La saga cinematografica di Alien è senza ombra di dubbio non solo une delle più amate dai fan della fantascienza e dell’horror, ma anche una delle più influenti non solo dal punto di vista cinematografico ma dal punto artistico in generale: basti pensare a quanti disegnatori e scrittori sono rimasti folgorati dalla creatura dello Xenomorfo, nata da un’idea del geniale del nostro Carlo Rambaldi e ovviamente di Hans Ruedi Giger. Quindi possiamo ben immaginare quanto scalpore e fermento possa aver generato l’annuncio di un nuovo capitolo della saga, Alien: Covenant, in arrivo il prossimo 11 Maggio 2017 e i cui primi trailer ci lasciano davvero ben sperare.
Ma Alien non è solo un film: come per ogni grande saga che si rispetti, anche quella di Ridely Scott ha vantato una trasposizione a fumetti, uscita in concomitanza con il primo film nel 1979 e che raccontava per filo e per segno la stessa storia. Da allora, è proprio il caso di dirlo, ne è passata di acqua sotto i ponti, e anche in occasione del prossimo Covenant la Dark Horse ha annunciato diverse serie legate non solo ad Alien, ma anche al suo prequel Prometheus, uscito nel 2012; e dobbiamo ringraziare i ragazzi di Saldapress che non solo porteranno in Italia questi nuovi titoli, ma andranno anche a recuperare il primo sequel ufficiale, Aliens, realizzato nel 1988 da Mark Verheiden e da Mark A. Nelson, che va a raccontare cosa accadde 10 anni dopo la fine di Alien: Scontro Finale. Vi abbiamo già parlato ieri della serie spillata Aliens, che raccoglierà tutte le migliori miniserie ambientate nell’Aliens Universe di recente pubblicazione, mentre in questa sede ci occuperemo di Prometheus: Fire and Stone, primo di cinque volumi la cui trama orizzontale si dipana attraverso le ambientazioni di Prometheus, Aliens, Predator e Alien vs Predator, in uscita nelle fumetterie di tutta Italia il prossimo 7 aprile 2017.
Come suggerisce il titolo, ci troviamo collocati a livello temporale dopo gli eventi della pellicola omonima del 2012, ovvero quando nel 2089 il magnate Peter Wayland finanziò una spedizione nello spazio con lo scopo di indagare sui misteriosi Ingegneri, i presunti responsabili della nascita della vita umana sulla Terra. La nostra storia parte invece nel 2219, quando un’altra spedizione viene incaricata di recuperare alcuni rottami di una nave spaziale su di un misterioso pianeta; subito ci vengono presentati i numerosi componenti dell’equipaggio della Helios, come il ligio capitano Angela Foster, l’addetta alle riprese e alla documentazione Clara Atkinson, il capo della sicurezza Galgo Helder, l’astrobiologo Francis Lane e uno dei costrutti suoi aiutanti Elder… Già da subito però scopriamo che alcuni di loro sembrano avere dei secondi fini in questa missione, fini ovviamente tenuti segreti ai propri compagni. Una volta atterrati sul pianeta, il gruppo si inoltra in quella che sembra una vera e propria giungla aliena, calandosi in quello che si rivelerà un vero e proprio incubo come ci si aspetterebbe da un buon prodotto dell’Aliens Universe…E scopriranno che c’è qualcosa di ben peggio degli Xenomorfi ad aspettarli su quel pianeta.
Fuoco e Pietra sono gli elementi primigeni, quelli che potremmo tranquillamente definire i migliori strumenti che l’uomo primitivo aveva a sua disposizione per difendersi e per sopravvivere alle minacce con cui doveva far fronte. E proprio questi due elementi ci suggeriscono l’idea di un’epoca appunto primitiva, precedente alla nostra, proprio come quella di Prometheus è precedente a quella dei film di Alien; nella serie in questione ci verranno raccontati eventi da tutta la timeline dell’Alienverse, partendo appunto da qui, dalle indagini del nostro equipaggio sulla vera origine dell’umanità. Procedendo nella loro esplorazione, raccontata da Paul Tobin, il drappello di temerari incontrerà altre forme di vita aliene, con tutta probabilità geneticamente imparentate con il celebre Xenomorfo, dandoci quindi modo di esplorare in maniera inedita la biologia del suo pianeta di origine, cosa che mi auguro venga mantenuta nel corso dei prossimi capitoli. Proprio di capitoli si parla, perché per questa iniziativa è stato deciso di dare uno spazio di 4 capitoli, ognuno gestito da un team creativo differente, una decisione alquanto interessante perché avremo modo di scoprire diverse sfaccettature di questo mondo: epoche e situazioni differenti raccontate da team creativi differenti. Al tempo stesso però questa potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, in quanto andremmo a perdere una certa continuità che invece verrebbe mantenuta se al timone ci fosse lo stesso team di autori.
Altro punto forte è rappresentato dal comparto grafico che caratterizza Prometheus: Fire and Stone, illustrato da Juan Ferreyra (attualmente a lavoro, insieme a Otto Schmidt, sulla serie regolare di Freccia Verde); il suo stile è molto dettagliato, non si perdere nessun particolare degli ambienti ritratti nelle sue vignette, che siano essi gli angusti e bui corridoi di un’astronave o la parte più profonda della giungla aliena. Si nota che è un lavoro fatto quasi per la sua interezza a matita, sacrificando la tridimensionalità per delle splendide tavole pittoriche. Splendida è anche la caratterizzazione che viene data non solo alle creature che popolano il pianeta, ma anche le architetture, le armi e anche i misteriosi Ingegneri vengono rappresentati con uno stile che ricorda molto quello del già citato Giger.
Come già detto, un grazie a Saldapress per aver (ri)portato in Italia le storie dei nostri Xenomorfi preferiti: nello specifico, Prometheus: Fire and Stone viene presentato in un’ottima edizione brossurata che racchiude, oltre ai primi 4 capitoli della serie, diversi approfondimenti e concept design che arricchiscono il contenuto di questo albo, proposto al prezzo direi onesto di 12,90 euro.
Si tratta di una storia di un buon livello, assolutamente fruibile e godibile a chi si trova a digiuno di Alien, quindi cosa aspettate? Che uno Xenomorfo vi rincorra perché non ve lo siete letto?