C’è stata una serie in questi anni che è riuscita a far parlare molto di sé per ciò che ha messo in scena: questa serie è Tredici (il titolo originale è TH1RTEEN R3ASONS WHY). Questa serie è tratta dall’omonimo romanzo di Jay Asher del 2007, vincitore di molti premi letterari: inizialmente il romanzo doveva essere adattato cinematograficamente nel 2011 con protagonista Selena Gomez (futura produttrice della serie) ad interpretare Hannah Baker. Quattro anni più tardi è stato invece deciso, grazie all’ acquisizione di Netflix, di trasporre il libro in una serie tv di 13 puntate dove in ognuna di esse venisse analizzata una cassetta che Hannah ha registrato per una persona apposita. La prima stagione (con la regia di Tom McCarthy, regista de Il caso Spotlight) è stata distribuita il 31 marzo 2017, e fin dai primi giorni la serie ha subito iniziato a far molto discutere di sé, nonostante abbia ricevuto un grandissimo successo da parte di critica e pubblico. La serie ha iniziato ad essere apprezzata soprattutto perché trattava in maniera del tutto originale tematiche difficili come il suicidio, la violenza sessuale, l’omosessualità, il bullismo e le violenze domestiche. Il target di pubblico al quale la serie si riferiva, erano i giovani compresi tra una fascia d’età tra i 14 e i 20, essendo ambientata per lo più in una scuola superiore (la Liberty High School). La serie è stata, però, soggetta a molti problemi, visto che dopo la visione della prima stagione sono aumentati in maniera preoccupante i suicidi tra i giovani in America, quasi un terzo in più di prima.

SEGUONO SPOILER SULL’INTERA SERIE TREDICI DISPONIBILE SU NETFLIX.

La prima stagione, essendo anche l’unica tratta dall’omonimo romanzo è la sola ad avere un senso narrativo davvero forte, essendo strutturata bene anche con la suddivisione delle puntate, dove tutti i personaggi protagonisti e comprimari vengono descritti davvero bene e interpretati ancora meglio. Il punto in più della prima stagione è anche Hannah Baker stessa, essendo lei il motivo principale per cui la serie è riuscita a essere così apprezzata. Attraverso le 13 puntate riusciamo a capire davvero fino in fondo tutte le ragioni del suo suicidio e non solo. Katherine Langford è riuscita a interpretare Hannah magnificamente, donando grande forza e umanità al personaggio. Visto l’enorme successo mondiale, un mese dopo è stato deciso di rinnovare la serie per una seconda stagione, andando oltre quello che era stato raccontato nel romanzo e proseguendo la storia da dove ci si era interrotti con la prima. Per chi non si fosse ancora imbattuto in questa serie, la prima stagione è di per sé autoconclusiva e può essere vista anche senza dover per forza andare avanti (e ve la consigliamo apertamente). Questa seconda è andata completamente oltre quello che era stato raccontato in maniera perfetta nella prima, e anzi, la storia del processo per capire il colpevole della morte di Hannah è davvero poco interessante ed emergono verità e scoperte totalmente superflue in ogni puntata, rendendo il tutto ancor più confuso.

Ma c’è un però, che rende questa seconda stagione in parte interessante: molti personaggi rimasti nell’ombra nella prima stagione si fanno avanti dimostrando molto carattere, diventando loro stessi i motivi per cui la storia, pur essendo sempre suddivisa in 13 lunghe puntate riesce ad essere digerita senza alcun minimo problema. Pur essendo emersi anche nella precedente, qui vengono ancor più a galla i caratteri del protagonista indiscusso della serie ovvero Clay Jensen interpretato da Dylan Minette, di Justin Foley, interpretato da Brandon Flynn, e del “villain” della serie Bryce Walker, interpretato da Justin Prentice, il quale sarà ancora più importante nella stagione 3. A tal proposito, dopo solo due settimane dall’uscita della seconda stagione, avvenuta il 18 maggio 2018 è stato annunciato dalla piattaforma americana che la serie sarebbe stata rinnovata nuovamente per una terza stagione. Molti spettatori, dopo la delusione della seconda stagione, si sono lamentati moltissimo della mancanza di idee, soprattutto perchè si vede chiaramente la povertà con cui le tematiche della serie sono state trattate. Nella terza stagione si è deciso fin dall’uscita del trailer di eliminare il punto di forza che aveva creato Tredici, ovvero Hannah e focalizzarsi sull’ omicidio di Bryce Walker. Dopo il finale della seconda stagione, che aveva concluso definitivamente la parentesi sul chi aveva realmente ucciso la ragazza, si è deciso di andare in una direzione ancora più estrema, ovvero uccidere uno dei protagonisti…

Per intenderci, Netflix ha anche deciso di creare un sito whokilledbrycewalker.com dove si poteva cercare di scoprire tramite degli indizi chi ha ucciso il ragazzo. Tutto questo è stato sinceramente ridicolo: lucrare così tanto su una serie che aveva inizialmente un intento socialmente importante ha fatto storcere il naso ai fan, già molto amareggiati dopo la fine della seconda stagione. Il giorno dell’uscita del trailer della terza stagione è stato inoltre confermato che la serie si sarebbe conclusa con la quarta stagione, in arrivo l’anno successivo. La terza stagione è stata un disastro, inoltre è stato deciso di creare un personaggio completamente inedito, ovvero Ani. La creazione di questo ruolo non è affatto piaciuta alla critica e al pubblico, che lo ha aspramente criticato, trovandolo forzata e inutile. Ani, infatti, nel corso della stagione cerca di far rivalutare al pubblico Bryce Walker, quasi cercando di difenderlo da ciò che ha fatto nelle stagioni precedenti, dimostrando di essere un personaggio a dir poco controverso. In più, le puntate, come nella seconda stagione, mettevano nuovamente tutti i personaggi sempre l’uno contro l’altro, visto che nessuno sapeva ancora di chi potersi fidare. La serie si è conclusa con un finale terribile, sciocco e completamente senza senso, che chiude una stagione faticosa da seguire.

Si è arrivati solo da qualche settimana all’ultima stagione, che è stata pubblicata sulla piattaforma di streaming lo scorso 5 giugno: potete trovare la nostra recensione dove vi spieghiamo meglio come ci è parsa, ma è giusto spendere anche qui due parole. Dopo l'”utilissima” terza stagione si è davvero arrivati a toccare il fondo. Con la morte del personaggio di Monty in carcere, tutti i protagonisti rimangono scioccati, visto che qualcuno conosce la verità e vuole rivelarla. Quest’ultima stagione si sofferma soprattutto sul personaggio di Clay, centrale fin dalla prima stagione: qui è stato reso ancor più protagonista, ovvero da bravo, dolce e innocente ragazzo nella prima stagione a omicida, psicopatico e malato mentale in quest’ultima. Passaggio che sì, è stato reso bene, ma che non doveva esserci affatto, visto che la trama in quest’ultima stagione praticamente non esiste, non va avanti e arranca su cose già viste e riviste, dette e ridette e non trova assolutamente nulla di nuovo, neanche l’escamotage di scoprire chi ha ucciso una persona, anzi, ci fosse stato, per lo meno queste 10 puntate sarebbero state più piacevoli da visionare.

In conclusione cosa si potrebbe dire? Tredici è sicuramente, con gli anni, stata una serie fondamentale per la piattaforma Netflix e soprattutto un punto importante per molte serie adolescenziali, che via via hanno portato temi sempre più forti, come ad esempio Euphoria, serie HBO di tutt’altra pasta rispetto a Tredici. Se fosse rimasta fedele agli eventi del libro, quindi senza andare oltre la prima statgione, sarebbe stato tutto molto migliore: sarebbe ad oggi ancora una miniserie importante e molto apprezzata, ma, portandola avanti (soprattutto in questa maniera) si è creato qualcosa che ha anche fatto rivalutare quella che era stata la storia di Hannah Baker, il che è un gran peccato…
Questa serie è il classico esempio, e per sempre rimarrà così, che è meglio evitare di proseguire un qualcosa alla base di un libro preesistente, altrimenti le conseguenze potrebbero rivelarsi qualitativamente disastrose.


L’intera serie di Tredici composta da quattro stagioni è disponibile su Netflix. Ecco il trailer della serie: 

Lascia un commento