuni ridotti ad essere letteralmente delle bestie da macello. Qui, il punto di vista cambia, guardando dal basso, guardando dagli occhi di Yori.

In occasione dell’uscita di questo secondo capitolo, ho avuto l’opportunità di rivolgere alcune domande ai suoi autori; riguardo al personaggio di Yori, Hubert ha raccontato che il personaggio, nel primo capitolo, sarebbe dovuto essere un contraltare di Piccolo, dovendo in qualche modo spostare il “focus” dai giganti verso la nobiltà. Limando la storia, il personaggio appariva sempre meno, arrivando al punto di divenire il protagonista di un capitolo tutto suo. Esattamente come Piccolo, Yori è un uomo diviso, in questo caso diviso fra la nobiltà e la plebe, ma non solo; le sue azioni, almeno inizialmente, sono motivate dal sincero desiderio di dare una vita agiata alla propria madre, ma, passo dopo passo, a questo desiderio si sostituisce una brama di potere sempre più cocente. Brama che ovviamente gli si ritorcerà contro, trasformandolo in tutto quello che ha sempre odiato. Proprio come lo stesso Piccolo, anche Yori si ritrova infatti ad avere dei contrasti con il padre, fraintendendo i suoi sentimenti e arrivando ad odiare la nobiltà, una massa di persone viscide, pettegole, lussuriose.

Mai come prima d’ora, i disegni aiutano a rendere tangibile questa atmosfera. Bertrand Gatignol aveva già dato prova del suo talento, ma questo secondo volume è ben oltre le aspettative: se già precedentemente aveva avuto successo, ora il disegnatore riesce ad accostarci al punto di vista di Yori, ritrovandoci insieme a lui a varcare enormi portali, istoriati con statue di giganti mostruosi, ma anche castelli lussureggianti e magioni sfarzose. Ci si sente quasi schiacciati da questo senso di piccolezza.

Senza ombra di dubbio, la saga degli Orchi Dei è una delle letture più affascinanti che possiate fare guardando a tutti i titoli che arrivano nel nostro paese. Un pezzo alla volta, Hubert e Gatignol ci stanno immergendo sempre di più in questo grottesco mondo, mettendo in primo piano quella che è la natura animale dei giganti, ma anche degli uomini stessi.