All’alba degli anni novanta la dirigenza Marvel chiese a Jim Starlin, che all’epoca stava lavorando per la DC Comics, di tornare per lavorare nuovamente al personaggio di Thanos. Così agli inizi degli anni 90, sulle pagine di Silver Surfer #34, con i disegni di Ron Lim, Starlin fece tornare in vita il Folle Titano.
Il ritorno di Thanos è voluto dalla Morte stessa. Come spiegano i suoi servitori, nell’universo l’equilibrio tra vita e morte si è rotto, ed è per questo che il Titano deve eliminare metà della vita dall’universo. Nel suo eterno e mai ricambiato amore verso la Morte trova subito come compiere questo compito. Impadronirsi di sei manufatti dai poteri straordinari, di cui aveva già fatto uso ma senza comprenderne il pieno potenziale, le Gemme dell’Anima.
Ed è così che, nella miniserie in due numeri Thanos Quest, questi manufatti non sono altro che le sei Gemme dell’Infinito, con un misto di forza bruta, ingegno e anche vile inganno Thanos strappa le gemme ai loro possessori: l’Intermediario (Anima), il Campione dell’Universo (Potere), il Giardiniere (Tempo), il Corridore (Spazio), il Collezionista (Realtà) e il Granmaestro (Mente).
Il Titano Pazzo riunisce le gemme nel potente Guanto dell’Infinito, l’onnipotenza nelle sue mani.
La miniserie in sei numeri il Guanto dell’Infinito può essere considerata il primo grande evento estivo della Marvel. Oltre ai sei numeri, scritti di Jim Starlin e disegnata da George Perez, sostituito da Ron Lim per gli ultimi numeri, gli effetti della follia di Thanos si ripercuotono sulle testate dell’epoca sotto forma di numerosi tie-in.
Thanos è sempre impegnato ad impressionare la Morte e le costruisce un enorme santuario, un altro vano tentativo per conquistarla. Il Titano porta dunque a termine il suo compito, con uno schiocco di dita pone fine a metà della vita presente dell’universo. I rimanenti eroi presenti sulla Terra cercano immediatamente di capire cosa sia successo, e Adam Warlock, che avvertito da Silver Surfer del pericolo era tornato dal mondo all’interno della Gemma dell’Anima, li prepara per una battaglia disperata. Ma i supereroi non sono altro che misere pedine sulla scacchiera, e il vero gioco si svolge altrove. Le entità cosmiche dell’universo Marvel, Eternità, Galactus, Lo Straniero, Kronos, Eon, Maestro Ordine e Lord Chaos e le Entità di Amore e Odio si riuniscono di fronte al Tribunale Vivente per chiedergli di porre fine alla follia di Thanos, ma questi si rifiuta di intervenire, giudicando l’impresa di Thanos mera selezione naturale.
Si aprono quindi le porte alla battaglia, i potenti eroi della Terra vengono velocemente sconfitti, e le entità cosmiche facilmente imprigionate. È in un momento di apparente superbia che si gioca la caduta di Thanos. Nebula, una delle figlie del Titano, riesce a prendere possesso del guanto e si appresta ad una vendetta spietata.
Warlock, soccorso il folle titano, gli rivela una sconvolgente verità: Thanos non si è mai davvero ritenuto degno di tale potere, ed è così che subconsciamente ha finito per perderlo.
Nella battaglia finale contro Nebula, Thanos sembra togliersi la vita, mentre Adam, sfruttando il legame con la Gemma dell’Anima, riesce a prendere possesso del guanto, ponendo fine al conflitto.
Nell’epilogo, vediamo Thanos trascorrere la sua vita come fattore, non più alla ricerca del potere assoluto e dell’amore della Morte, che ha compreso essere irraggiungibile, ma a contemplare la sua esistenza e il suo ruolo nell’universo.
La miniserie ottenne un successo incredibile, e per l’estate successiva, nel 1992, uscì il secondo capitolo della trilogia, La Guerra dell’Infinito, sempre di Jim Starlin e Ron Lim, accompagnato da un numero ancora maggiore di tie-in, presenti su quasi ogni testata dell’epoca.
Occorre fare una piccola premessa: Adam Warlock, preso possesso del Guanto dell’Infinito, aveva espulso la sua parte buona e la sua parte malvagia, pensando che fosse la via migliore per usare tale potere saggiamente e equamente. Le entità cosmiche non lo reputarono comunque degno di possedere un potere sconfinato, non essendo un essere divino, e, sulle pagine di Adam Warlock e la Guardia dell’Infinito, ordinarono che le gemme fossero divise tra sei individui. Inoltre il Tribunale Vivente decretò che non fosse più possibile unirne i poteri, depotenziandole.
Qualcosa si muove però nell’ombra, Eternità si trova infatti in uno stato catatonico e la persona dietro a tutto ciò si rivela essere nientemeno che il Magus, la parte malvagia di Warlock, o quantomeno una sua nuova incarnazione generata dalla parte malvagia precedentemente espulsa dall’uomo perfetto. Costui ha infatti riunito cinque unità di contenimento cosmiche, meglio conosciute come Cubi Cosmici, e vuole riplasmare l’universo a sua immagine e somiglianza, unendolo ad un’altra realtà. Per portare a termine il suo piano Magus sfrutta anche diversi Doppleganger dei supereroi terrestri e di Thanos stesso.
Mentre gli eroi sono impegnati coi loro doppi, il Dottor Destino e Kang il Conquistatore cercano di impadronirsi del potere del Magus, pronti a saltarsi alle spalle appena raggiunto lo scopo.
Il piano di Magus sembra essere inarrestabile, e Warlock e il Guanto dell’Infinito vengono catturati. La base dei Doppleganger viene tuttavia attaccata contemporaneamente dagli eroi terrestri e da Destino e Kang, inoltre qualcuno trafuga i cinque Cubi Cosmici che davano potere e protezione al Magus. La sua intricata tela però non viene spezzata, Eternità infatti, dopo essersi risvegliato, ridona potere al Guanto dell’Infinito, per sconfiggere la minaccia, non sapendo che esso è tra le mani del malvagio doppio di Warlock. Thanos, che pur di non vedere nessun altro distruggere il suo universo ha nel frattempo aiutato Adam, e riesce a distrarre Magus al punto da permettere a Warlock di toccare il guanto e liberare una fusione delle entità Eternità ed Infinito, che prontamente spediscono il Magus nel mondo all’interno della Gemma dell’Anima.
Il folle titano rivela però che il guanto non è mai stato completo nelle mani del doppio, la vera gemma dell’anima è infatti ancora nelle mani del sesto misterioso membro della Guardia dell’Infinito.
Del Magus non rimane che un’ombra nel mondo dell’anima, un frammento di Warlock impossibilitato ad interagire con gli altri esseri presenti nella gemma.
La pace è però ben lontana. L’identità di chi ha rubato le cinque unità di contenimento cosmiche è ancora ignota così come i suoi scopi sono ignoti…
Arriviamo all’estate del 1993. La parte finale della trilogia può essere definita un vero e proprio crossover, oltre ai sei numeri della miniserie principale, disegnata da Ron Lim, la storia si articola infatti anche in Warlock e the Infinity Watch e Warlock Chronicles, oltre ai soliti tie-in sulle altre testate della Casa delle Idee.
Scopriamo immediatamente chi ha sottratto i cinque cubi cosmici: la Dea, ovvero la parte buona di Adam Warlock, che è arrivata a riunire ben trenta unità di contenimento cosmico.
Il suo piano non è tuttavia malvagio, quantomeno nel fine. Inizia soggiogando alcuni eroi al suo volere, Moondragon, Thor e Tempesta solo per citarne alcune, con la promessa di agire per un bene superiore, portando la pace nella Galassia e trasportandoli sul pianeta da lei creato, Paradiso Omega. E infatti non solo sulla Terra ma nell’intera galassia che sembra che tutti abbiano abbandonato qualsiasi cattiva intenzione, solo gli eroi che non sono stati rapiti riescono a capire che qualcosa non quadra, e puntato ad assaltare Paradiso Omega.
Il piano della Dea però si spinge oltre, grazie alla fede degli esseri viventi della galassia, un potere superiore persino a quello del Tribunale Vivente, può aggirare il limite di potere dei Cubi Cosmici, adesso riuniti in un grande Uovo Cosmico, per portare la galassia all’Estasi.
Adam Warlock si mette subito ad indagare sullo scopo finale della sua parte buona e femminile, grazie anche all’aiuto di Thanos, nuovamente antieroe della situazione, che raduna i difensori della Terra.
Grazie agli eroi infatti i due riescono a distruggere le difese di Paradiso Omega e ad attaccare frontalmente la Dea. È qui che essa rivela il suo fine ultimo, eliminare tutta la vita senziente dalla galassia, poiché solo così il male può essere completamente estirpato, ed in una serie di tavole apocalittiche tutte le stelle della galassia esplodono, annientando tutto…
Ma ciò non è altro che un’illusione che Warlock è riuscito a creare all’ultimo minuto. Svelati i suoi piani tutti i seguaci della Dea smettono di avere fede in lei, facendole così perdere la capacità di modificare la realtà tramite l’Uovo Cosmico. E infine, dopo un poderoso scontro mentale e fisico, anche lei viene intrappolata all’interno della gemma dell’Anima, anche lei un’ombra in quella realtà altrimenti paradisiaca.
La figura di Thanos è assoluta protagonista nella prima miniserie. Starlin ci mostra un personaggio ossessionato dal suo amore per la Morte, un amore che non viene mai ricambiato e anzi rifiutato, che lo porta alla ricerca del potere assoluto come soluzione a questo rifiuto. E tuttavia vediamo infine Thanos realizzare che non tutto è raggiungibile, e che anzi forse non è neanche degno di raggiungere ciò che desidera. È per questo che alla fine del sesto numero troviamo un personaggio profondamente cambiato, che deve capire il suo ruolo nell’universo, capire se deve esserne necessariamente il distruttore o se ne è il salvatore. Ed è proprio in questo ultimo ruolo che lo vediamo nelle miniserie successive, in cui sebbene continui ad agire ritenendo che il fine giustifichi i mezzi e dando l’impressione di agire in ultima istanza solo per i suoi scopi è evidente che gli schemi machiavellici del titano nascondano un fine quasi nobile.
È invece su Adam Warlock che il focus si sposta nei capitoli successivi della trilogia. Anche lui, come Thanos, è un mortale che cerca di porsi come divinità. E sebbene i suoi scopi siano benevoli lo fa andando a rinnegare la propria natura e separandosi da essa nel momento in cui ritiene di dover farsi carico del potere assoluto. Nel momento in cui Warlock si separa dal Male e dal Bene non solo libera due entità estreme, ma nel caso della Dea anche una parte di sé stesso estremamente repressa, e anche per questo rappresentata in forma femminile. Solo la realizzazione che le diverse tendenze dell’anima non vanno rinnegate ma abbracciate lo porteranno infine a trovare la forza di salvare l’universo.
Il concetto di estremo e di assoluto è un tema ricorrente nelle tre serie, l’estremo ci viene sempre mostrato come qualcosa di negativo, non solo nei doppi di Warlock, che ci mostrano come anche il bene se portato all’eccesso porta portare unicamente alla distruzione, ma nelle stesse Entità Cosmiche, come Eternità e il Tribunale vivente, che nonostante il loro potere illimitato risultano spesso incapaci di evitare che la realtà venga messa in pericolo.
In conclusione, in tutta la trilogia Starlin riesce a proporre una storia estremamente tridimensionale e piena di sfumature, in cui la maggior parte degli eroi sono quasi un contorno, utilizzato soltanto per riflettere su personaggi decisamente più complessi come Adam Warlock e Thanos, ma soprattutto sulla natura umana e dell’universo.
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