Marriage Story di Noah Baumbach | Recensione | Speciale Venezia 76

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Marriage Story

Il Festival di Venezia di quest’ anno sembra essere propenso ai family drama: così come La verità, tanche Marriage Story, in italiano “Storia di un matrimonio” sembra continuare sul trend che sta caratterizzando la manifestazione veneziana.

Film prodotto da Netflix e diretto da Noah Baumbach, narra il divorzio tra Nicole (Scarlett Johansson) e Charlie (Adam Driver), una coppia di artisti (rispettivamente attrice e regista teatrale) in bilico per via di una mancata “attenzione”. Marriage Story

Il cast holliwoodiano rende la pellicola di una qualità eccelsa, la vita matrimoniale ben organizzata e contraddistinta da una forte contraddizione tra cuore e cervello vi incanterà e vi farà soffrire con i due protagonisti.

Scarlett Johansson rimane una dolcissima goccia d’acqua fredda, distrugge, grida, piange ma poi ritorna più malinconica di prima. La sua dedizione alla parte sembra esser profonda, come se tutto ciò che trasmette fosse la reale concezione di ciò che è anche nella vita reale.

Adam Driver non delude le solite aspettative da showman: infatti, nella pellicola lo si può notare più irriverente del solito, con un’ottima psicologia interiore che va ad emergere in scene distruttive e snervanti! Il suo personaggio ha un’ evoluzione che va a toccare le corde del proprio io interiore, creato come un feto che va, pian piano, a risultare sempre più un “uomo” a tutti gli effetti.

L’aspetto più rilevante del film è di certo la sceneggiatura, ricca di dialoghi e stracolma di linfa vitale: vi disturberà la totale perfezione che si può notare all’interno di essa. A tratti è sembrata una danza perfetta, tutto con un preciso ritmo e nessuno fuori dal coro.

Marriage StoryAd incorniciare questo dono così elegante troviamo una regia impeccabile, “semplice ma efficace”, una giusta combinazione tra primi piani di disperazione, mezzi busti di felicità e long take che vanno ad elencare le movenze quotidiane. Nei passaggi tra una sequenza e l’altra va a farsi notare il sound designer, che gioca un ruolo impeccabile nella pellicola; una soundtrack che richiama in modo evidente le commedie anni ’70 con un malinconico motivetto.

Marriage Story, un film molto atteso e circondato da tante perplessità per via della produzione “netflexiana”,  riesce ad uscire in modo affermato dalla triste lista digitale. Una pellicola pulita, stratificata nella lente e intensa, carica di emozioni mai banali.