Basato sul romanzo vincitore del Premio Strega di Paolo Cognetti, diretto da Felix Van Groeningen (Alabama Monroe, Beautiful Boy) e dall’attrice e compagna di vita di Felix, Charlotte Vandermeersch qui in veste di co regista e sceneggiatrice, Le Otto Montagne è un racconto di formazione, di crescita, di amicizia e di perdita incastonato tra le possenti e meravigliose vette valdostane che arriverà al cinema a partire dal 22 dicembre, dopo aver vinto il prestigioso Premio della Giuria al 75° Festival di Cannes.

Pietro (Luca Marinelli) è un ragazzino un po’ solitario che vive a Torino. I suoi genitori vivono nella città portandosi dentro la nostalgia per la montagna in cui si sono conosciuti e innamorati e da cui il destino li ha allontanati. Quando affittano una casa a Grana, un paesino che si affaccia sul Monte Rosa, Pietro incontra Bruno (Alessandro Borghi), un ragazzino che pascola le mucche e conosce solo quel piccolo mondo. Nascerà fra loro un’amicizia profonda, di poche parole ma possente come la natura che fa da teatro alle loro avventure e he segnerà la vita di entrambi da bambini fino a uomini adulti.

Reduce dal Festival di Cannes dove la pellicola ha incontrato il plauso della critica, Le Otto Montagne è pronto per l’uscita in sala proprio nel periodo dell’anno più importante per il cinema, sfidando enormi produzioni d’oltreoceano come il già campione d’incassi Avatar: La Via Dell’Acqua (QUI la nostra recensione). Il cast e la produzione non sono però spaventati. Visto il rilascio del film in moltissime sale nazionali, il cast e la troupe affermano: “Le Otto Montagne è un film perfetto per il periodo natalizio, in cui più che mai si cerca calore e conforto”. Perché è questo che permea le due ore e mezza del film diretto da Groeningen e Vandermeersch. Dopo gli struggenti Alabama Monroe e Beautiful Boy con due straordinari Steve Carell e Timothée Chalamet, il regista belga sceglie il nord Italia per ambientare a adattare il romanzo di Cognetti, vincitore del Premio Strega nel 2017, che vede in quei luoghi tutta la poesia, la bellezza e la delicatezza che già aveva intriso le pagine dello scrittore milanese.

Dall’infanzia all’età adulta, l’indissolubile rapporto tra Bruno e Pietro resiste alle stagioni, agli anni, come una piccola piantina trapiantata in un luogo che non gli appartiene, che però con il tempo riesce a rinforzare le sue deboli radici. Alessandro Borghi/Bruno Luca Marinelli/Pietro sono il duo che accompagna lo spettatore durante il passaggio di tutti questi anni, scandito solo dal cambiare delle stagioni nella montagna selvaggia della Valle d’Aosta. Dopo Non Essere Cattivo, i cui i due attori si sono conosciuti e hanno stretto un profondo legame d’amicizia, la scommessa è stata vinta. La chimica tra i due è sensazionale e il Pietro e il Bruno descritti nelle pagine di Cognetti, da cui il film prende solo in parte le distanze, cercando di rimanere il più possibile fedele, prendono meravigliosamente vita con le loro interpretazioni. Nel cast anche un inedito Filippo Timi nei panni del padre di Pietro, un uomo all’apparenza freddo, rude, che sembra a suo agio solo nei sentieri di montagna in cui esce tutto il suo spirito umano.

A detta dei registi, nessuno schermo cinematografico sarebbe stato in grado di catturare la maestosità, la grandezza delle montagne e dei luoghi in cui il racconto è ambientato, motivo per il quale il duo ha deciso di sacrificare il formato cinemascope, per prediligere il 4:3 dove a risaltare è proprio la verticalità dell’immagine. Immagine incredibilmente affascinante dove su tutto spicca l’incredibile bellezza dei luoghi e i suo protagonisti messi al servizio della natura selvaggia. Tutti coloro che hanno apprezzato le pagine di Paolo Cognetti resteranno soddisfatti da questo adattamento che ha mantenuto intatti, anzi ha esaltato i sentimenti e le emozioni del romanzo grazie alle interpretazione di un cast ad hoc. Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch hanno in qualche modo ampliato la narrazione costruendo un racconto stratificato che non si sofferma solo ai due protagonisti ma investe tutti coloro che entrano in loro contatto, approfondendo i legami famigliari, di amicizia e interpersonali. Anche laddove sono presenti momenti apparentemente morti, il film crea una liaison tra lo spettatore e la natura volto ad innalzare quel legame all’apparenza indissolubile.

Le Otto Montagne è prima di tutto un racconto sull’amicizia. Un’amicizia di due bambini, ragazzi e poi uomini, pura e delicata, un’amicizia non conforme alle regole, non convenzionale. Delicato e struggente nella messa in scena e calibrato e commovente nelle interpretazioni, il film è una delicata coccola perfetta sì per il periodo natalizio, ma anche per tutto l’anno, dove rifugiarcisi sarebbe come trovare conforto in una baita di montagna dopo una lunga giornata quando fuori impazza la tormenta.


Le Otto Montagne arriva al cinema il 22 dicembre. Ecco il trailer del film:

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