Scrivere dei primi anni di attività di un super-eroe non è una cosa semplice. Raccontare gli albori di un personaggio, mostrando il modo in cui sono nate tutte le caratteristiche che lo rendono un’icona, è un compito al quale solo pochi artisti di rinomato talento riescono a ottemperare.
Matt Wagner rientra sicuramente nella casistica sopracitata. La serie “Batman: Luna Oscura” (“Batman: Dark Moon Rising“), composta dalle mini-serie: “Batman e gli Uomini Mostro” (“Batman & the Monster Men,” Gennaio 2006 – Giugno 2006) e “Batman e il Monaco Pazzo” (“Batman and the Mad Monk,” Ottobre 2006 – Marzo 2007), cronologicamente si interpone tra gli eventi narrati in “Batman: Anno Uno” (“Batman: Year One,” Frank Miller, David Mazzucchelli e Richmond Lewis, Febbraio 1987 – Maggio 1987) e quelli di “Batman: L’uomo che ride” (“Batman: The Man Who Laughs ,” Ed Brubaker, Doug Mahnke e David Baron Febbraio 2005).
Per un autore qualunque, porre una propria serie in mezzo a due pietre miliari della mitologia del Cavaliere Oscuro, sarebbe quantomeno rischioso ma Wagner, oltre a 23 anni di onorata carriera nel mondo dei fumetti, aveva già alle spalle “Batman/Superman/Wonder Woman: Trinità” (“Batman/Superman/Wonder Woman: Trinity,” Giugno 2003 – Novembre 2003), dove l’autore, dando riprova della sua abilità, raccontava del primo team-up della trinità dell’universo DC.
Luna Oscura, in entrambe le sue parti, è una serie perfetta sotto ogni punto di vista.
Wagner non ha semplicemente inserito la sua run in mezzo a eventi già presenti nella continuity, bensì, ha creato due archi narrativi in cui la “golden age” si mescola alle atmosfere noir proprie di un Batman più moderno.
Batman e gli Uomini Mostro è una rivisitazione di “Dr. Hugo Strange and the Mutant Monsters,” una storia apparsa nel primo numero della testata di Batman, datato 1940. Nella versione di Wagner, gli Uomini Mostro rappresentano il primo nemico sovra-umano affrontato dal Cavaliere Oscure che, fin ora, ha preso a pugni solo sgherri della mafia e criminali da strada.
Allo stesso modo, Batman e il Monaco Pazzo ci presenta la prima nemesi sovrannaturale del Crociato Incappucciato. In questo caso però, non si parla di una sorta di reboot, ma di un omaggio ad una storia pubblicata nei numeri 31 e 32 di “Detective Comics” del 1939 intitolata “Batman Versus the Vampire” dove, per l’appunto, Batman affrontava un vero e proprio vampiro (nella versione moderna la cosa è più complicata), intenzionato a pasteggiare con il sangue della fidanzata di Bruce Wayne: Julie Madison.
Parte del fascino di Luna Oscura, deriva certamente dal modo in cui Wagner ha legato questa run al resto della continuity. Contestualizzare gli eventi narrati in un punto preciso della timeline, è solo un effetto secondario dei richiami ai sopracitati Anno Uno, L’uomo che ride e alle altre celebri run del Cavaliere Oscuro.
Lo scopo principale di Wagner è quello di mostrare il tassello mancante nell’evoluzione psicologica dei protagonisti: in che modo Jim Gordon e Batman sono arrivati al loro rapporto di lavoro/amicizia? In che modo Bruce arriva a capire come relazionare la propria vita privata, la sua immagine pubblica e la sua “missione?” Chi ha pensato ad attaccare degli spoiler a forma di ali di pipistrello alla Bat-mobile (no, davvero, spiegano anche questo)?
Wagner non lascia nulla al caso e non trascura nessun personaggio o sfaccettatura dello stesso, mostrandoci un’immagine completa ed esaustiva di una Gotham City in piena evoluzione. Le atmosfere, i personaggi e la loro psicologia: Wagner ha costruito un perfetto tassello della continuity di Batman, godibile sia da un pubblico di esperto che da dei lettori neofiti.
In perfetto equilibrio tra la golden age super-eroica più pura, il noir anni ’80 e l’horror classico degli anni ’40, Luna Oscura è una run ben riuscita che va dritta all’obbiettivo, ampliando l’universo del Cavaliere Oscuro in modo elegante e per nulla banale.
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