I Titans sono finalmente tornati! La terza stagione della popolare serie tv di HBO Max torna in Italia oggi su Netflix: sarà riuscito questo ritorno a Gotham City a rimettere in ordine una serie tv che cerca di capire cosa è sin dalla sua prima stagione? Scopriamolo insieme!

Nightwing (Brenton Thwaites), Beast Boy (Ryan Potter), Superboy (Joshua Orpin) e Starfire (Anna Diop) sono ormai diventati dei supereroi amatissimi a San Francisco e sono famosi a livello nazionale come Titani ma, quando tutto sembra star funzionando bene per loro, un evento traumatico ed un misterioso villain, Red Hood (Curran Walters), li riportano a Gotham City. Con Batman / Bruce Wayne (Iain Glen) lontano dalla città e Raven (Teagan Croft) a Themyscira per resuscitare Donna Troy (Conor Leslie), toccherà ai Titani e al Commissario Barbara Gordon (Savannah Welch) salvare la città, con un piccolo aiuto da Jonathan Crane / Lo Spaventapasseri (Vincent Kartheiser).

TitansCome è evidente dalla sinossi, questa terza stagione di Titans presenta in scena molti meno personaggi rispetto alla precedente, il team dei Titani è ridotto all’osso per riuscire a creare una storia più semplice e allo stesso tempo con meno distrazioni per lo spettatore. Fin dai primi minuti del primo episodio, “Barbara Gordon”, ci troviamo di nuovo catapultati in una missione del gruppo dei supereroi che tenta di fermare Gizmo dal rubare un’arma biologica. Ben presto il gruppo si trova però diretto a Gotham a causa di un lutto e della successiva apparizione di Red Hood. Un altro elemento che va apprezzato in queste prime puntate e che è rilevante ai fini di tutta la serie è il ritmo della narrazione: gli avvenimenti lungo tutte le prime cinque puntate, intitolate “Barbara Gordon”, “Red Hood”, “Hank e Dove”, “Blackfire” e “Lazarus”, avvengono in maniera molto veloce, non viene dato il tempo allo spettatore di respirare e così facendo la serie riesce a colpire con qualche interessante sviluppo a partire da quello riguardo il personaggio di Jonathan Crane, interpretato da Vincent Kartheiser.

Il Jonathan Crane di Kartheiser è meticoloso, intelligentissimo, ma non è capace di poter tenere testa agli eroi con le sue sole forze, quindi in maniera diversa ma anche simile a Deathstroke nella precedente stagione, manipola i Titani e le persone che gli stanno intorno creando un vero e proprio incubo per tutti. Fa strano effettivamente vedere un personaggio abbastanza secondario avere un ruolo da grande villain in una serie, ma sicuramente questo e la sua attuale operazione a Gotham in Batman: Fear State potrebbero essere i segnali di una definitiva consacrazione nel bat-mito anche di personaggi meno iconici come appunto Crane. Purtroppo, a causa del ritmo di queste prime cinque puntate, che è evidente siano state scritte davvero tutte insieme e senza limitazioni date dal covid, le successive non riescono ad eguagliare ne in ritmo ne in qualità. Di fatto, a partire da “Lady Vic” il ritmo rallenta, i personaggi iniziano a prendere decisioni discutibili e Dick viene messo di nuovo in una cattiva luce, ripresentando una leadership che non sembra aver imparato dagli errori degli eventi della stagione precedente. Ed è proprio la leadership di Dick Grayson / Nightwing che viene messa in discussione, ma non solo dai Titani, anche dagli spettatori, e se in parte l’effetto sarebbe voluto, viene messo in scena male, proprio a causa della gestione dei tempi nelle puntate successive alle quinta. L’aver iniziato a rallentare la narrazione non permette agli spettatori di rendersi conto che di fatto i Titani sono a Gotham City da neanche una settimana e tutte le tragedie che stanno passando avvengono una dopo l’altra e giustamente hanno un effetto soprattutto sull’ex ragazzo meraviglia.  Di fatto, i cinque episodi che aprono la stagione non sono solo i migliori della stagione insieme a “Souls“, ma anche quello che dovrebbe essere uno show su questi personaggi. Fortunatamente, a partire dall’episodio 11, “The Call came inside the house”, la serie riprende il ritmo e chiude in maniera molto più solida rispetto alla precedente stagione e, seppur in parte anticlimatico, dobbiamo comunque ricordarci che il vero villain di tutta la serie viene descritto sin da subito come un “Omuncolo” che non potrebbe tenere testa neanche a Robin se non fosse per i suoi giochetti, dunque non è per nulla anticlimatico ma ha l’effetto di avere finalmente un Nightwing concentrato e pronto a tutto.

La terza stagione di Titans quindi alla fine si posiziona non molto al di sotto della seconda, ma con più focus sarebbe stata sicuramente un’altra cosa e speriamo che la quarta possa imparare da questi errori e correggersi, come la terza stagione ha fatto con gli errori della seconda. Eppure, nonostante questi difetti, il casting dietro la serie a partire da quello dei principali personaggi come Hank e Dawn sono la delizia dello show. Dawn (Minka Kelly) che in questa stagione si riconcilia con Hank (Alan Ritchson), accettando finalmente il suo destino e prendendo una dolorosa decisione in seguito ad un difficile momento a Gotham City. Il duo che abbiamo imparato ad amare sin dalla prima stagione si dimostra un’altra piccola gemma dello show insieme anche ad un Beast Boy che riesce finalmente ad essere molto di più che un muscolo del team e il comic relief, ma ha parecchi momenti importanti che non solo definiscono come sia cresciuto da quell’incontro fortuito nel bosco, ma che lo renderanno una valida aggiunta nei momenti critici e anche un forte parafulmine per il team e specialmente per Dick. Superboy in questa stagione è molto più centrale essendo entrato a far parte del team in maniera stabile, viene messa da parte la trama del CADMUS e viene costruito il personaggio e i suoi rapporti con il resto del team. Il giovane ibrido Kryptoniano/umano troverà in Beast Boy un alleato ed un amico, ma anche l’amore nella forma di un inaspettato personaggio. Starfire, la più criticata quando fu annunciato il casting, è una gioia per gli occhi ed insieme a Blackfire sono due dei personaggi meglio scritti della stagione, il loro rapporto conflittuale ma amorevole e non completamente antagonista come invece è nei fumetti, permette molta libertà agli autori che creano momenti davvero interessanti e che riescono a liberare Kory dai suoi demoni e finalmente, come Dick alla fine della stagione, abbracciare ancora di più la sua nuova famiglia.

TitansJason Todd in questa stagione di Titans ha una svolta da villain, svolta che già gli spettatori aspettavano dalla stagione due, ma che qui viene inserita in un contesto più familiare al personaggio e che non è inaspettata ma ben costruita. L’episodio iniziale della stagione e l’episodio incentrato su di lui dopo il reveal del vero nemico della stagione sono tra i più interessanti e oscuri della stagione, ma sono anche quelli che raccontano delle tribolazioni di un giovane figlio e di una spalla, che non riesce ad uscire dall’ombra del fratello maggiore. Dick in questa stagione ha finalmente abbracciato l’identità di Nightwing, ma non ha ancora completamente abbandonato la rabbia e sono sempre visibili i segni che gli ha lasciato la vita da supereroe: sarà dunque nuovamente messo alla prova in modo costante sia dalla città stessa che dai cattivi, solamente grazie ai suoi “figliocci” e a Barbara Gordon troverà finalmente il suo posto nel mondo e imbraccerà una strada più solare, come promesso dallo stesso attore.

Sempre come aggiunta vi è Barbara Gordon, interpretata da Savannah Welch, una delle più gradite sorprese della stagione: l’attrice incarna alla perfezione la testardaggine tipica della famiglia Gordon e l’irruenza data da anni di combattimenti e il suo rapporto con Dick è uno dei più veri che Titans abbia mai descritto, forse al pari di quello tra Hank e Dawn. Barbara sarà anche quella che porterà più sulla terra Dick, cercando di mostrargli e metterlo davanti a quali errori, esattamente come Bruce, sta ripetendo anche cercando di essere migliore. Tra le ultime aggiunte al cast abbiamo anche Jay Licurgo come Tim Drake, giovane e talentuoso ragazzo che attraverso le sue doti e la sua intelligenza è riuscito a scoprire l’identità segreta di Batman e così quella di tutti i suoi alleati: la sua introduzione è abbastanza in linea con quello che è il personaggio dei fumetti ed è anche ben inserito nelle trame senza sembrare di troppo. Purtroppo considerando il focus che si è voluto dare a Gotham e anche a Jason (che sia in arrivo uno spin off?), alcuni personaggi non hanno avuto abbastanza spazio e tra questi vi sono Donna Troy e Raven; la seconda è a Themyscira alla ricerca del controllo sui suoi poteri e allo stesso tempo alla ricerca di un modo di riportare dal mondo dei morti Wonder Girl. Se da una parte questo ha dato il via ad uno dei migliori episodi di questa stagione, “Souls”, il loro ritorno alla fine dimostra davvero il perché di questa scelta, entrambe erano troppo potenti per rendere il cattivo anche solo capace di avvicinarsi a Wayne Manor o anche solo uscire da Arkham. In definitiva tutti hanno un ruolo da giocare nella stagione e, infine, sarà il team a vincere, non un solo personaggio come invece era la stagione due con Dick Grayson/Nightwing che arrivava e salvava tutti da Deathstroke.

TitansLa terza stagione di Titans riesce ad imparare dagli errori delle prime due stagioni, ma non è stato abbastanza per mettere insieme una stagione completamente solida. Di fatto, non è completamente da buttare, anzi ha molte puntate interessanti e dimostra di aver imparato dalle critiche mosse alle prime due stagioni e cerca di migliorarle, ma allo stesso tempo non riesce a costruire un arco narrativo completamente soddisfacente anche a causa dei problemi di produzione dovuti al covid. L’aver ridotto il cast per la maggior parte della stagione ad un numero minore di personaggi aiuta a seguire le principali vicende di tutti, ma quando rallentano le cose nella parte centrale anche il ritmo ne risente soprattutto a causa delle trame che vengono riprese improvvisamente, come quella di Donna Troy e Hank Hall. La stagione possiamo dire sia buona, ma sembra soffrire sempre della sindrome della ricerca continua della propria identità come il suo protagonista. Nel finale la serie riesce comunque a trovare una quadra e forse finalmente a capire cosa davvero vuole essere, nonostante l’ottimo cast solo quando si deciderà finalmente ad intraprendere una strada così come il suo primo spin off, Doom Patrol o anche Stargirl, serie prettamente più supereroistica con in parte presenta delle similitudini con Titans ma che non nasconde il suo sense of wonder e non si vergogna di inserire qualche momento un po’ cheesy. Speriamo dunque, che un ritorno a dei ritmi di produzione più dilatati, come suggerito dagli attori, si possa finalmente avere una stagione davvero incentrata sui Titani e non sulle ex spalle di Batman ed amici.

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Sono Luca, fin da piccolo mi sono interessato ai fumetti e successivamente alle serie tv, quando mi è stata data la possibilità di parlare delle mie passioni mi sono ficcato in questo progetto. PS: Ryan Ottley mi ha chiamato Tyrion non ricordandosi il mio nome.
titans-stagione-3-lascesa-di-red-hood-recensioneLa terza stagione della serie tv riesce ad imparare dagli errori delle prime due stagioni, ma non è stato abbastanza per mettere insieme una stagione completamente solida. Di fatto, non è completamente da buttare, anzi ha molte puntate interessanti e dimostra di aver imparato dalle critiche mosse alle prime due stagioni e cerca di migliorarle, ma allo stesso tempo non riesce a costruire un arco narrativo completamente soddisfacente anche a causa del covid. L'aver ridotto il cast per la maggior parte della stagione ad un numero minore di personaggi aiuta a seguire le principali vicende di tutti, ma quando rallentano le cose nella parte centrale anche il ritmo ne risente soprattutto a causa delle trame che vengono riprese improvvisamente come quella di Donna Troy e Hank Hall. La stagione possiamo dire sia buona, ma sembra soffrire sempre della sindrome della ricerca continua della propria identità come il suo protagonista. Nel finale la serie riesce comunque a trovare una quadra e forse finalmente a capire cosa davvero vuole essere, nonostante l'ottimo cast solo quando si deciderà finalmente ad intraprendere una strada e seguirla riuscirà a sopperire alle mancanze ed abbandonare il fanservice come mezzo per risolvere alcuni momenti.

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