Bloccato, rimandato due volte a causa della pandemia, per il venticinquesimo film di James Bond sembrava non esserci pace. Dopo un periodo davvero particolare per la pellicola e per il cinema in generale, No Time To Die, uno dei film più attesi del 2020, ora del 2021, arriva finalmente nelle sale cinematografiche a partire dal 30 settembre, e come dice Daniel Craig: “il film va visto al cinema, nel posto in cui gli appartiene”. Ed è proprio così, la pellicola di Cary Joji Fukunaga è una gioia per gli occhi e per le orecchie da gustarsi sul miglior schermo possibile. Abbiamo visto No Time To Die all’anteprima nazionale e questo è il nostro parere rigorosamente “#NoTimeForSpoilers” come chiesto dalla produzione e da Craig stesso!

Nel venticinquesimo film della saga di James Bond, l’agente 007 (Daniel Craig) ritiratosi dal lavoro per godere appieno della sua “pensione,” tenta di godersi la vita con l’amore della sua vita Madeleine (Léa Seydoux) ma il passato sembra riportarlo sui suoi passi. Quando l’amico Felix Leiter (Jeffrey Wright) chiede il suo aiuto per salvare lo scienziato Waldo Obruchev (David Denick), James riparte all’azione, scoprendo però che l’MI6 l’ha ormai rimpiazzato con la giovane agente doppio zero Nomi (Lashana Lynch). Non particolarmente felici della collaborazione i due agenti si metteranno sulle tracce di una minaccia globale legata ad un antico nemico di Bond, la SPECTRE, ma anche al passato di Madelaine. Dietro a tutto si cela il misterioso Lyutsifer Safin (Rami Malek) affiliato proprio della SPECTRE e terrorista che ha in mente un piano per la distruzione di parte del pianeta.

No Time To DieNonostante qualche fuga di notizie, qualche anticipazione e qualche piccolo spoiler uscito nei mesi precedenti al rilascio della pellicola, No Time To Die, ultima fatica del regista Fukunaga, riesce da subito a mantenere quello che aveva promesso: sorpresa, sorpresa, sorpresa.

Il nuovo film dell’agente doppio zero atteso ormai da un anno e mezzo, è il primo diretto dal regista Cary Fukunaga dopo la pesante eredità di Sam Mendes, che in qualche modo aveva trasformato questo genere di pellicole in qualcosa di più autoriale. Fukunaga prende in mano tutto quello che erano stati i precedenti film di James Bond con Daniel Craig (e non solo) per creare insieme ad un team di sceneggiatori d’eccezione tra i quali: Fukunaga stesso, Robert Wade e Phoebe Waller-Bridge, una conclusione degna di nota di un’era partita nel 2006 con Casino Royale quasi un po’ per sfida, trasformandosi però nella versione più apprezzata dell’agente 007.

Come è logico e giusto aspettarsi visti gli sceneggiatori, No Time To Die prende il meglio del mondo creato da Ian Fleming e dai film precedenti, per architettare una conclusione d’impatto e incisiva che riesce a mantenere alta la qualità, andando ad affrontare temi importanti e davvero contemporanei. Sicuramente il rapporto di James con il mondo femminile in questo nuovo progetto è portato all’ennesima potenza. L’agente di Sua Maestà è contornato da un’ampia rosa di personaggie capaci di trasmettere lui emozioni e lezioni diverse. A partire dalle già presenti Madelaine/Seydoux e Moneypenny/Harris, ai nuovi ingressi: Paloma (Ana de Armas) giovane bond girl alle prime armi la prima, che darà non poco filo da torcere a James, Nomi/Lynch nuovo agente 007, incaricato da M (Ralph Phinnes) a sostituirlo, e una nuovissima figura che non vi sveleremo perché.. #NoTimeForSpoilers!

No Time To DieTecnicamente il film di Fukunaga è ineccepibile. La prima parte, più dinamica ed action, è seguita da un secondo atto più introspettivo e drammatico. Sceneggiatura e regia si supportano a vicenda, creando una pellicola dalla durata davvero mastodontica (2.43h) un film fatto di tanti altri piccoli micro film al suo interno. Da momenti drammatici, a irriverenti (stiamo parlando forse della pellicola più ironica dell’era Craig, la mano di Waller-Bridge c’è e si nota tutta), da scene emozionanti a sequenze adrenaliniche (la scena di apertura girata a Matera e in Puglia vale la visione al cinema) No Time To Die non lascia indifferenti.

Sam Mendes dopo il bellissimo Skyfall e il meno riuscito Spectre (non per la regia quanto per la sceneggiatura) lascia lo scettro da regista a Fukunaga, perfettamente a suo agio con un progetto del genere, dal budget di “soli” 300 milioni di dollari. Regia, montaggio e soprattutto montaggio sonoro e musiche, affidate ad Hans Zimmer decisamente sfrenato quest’anno dopo la bellezza della soundtrack di Dune, sono una gioia per occhi e orecchie. Menzione d’onore alla bellissima “No Time To Die” colonna sonora cantata da Billie Eilish e scritta insieme al fratello Finneas, che apre i titoli di testa. Dopo Skyfall di Adele, per il film Skyfall (premio Oscar) e Written in the Wall di Sam Smith per Spectre, anch’essa candidata all’Oscar. Che sia in arrivo quest’anno una candidatura anche per la bravissima Eilish? Ce lo auguriamo!

Come in ogni film di Bond che si rispetti, almeno degli ultimi, la produzione si sposta in varie parti del mondo. Si torna in Italia, e dopo esser stati a Venezia in Casino Royale, a Roma in Spectre, ora è la volta di Matera e di Gravina (in cui è girata la scena “del ponte”). Ma non si ferma qui, James viaggia da Londra alla Jamaica, da Cuba alla Norvegia, mettendo in primo piano, come al solito, la magnificenza delle location stesse che si fanno vere e proprio protagoniste dalla scena.

Come però a volte capita con i capitoli conclusivi, la fretta di voler aprire e chiudere più archi narrativi porta ad un risultato che se nel complesso è decisamente ottimo, nel dettaglio potrebbe far storcere il naso. Come detto in precedenza, vista la notevole lunghezza del film, sono diversi i momenti in cui viene narrata una storia nella storia, facendo di alcuni archi narrativi, anche interessanti, un pretesto per mandare avanti la narrazione. Il capitolo conclusivo di 007, attinge dall’ormai iconica mitologia di quest’era Bond, riportando in campo alcune vecchie conoscenze, inserite più come un addio che come valenza narrativa. Insomma l’effetto “minestrone” è in parte evitato, ma in parte inevitabile.

No Time To DieNo Time To Die va a chiudere un’era di James Bond partita un po’ come una scommessa, non sotto ad una buona stella, che però ha completamente rivalutato ed innalzato l’amore per l’agente di Sua Maestà. Dopo l’impianto più autoriale di Sam Mendes, Cary Fukunaga confeziona un film action da manuale, coadiuvato da una buona sceneggiatura che però pecca a volte di retorica o del classico errore, evitabile, del “minestrone” di fine saga. Nonostante questo il film è una gioia per gli occhi e per le orecchie. Irriverente, emozionante ed esaltante, No Time To Die è un film fatto per la sala cinematografica dove è possibile godere di un’esperienza immersiva a tutto tondo che sarà capace di nascondere quei difetti meno evidenti.


No Time To Die, arriva in Italia il 30 settembre distribuito da Universal Pictures, solo al cinema. Ecco il trailer italiano del film:

RASSEGNA PANORAMICA
No Time To Die
7.5
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
no-time-to-die-di-cary-fukunaga-il-canto-del-cigno-dello-007-di-daniel-craig-recensioneNo Time To Die va a chiudere un’era di Bond partita un po’ per scommessa, non sotto ad una buona stella, che però ha completamente rivalutato ed innalzato l’amore per l’agente di Sua Maestà. Dopo l’impianto più autoriale di Sam Mendes, Cary Fukunaga confeziona un film action da manuale, coadiuvato da una buona sceneggiatura che però pecca a volte di retorica o del classico errore, evitabile, del “minestrone” di fine saga. Nonostante questo il film è una gioia per gli occhi e per le orecchie. Irriverente, emozionante ed esaltante, No Time To Die è un film fatto per la sala cinematografica dove è possibile godere di un’esperienza immersiva a tutto tondo che sarà capace di nascondere quei difetti meno evidenti.

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