MW di Osamu Tezuka – Osamushi Collection | Recensione

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MW

Quest’oggi vi parliamo di MW, raccolto in due volumi, storia recentemente pubblicata per la Tezuka (o se preferite Osamushi) collection pubblicati da J-Pop.

Osamu Tezuka (1928-1989) in gioventù si fece chiamare anche Osamushi (da cui prende il nome la collana, in seguito alla sua scoperta di un particolare tipo di scarabeo), fu l’inventore dello story manga e autore del primo anime;  in seguito alla vastità (oltre 400 volumi) e qualità delle sue produzioni venne e viene tuttora considerato e soprannominato “Manga no Kamisama” ( il Dio dei manga).

La storia è stata pubblicata nel 1976, ma come sempre Tezuka ci ha abituato che le sue storie sono eterne per il modo in cui riesce ad affrontare la storia; in questo caso abbiamo un thriller psicologico e spietato che non si pone limiti, scopriamo insieme perché.

La storia è ambientata nel 1975, ma conviene iniziare a raccontare le vicende accadute 15 anni prima: nel 1960 al largo di Okinawa, sull’isola di Okinomafune, Joe e la sua banda di delinquenti, arriva per trovare un posto per formare una comunità; passatempo preferito di questi ragazzini è derubare un villaggio di pescatori e molestare i suoi abitanti. Sull’isola arriva anche Michio, un ragazzo ricco e innocente “come una ragazza” (definito dallo stesso Joe), che deve fare rifornimento di acqua; il povero Michio diventa oggetto di molestie da parte della banda. Un giorno Joe ha il compito di sorvegliare Michio in una grotta (nascondiglio dei delinquenti), e proprio questa sarà la loro salvezza e condanna: infatti sarà proprio il rifugio a farli sopravvivere alla strage: l’isola infatti era una deposito di un gas letale chiamato MW, che era stato progettato dagli americani per essere usato in Vietnam; accidentalmente si ha una perdita di questo gas che ha come conseguenza lo sterminio di tutta l’isola, con l’eccezione di Michio e Joe.

Tezuka alterna spesso la narrazione di questo flashback, svelando altri retroscena, al momento in cui è ambientata la storia, cioè 15 anni dopo, dove ci fa vedere come si sono trasformati i protagonisti.

Michio Yuki è un uomo popolare e di successo che lavora in banca, questa in realtà è solo apparenza perché viene raffigurato come la personificazione del diavolo in persona; infatti è un abile manipolatore delle persone, rapisce, tortura e uccide persone senza farsi scrupoli pur di arrivare al suo scopo, cioè scoprire chi è il responsabile dell’insabbiamento dell’incidente del gas MW;  ma sarà questo il suo unico obiettivo? Joe invece subisce una trasformazione opposta, infatti diventa un uomo di chiesa prendendo il nome di Don Garai. Il prete è ossessionato dal ricordo dei morti avvenuti nell’incidente, pensa inoltre che il gas abbia avuto effetti sulla coscienza di e morale di Michio, che il demonio sia entrato nel suo cuore; il suo obiettivo diventa quindi quello di salvare l’anima dell’amico, senza consegnarlo alla giustizia perché “cosa è bene e cosa è male non spetta agli uomini deciderlo”. Fino a qua vi sembra tutto normale?

In realtà i due protagonisti sono legati da ben più che una semplice amicizia: l’autore infatti rivela in uno dei flashback che Joe era stato attratto da Michio proprio quando si erano rifugiati nella grotta e aveva adescato il ragazzo più giovane convincendolo a un’unione fisica. Questo rapporto d’amore continua anche nel presente, però è Michio che, da abile manipolatore, continua ripetutamente a sedurre sessualmente Joe; lo coinvolge inoltre nei suoi reati chiedendo il suo aiuto e facendolo sentire in colpa. Questo è solo l’inizio, Tezuka infatti ha molto altro da dire e molti colpi di scena da mostrarci in questa spirale di morti per giungere alla verità. La forza di questo racconto, come anche per “Barbara”, è la caratterizzazione dei personaggi presentandoli in maniera non banale e rendendo la storia molto psicologica; riesce a creare un personaggio senza scrupoli, probabilmente il personaggio più “demoniaco” di Tezuka, che ha un’unione molto stretta con un uomo dall’animo buono, che invece presenta molti dubbi e tormenti e cerca di salvare l’amico “cattivo” a suo modo.

Il dinamismo della narrazione e delle tavole inoltre favoriscono una lettura fluida, ma d’impatto nei momenti topici del racconto, come la strage del gas MW o i vari crimini architettati da Michio. La forza di Tezuka in questo racconto è proprio il non porsi limiti, l’autore riesce a raccontare la crudeltà dell’animo umano mostrandoci una storia d’impatto che non dà spazio a momenti di pietà. L’autore vuole mostrare come si può reagire in maniere totalmente differente a un trauma subito, perché l’animo umano è imprevedibile e ogni persona è diversa dall’altra.

I due volumi che presentano la storia completa sono già disponibili nelle fumetterie e presso i distributori online; volumi usciti in grande formato, 300 pagine circa con sovra copertina e di ottima carta e fattura, al costo di 12€. La Osamushi collection, edita da J-Pop,propone inediti e volumi pubblicati precedentemente dalla Hazard del Dio dei Manga. Per questa collana sono attualmente usciti anche: Barbara, I.L (entrambi volumi unici di cui trovate la recensione sempre su Redcapes), i Tre Adolf (2 volumi). Sono già stati annunciati inoltre per gennaio: Delitto e castigo, Neo Faust, Melmo (tutti e tre volumi unici e inediti in Italia).

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