Kirihito di Osamu Tezuka – Osamushi Collection | Recensione

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Kirihito

Oggi vi parliamo di “Kirihito”, ristampa della precedente edizione Hazard, uscito per la Tezuka (o se preferite Osamuhi) collection pubblicata dalla J-Pop. Osamu Tezuka (1928-1989) in gioventù venne chiamato col soprannome di Osamushi (da cui prende il nome la collana), fu l’inventore dello story manga e del primo anime;  in seguito alla vastità e qualità delle sue produzioni venne e viene tuttora considerato e soprannominato il Dio dei manga.

Kirihito” è un’opera scritta nel 1970, possiamo tranquillamente affermare che insieme a “MW” (1976) e “Ayako” (1972) rappresenta l’apice assoluto del periodo nel cui Tezuka scriveva opere molto “mature”; il che rende questi tre titoli dei must imperdibili, non solo per chi vuole leggere questo autore, ma in generale nel panorama manga. Tezuka in questo caso unisce la sua passione e conoscenza per la medicina a una storia matura, con numerose scene crude, colpi di scena e personaggi efficaci.

La vicenda ruota attorno ad una terribile malattia, denominata morbo di Monmo, in cui il corpo si paralizza, la forma delle ossa cambia, le ossa negli arti si atrofizzano e l’aspetto del malato diventa simile a quello di un cane; infine si muore per arresto respiratorio. La storia si base su pochi personaggi, ma tutti importanti: Kirihito, protagonista e medico che studia la malattia; Urabe, collega di Kirihito; Tatsugara, primario nel reparto dei due medici e Izumi, fidanzata di Kirihito. Il nostro protagonista parte verso Inugamisawa, posto dove si è manifestata la malattia per capire le cause; purtroppo contrae subito il morbo di Monmo.

Tema centrale per la maggior parte di quest’opera è il tormento del protagonista per la malattia; alla sua sofferenza fisica causata dal morbo si aggiungono la paura psicologica e i maltrattamenti che è costretto a subire a causa della sua diversità. In quest’opera è molto evidente il tema del razzismo: il considerarsi sopra a un’altra persona in apparenza più debole, alla paura del diverso, al compiere azioni terribili pur di sottomettere il malcapitato. Kirihito quando inizia ad assumere sembianze canine, viene infatti maltrattato, deriso, fino ad essere trattato al pari di una bestia; viene addirittura usato come fenomeno da baraccone per gli spettacoli.

Purtroppo per Kirihito questo è solo una parte delle difficoltà a cui andrà incontro; a queste bisogna aggiungere il contrasto con il primario, il quale sostiene che il morbo è un virus e non può mettere in discussione la sua tesi perché deve assolutamente fare bella figura per ottenere voti per essere eletto presidente dell’ordine dei medici, quindi disposto a tutto pur di avvalorare la sua tesi e pur di andare in contrasto con la tesi di Kirihito, che sostiene che il morbo è un’endemia (perché riscontrata anche in Africa, molto lontana dal Giappone) e viene dall’acqua, quindi non tramite contagio.

Urabe, collega di Kirihito, sembra lottare dalla parte di chi lotta per la verità ma anche lui è disposto a tutto pur di ottenere quello che vuole, in questo caso la fidanzata di Kirihito, Izumi; nel compimento del suo orribile crimine viene rappresentato dall’autore come un vero diavolo, così come abbiamo visto anche per l’antagonista in “MW”.

Osamu Tezuka riprende temi che abbiamo visto centrali anche in “MW” e “Ayako”:

  • Egoismo e crudeltà dell’uomo e del sua animo: abbiamo personaggi, in questo caso soprattutto il primario e il collega di Kirihito, disposti a tutto pur di raggiungere i loro obiettivi, senza porsi il problema di calpestare la dignità di altre persone.
  • Una realtà senza filtri: rappresentata dall’autore senza far troppo spazio a momenti di rilassamento e bontà d’animo; grazie a colpi di scena, crimini, tavole e disegni che si modificano e diventano più d’impatto nei momenti peggiori della storia.
  • Forte caratterizzazione dei personaggi principali: il protagonista viene messo in notevole difficoltà, spesso in situazioni estreme senza apparente via d’uscita, però non si dà mai per vinto e lotta fino alla fine; il protagonista è il modo di Tezuka per dare voce ai pensieri dell’autore: Kirihito è il simbolo della ricerca della verità, il contrastare e condannare ideologie terribili come il razzismo e relativi soprusi. Il protagonista è la vittima principale e simbolo della purezza d’animo.

Ancora una volta Tezuka ci dimostra come la società e l’uomo possano essere senza scrupoli, fin dove siamo disposti ad arrivare; evidenzia però anche il fatto che esistono persone, come il protagonista, che sono disposte a lottare perché hanno ancora bontà nella loro anima. “Kirihito” è un titolo da non perdere, che vi coinvolgerà e che vi farà riflettere.

I volumi sono presenti nelle fumetterie e presso i distributori online; tre volumi in grande formato, di 280 pagine, con sovracopertina e di ottima carta e fattura, al costo di 12€.

La Osamushi collection, edita da J-Pop, propone inediti e volumi pubblicati precedentemente da Hazard e altre case editrici del Dio dei Manga. Per questa collana sono attualmente usciti anche: “Barbara”, “I.L”, “Delitto e Castigo”, “Ludwig B”, “Melmo”, “Neo Faust”, “Il mondo in una bottiglia”, “Shinsengumi” (inediti, volumi unici), “I tre Adolf”, “MW”, “Ayako”, “Kimba”, “Don Dracula” (ristampe, in 2 volumi). Inoltre sono già stati annunciati gli inediti: “Ambassador Magma”, “Prime Rose”, “Clockwork Apple”, “Big X”, la ristampa della raccolta di storie “Sul fondo del cielo” e della serie più famosa di Tezuka e vero capolavoro “La Fenice”.