Chi sono gli Inumani E cosa Sono diventati
Gli Inumani fin dalla loro creazione hanno presentato un concept misto di fantastico e fantascienza, Jack Kirby ha da subito deciso di differenziarli dagli X-Men, in modo da poter avere qualcosa di solido e non già visto e al contempo narrare storie che voleva e che con questi ultimi sarebbero state impossibili, a più di 50 anni dalla creazione gli Inumani sono tra i gruppi di eroi più esposti del Marvel Universe, ma agli inizi cos’erano?
Nati dalle modificazioni genetiche operate dai Kree sui primi homo sapiens, Gli Inumani hanno in fretta sviluppato abilità e poteri che i Kree stessi non potevano prevedere, isolati dal resto del mondo si sono nascosti sull’Himalaya, nella roccaforte di Attilan ,lì vi sono rimasti fino a quando non si sono incontrati con i Fantastici 4, ossia quando noi incontriamo questi superesseri per la prima volta.
Inumani Il Primo Contatto
Oggi però mi volevo concentrare su una miniserie del 1998 scritta da Paul Jenkins(Hellblazer, Wolverine Origins)e disegnata da Jae Lee, questa mini pubblicata sotto l’etichetta Marvel Knights segna il Primo Contatto di Inumani e popolazione mondiale con conseguente nascita di una situazione di crisi , ecco quindi che in fumetto Marvel torna a fare capolino la realtà e la politica che si mischiano con i supereroi e il fantasy(perché in questo caso è più giusto etichettare Gli Inumani come fantasy che come Fantascienza), ma Freccia Nera e la sua gente non dovranno affrontare solo minacce esterne, ma anche interne, che vengono dalla loro stessa famiglia.
Jenkins però consapevole che gli Inumani sono un popolo ancora molto sconosciuto alla maggior parte dei lettori di fumetti decide di concentrare una parte della trama al processo di Terrigenesi. L’autore infatti non si concentra solo sulla famiglia reale e sul conflitto, ma si concentra su Attilan, sulla popolazione di questa città e su come anche in una civiltà come questa che può sembrare “utopica” possano esserci dei grandi conflitti interni e delle differenze neanche troppo sottili tra classi sociali, ci propone una sorta di lotta di caste.
I toni che l’autore utilizza son epici e drammatici, le battaglie sono poche e veloci ma distruttive, sintomo di come questi esseri siano potenti e di come un solo loro battito d’ali o parola può portare a immane distruzione.
Ognuno dei 12 numeri mostra vari protagonisti che ci permettono di scoprire ogni segreto di Attilan, ci immergono nella storia senza mai farci sentire a nostra agio, anzi sentiamo un forte senso di inquietudine e disagio nel vedere certe “aree” di Attilan e certi “abomini” creati dalle nebbie terrigene, altro punto su cui Jenkins preme infatti è la pericolosità di questo processo, che sembra tanto inevitabile(essendo un rito di passaggio) quanto maledetto, Gli Inumani scelgono la terrigenesi , non ci nascono con questi poteri , quindi è a loro la scelta di sottoporsi o no a tale operazione.
La politica è un’altro elemento incredibilmente importante all’interno della storia, gli Inumani sono un popolo nuovo ma vecchio, un popolo di cui non si sa molto, un popolo non solo che spaventa i politici ma che ha segreti che vogliono carpire a tutti i costi.
I disegni di Jae Lee creano una atmosfera pesante e chiusa, che opprime il lettore quanto i personaggi. In questo fumetto si nota come il lavoro di simbiosi tra sceneggiatore e scrittore abbia portato grandi frutti, ad una serie che si dimostra molto lontana dai canoni Marvel, che costruisce qualcosa di nuovo e attuale, oggi come allora, un’opera piena di epicità e momenti drammatici, raccontati da didascalie e da silenzi.
I reali di Lee sono degli esseri solenni e mostruosi allo stesso tempo, la città di Attilan ha delle sembianze gotiche e sporche che non sembrano per nulla appartenere ad un fumetto Marvel quanto ad un fumetto Vertigo.
Jenkins e Lee insieme riescono anche ad inserire una lotta tra fratelli , molto teatrale, come è anche il modo di Maximus di sfidare Freccia Nera , che rimane impassibile davanti alle reazioni del fratello pazzo. Le azioni di Maximus sono precise e feroci, preparate con anticipo, Freccia Nera pare invece in balia della situazione, pare non sapere come affrontare la situazione e il lettore non riesce neanche a decifrare cosa pensa questo re, per il suo silenzio, per la sua solenne e minacciosa presenza ma anche e sopratutto per la cura che Jae Lee mette nel tratteggiare un sovrano sempre in ombra e segnato da un voto che ha radici nell’infanzia.
La morte è terribile, ma spesso è necessaria per la sopravvivenza dei più , è difficile riuscire a conciliare questo ma la vera domanda, quella più vera e più emotivamente distruttiva è posta da Freccia Nera al lettore,arriva in un momento in cui ci si interpella su cosa si ha appena visto e letto, è una vera e propria rottura della quarta parete ed è dannatamente vera.
“Che cosa diresti a questa bambina per spiegare tutto?”